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La sindaca Chiara Appendino ha effettuato una comunicazione in aula sulla vicenda delle palazzine occupate dell’ex–MOI. Alle comunicazioni della sindaca hanno fatto seguito gli interventi di alcuni consiglieri. Di seguito, un resoconto sintetico del dibattito.
Sindaca Chiara Appendino
La scorsa settimana si è tenuta la riunione del Tavolo provinciale per la sicurezza, nell’ambito del quale è stato trattato il problema dell’ex- MOI.
Nella vicenda ci sono tre distinti soggetti: la Città che ha un impegno per garantire la vivibilità del quartiere, la proprietà immobiliare – che ha dei diritti ai quali dobbiamo dare risposta – e gli occupanti, in particolare i profughi regolari ai quali vanno garantiti i loro diritti e che vivono attualmente in condizioni non dignitose
Si seguirà un percorso condiviso e articolato in alcune fasi. Ci sono stati due incontri con gli occupanti, propedeutici al censimento: abbiamo necessità di capire chi vive in quegli edifici, che professionalità e capacità hanno e quali diritti. Il censimento avverrà una palazzina alla volta e lavoreremo per liberarle una alla volta, non essendo immaginabile sgomberare tutte insieme mille persone. Questo è un percorso condiviso anche con il Prefetto. Con la liberazione di ciascuna palazzina avvieremo percorsi alternativi di inserimento per chi ne ha diritto. Intanto abbiamo stabilito di aumentare il controllo del territorio. Comunicheremo al Consiglio gli ulteriori passi che verranno intrapresi.
Fabrizio Ricca (Lega Nord)
Stigmatizzo il fatto che non si sia voluto dare la solidarietà di tutto il Consiglio ai consiglieri circoscrizionali aggrediti al MOI giovedì sera dopo una trasmissione televisiva in diretta. I trecento richiedenti asilo ai quali la vecchia amministrazione aveva consentito di stare all’ex-MOI sono diventati 1200 e i profughi – che avrebbero avuto diritto di essere accolti - nel frattempo sono magari scappati. Questa notte un bar ha avuto una vetrina distrutta, e ci sono state le aggressioni prima citate. Sul censimento, come sai può pensare che dei clandestini si facciano volontariamente identificare essendo a rischio di espulsione? Un censimento prima fissato per ottobre e che non è ancora iniziato. E chi sarebbero gli interlocutori, forse quelli che mesi fa hanno violentato una ragazza disabile? L’ex MOI va sgomberato tutto e non una palazzina per volta, cosa che porterebbe solo a nuove occupazioni. Sul controllo del territorio, ricordo che il presidio dell’esercito al campo rom di via Germagnano non è servito. Occorre il pugno di ferro, bisogna che la Polizia Municipale invece di fare le multe garantisca la sicurezza dei cittadini.
Roberto Rosso (Lista Civica Rosso)
Stiamo parlando di una questione viziata sin dall’origine. Le palazzine sono state fatte male; erano state realizzate per essere abitate da italiani ma poi la passata Giunta le ha lasciