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Comunicato stampa

UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER AFFRONTARE IL TEMA DELLA SICUREZZA STRADALE

La Sala Rossa di Palazzo Civico è stata lo scenario, questa mattina, di un Consiglio comunale aperto che ha affrontato il tema della sicurezza stradale. Oltre alla sindaca Chiara Appendino e all’assessora alla viabilità Maria Lapietra, erano presenti alcuni ospiti: Jean Todt inviato speciale delle Nazioni Unite in materia di sicurezza stradale, Giovanni Maria Ferraris assessore regionale, Angelo Sticchi Damiani presidente Automobile club d’Italia, Giuseppe Guccione presidente della Fondazione Luigi Guccione Onlus.

Il Consiglio è iniziato con i saluti iniziali del presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, cui ha fatto seguito l’intervento di Giovanni Maria Ferraris che ha ricordato l’impegno della Regione Piemonte in materia di prevenzione della sicurezza stradale attraverso campagne informative per l’educazione stradale nelle scuole e programmi di formazione per operatori professionali. “Perché molte delle vittime della strada sono giovani e giovanissimi - ha sottolineato Ferraris citando cifre e dati - tanto che, a fronte di una riduzione del numero degli incidenti, nella nostra regione sono in aumento quelli mortali che coinvolgono giovani in età compresa fra i 15 e i 24 anni, quasi raddoppiati nel 2015 rispetto al 2014“. “La sicurezza deve allora diventare uno stile di vita - ha concluso Ferraris - in un ampio processo educativo che coinvolga le famiglie, la scuola, le istituzioni e l’associazionismo. Un processo educativo che non deve essere solo inteso come trasmissione di norme che regolano la circolazione ma, soprattutto, come educazione alla convivenza civile degli utenti della strada, ogni giorno”.

All’intervento di Ferraris è seguito quello di Jean Todt, che ha ricordato come obiettivo principale delle Nazioni Unite sia quello di dimezzare il numero degli incidenti stradali entro il 2020. Todt ha posto l’accento sulle cifre: “Ogni anno oltre 1,5 milioni di persone muoiono in incidenti stradali e 50 milioni di persone rimangono ferite. Gli incidenti stradali sono una delle dieci principali cause di morte nel mondo e, soprattutto, la principale causa di morte per i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni”. “Gli incidenti stradali non sono solo un problema di salute o di diritti umani, si tratta anche di una questione più ampia di sviluppo sostenibile, in un periodo storico in cui assistiamo ad una rapida e globale crescita dell’urbanizzazione e della motorizzazione”. “Sviluppo sostenibile - ha proseguito Jean Todt - è dimezzare il numero di morti e feriti a seguito di incidenti stradali ed è fornire accesso a mezzi di trasporto sicuri, accessibili, convenienti. Perché non è solo una questione di numeri quanto attribuire il massimo valore alla tutela della vita umana”. “La giornata mondiale in memoria delle vittime della strada - ha concluso Todt - ci rammenta che dobbiamo adoperarci per ottenere risultati migliori. Credo che ne siamo capaci. A differenza di altre malattie, il vaccino ce l’abbiamo: leggi più forti, applicazione rigida della normativa, educazione, infrastrutture più sicure e di qualità, veicoli più sicuri senza dimenticare che ogni decesso sulla strada è un decesso di troppo”.

Dopo Jean Todt è intervenuto il presidente nazionale dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, che ha osservato come, forse per la prima volta al mondo, si celebra un Consiglio comunale di questo tipo. “I dati del 2015 - ha detto - registrano un’inversione di tendenza pericolosa: aumentano per la prima volta i morti e i feriti. Rimane comune raggiungibile, l’obbiettivo fissato nel documento per il Decennio d’Azione per la Sicurezza stradale 2001-2020 che ONU, OMS e ONG hanno sottoscritto: il dimezzamento di queste cifre entro il 2020. Tuttavia nonostante la tendenza complessiva alla riduzione della mortalità, quella dei ciclisti è aumentata del 38%”. Sticchi Damiani ha denunciato poi nell’assenza di norme vincolanti nella costruzione delle strade urbane un fattore di mortalità: ”metà delle morti complessive avvengono in città e soprattutto nelle periferie, dove si va più forte. A Torino il dato della mortalità è nel panorama italiano da considerarsi buono: 33 persone all’anno per milione di abitanti, ma ben 13 di loro sono pedoni. E il dato nazionale registra una mortalità per miliardo di chilometri percorsi di 3 automobilisti, di 44 ciclisti e di 54 pedoni”. Tra i provvedimenti che l’ACI suggerisce: la protezione dei passaggi pedonali con dispositivi catarifrangenti e lampeggianti, riduzione degli incroci a 90 gradi che generano impatti mortali, a favore di rotonde, rottamazione obbligatoria di auto troppo vecchie, perché insicure e inquinanti, esami di guida per i giovani neopatentati che intendano passare alla guida di auto di potenza superiore. “Non siamo stati capaci - ha concluso il presidente dell’ACI - di convincere i decisori, eppure dipende dall’impegno di tutti mettere fine a questa mattanza”.

Giuseppe Guccione, presidente della Fondazione Luigi Guccione, attiva nel contrasto alla violenza stradale e nel sostegno delle vittime ha a sua volta sottolineato il primato stabilito da Torino, dopo una sessantina di piccoli comuni, prima grande città nel mondo a dedicare a questo tema un Consiglio comunale. Guccione ha ringraziato l’Amministrazione per avere accettato il suo invito a organizzare questa iniziativa. Sono 16.000 le testimonianze raccolte dalla sua Fondazione “e il piano di azioni da varare è nelle loro testimonianze, basterebbe ascoltarle”. Guccione ha elencato la successione di tutti i recenti governi: “nessuno ha risposto alle nostre istanze”. Rivolgendosi a Todt ha ricordato di avere contrastato la sua nomina da parte dell’Onu in quanto membro della Federazione italiana automobilismo, ma gli ha riconosciuto di avere successivamente aderito alle sue richieste di farsi portavoce, presso i governi del mondo dei diritti fondamentali delle vittime che sono: assistenza, risarcimento e giusto processo. “Torino - ha concluso Guccione - può essere un nuovo inizio della mobilità sostenibile”. Il processo per liberare la città dalla violenza stradale passa non solo dalla collaborazione con le associazioni che promuovono la mobilità dolce, ha spiegato. Ma anche da quella più difficile ma indispensabile, con l’industria automobilistica. Guccione ha annunciato che sta per essere inaugurato in città un centro per l’assistenza pubblica delle vittime della violenza stradale ed ha proposto all’Amministrazione di organizzare per il prossimo mese d giugno un convegno internazionale per la creazione della “città intelligente”.

Sono stati poi quattro, i consiglieri comunali intervenuti nel dibattito:

Monica Amore (M5S): “Sono felice di far parte di questa Amministrazione, che per la prima volta ha organizzato un Consiglio Comunale per sensibilizzare su questa problematica e ricordare le vittime, ora in aumento. il 21 febbraio 2007 ero passeggera in un’auto che ha avuto un terribile incidente: un ragazzo di 29 anni ha invaso la nostra corsia e ci ha colpito a 190 km/h. Due occupanti della mia auto e il guidatore dell’altra auto sono morti. Io ho subito diverse fratture e sono stata in coma per 13 giorni, rischiando gravi conseguenze, ma sono sopravvissuta. Ci ho messo tre anni per ricominciare a camminare e la riabilitazione è stata durissima. Oggi vorrei lanciare un messaggio: non siate incoscienti alla guida, siate prudenti e responsabili e non usate il telefonino! La macchina può diventare un’arma se le regole non vengono rispettate. Rispettate voi stessi e la vita. Rispetta le regole, rispetta la strada, rispetta la vita!”

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): “Sono grato alla consigliera Amore per la sua testimonianza, così intima e personale, e ringrazio il presidente del Consiglio per aver colto questo spunto di riflessione. Sono sicuro che il Consiglio Comunale si impegnerà nel condannare comportamenti impropri alla guida. Concretamente, dovremo promuovere l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole, già auspicato dal Codice della Strada del 1992. La strada, in quanto pubblica, impone prudenza e rispetto delle regole: ogni utente deve essere un vero cittadino. È necessario sostenere le vittime e contrastare l’incidentalità stradale, incentivando - come Città di Torino - una mobilità sostenibile e più consapevole”.

Viviana Ferrero (M5S): “Il 18 ottobre 2015 mio marito ha subito un gravissimo incidente in bicicletta. Chiedo scusa a chi troverà inopportuno il racconto della mia storia, ma ho cercato di dare un senso alla mia vita e di vedere il bicchiere mezzo pieno. È una testimonianza per dare voce a chi non l’ha più, a chi ha vissuto queste terribili esperienze. Non ci sono solo i morti, ma anche i feriti, i traumatizzati gravi e i loro familiari. È in queste tragiche occasioni che scopri che c’è tanto dolore e sei a contatto con la morte: ogni giorno c’è un dolore diverso e solo quando puoi perdere quello che hai ti accorgi del valore che ha. La vita deve rallentare. L’incidente di mio marito è stato una svista di Dio, ma le Istituzioni possono dare una risposta. Io a questo sogno di mobilità sostenibile - di città a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici - ci voglio ancora credere: possiamo realizzarlo tutti insieme”.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): “Il calore di questa Sala trasmette non solo la partecipazione, ma anche il nostro impegno. Le Istituzioni possono dare evidenza pubblica alla loro solidarietà, ma devono anche assumere impegni per il futuro. Nella programmazione sanitaria della Regione Piemonte abbiamo lavorato sui ‘determinanti di salute’, tra cui l’esposizione al rischio di incidente stradale, per prevenire conseguenze indesiderate. Dovremmo introdurre un indicatore che ormai è prassi consolidata in Europa: la VIS, la valutazione di impatto sulla salute. Impegniamoci ad attuarla nei nostri atti, in particolare per quanto riguarda urbanistica e traffico. Rendiamo trasparenti le entrate derivanti dalle sanzioni del Codice della Strada, da impiegare per migliorare la nostra viabilità. E assistiamo le vittime e le loro famiglie”.

Dopo i consiglieri è intervenuta l’assessora Maria Lapietra: “Commemorare significa anche iniziare un percorso. Prima si è definito questo come un momento storico, per cui voglio parlare di azioni concrete. Io sono ho il dovere di assumere decisioni drastiche, a favore della sicurezza stradale, con la fortuna di avere una Sindaca, una Giunta e un Consiglio che mi supportano in queste decisioni. Ci impegniamo a studiare misure che migliorino la sicurezza stradale, integrandole nella pianificazione e nella progettazione delle infrastrutture. Questo con particolare attenzione agli utenti vulnerabili con provvedimenti a favore della sicurezza della mobilità pedonale e ciclabile, con attenzione anche alla sicurezza dei motociclisti. Intendiamo promuovere iniziative di informazione nelle scuole e creare una struttura che possa valutare i benefici delle azioni che verranno implementate nei prossimi anni, includendo gli indicatori che riguardano l’impatto sull’ambiente, sull’economia, sulla qualità della vita, su coesione sociale e accessibilità, oltre che sulla sicurezza e sulla salute. Vogliamo promuovere - ha concluso l’assessora - nuove tecnologie per ampliare i servizi di trasporto condiviso, sviluppando rapporti chiari e trasparenti tra Amministrazione e operatori privati. Infine, coordinare la pianificazione della mobilità con la pianificazione urbanistica”.

La serie degli interventi in Sala Rossa si è conclusa con quello della Sindaca Chiara Appendino: “Oggi questo Consiglio comunale e la Giunta hanno investito del tempo per cercare di costruire un futuro migliore. Credo che possiamo essere tutti orgogliosi, al di là di ogni appartenenza politica, del fatto che questo Comune sia il primo ad aver deciso unanimemente di dedicare una seduta consiliare aperta al tema delle Vittime della strada. Ma come si è detto, questo dev’essere un punto di partenza. Gli interventi che mi hanno preceduta ci offrono molti spunti sui quali lavorare nel prossimo periodo. Il tema è complesso e riguarda aspetti come l’educazione, la manutenzione delle strade, il progettare gli spazi della nostra città in un’ottica diversa. Riguarda poi il ripensare i veicoli: da un lato, la tecnologia ci porta a poter sperimentare nuovi strumenti come la guida automatica ma al tempo stesso ci pone di fronte a rischi nuovi, ad esempio quelli legati all’utilizzo dei telefoni alla guida. La politica, a livello locale e nazionale, e la magistratura possono incidere sulla sicurezza stradale. Dobbiamo lavorare per ridurre gli incidenti, mettendo in sicurezza le strade, incentivando una mobilità nuova e consapevole. Questo significa lavorare sull’educazione, sulla cittadinanza. Abbiamo il dovere di intervenire tempestivamente per limitare i danni degli incidenti, appurandone le responsabilità - e qui viene il ruolo della magistratura - e garantendo giustizia in tempi brevi alle vittime ed ai loro familiari. Abbiamo il dovere di garantire assistenza materiale e morale alle persone che hanno subìto incidenti. La nostra città ha conosciuto incidenti mortali, e noi oggi dobbiamo ricordare tutte quelle persone e le loro famiglie, che hanno vissuto momenti drammatici. Vorrei inoltre parlare di un aspetto importante, il rispetto delle regole”.

“Il Codice della Strada - ha continuato Appendino - è da alcuni percepito come un fastidio inutile. Invece è proprio a partire dal comune rispetto delle regole che possiamo garantire la sicurezza degli automobilisti, dei pedoni, dei ciclisti, di ciascun utente della strada. Questo può significare anche portare avanti delle politiche coraggiose, che magari non portano consenso nell’immediato perché con effetti che si valutano nel lungo periodo. Noi questo coraggio ce l’abbiamo. Una comunità può crescere solo partendo dal rispetto reciproco tra le persone, oltre che dal rispetto delle regole. Colgo l’occasione per ringraziare le Forze dell’ordine e la Polizia Municipale, che ogni giorno lavorano proprio per garantire questo rispetto delle regole. E’ aberrante che, come talvolta accade, i loro esponenti vengano addirittura aggrediti mentre compiono il loro dovere tutelando la sicurezza della nostra comunità. Come si è detto prima - ha concluso la Sindaca - non dobbiamo rassegnarci a considerare normali e inevitabili gli incidenti stradali, ma lavorare perché non lo siano. I mezzi di trasporto possono diventare un’arma. Dobbiamo cambiare approccio sulla guida, sul disegno del territorio, sull’educazione, sulla comunicazione. Io credo che la società sia matura per questo. Dobbiamo continuare un lavoro già iniziato ma che necessita di un cambio di paradigma: ciascuno di noi ha le proprie responsabilità e noi ci assumiamo le nostre. Grazie a tutti gli intervenuti e grazie a tutti coloro che ci aiuteranno in questo percorso”.

Al termine della seduta, Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione presentata dall’Ufficio di presidenza che impegna Sindaca e Giunta comunale a perseguire il Piano Decennio 2011-2010 per la sicurezza stradale anche nella nostra città. Il Piano, approvato a Washington il 15 marzo 2011 da ONU, OMS e altre centinaia di ong, fa parte di un complesso di azioni a livello mondiale volte a migliorare l’assistenza successiva agli incidenti stradali e i servizi sanitari per le vittime di incidente.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 23 Novembre 2016

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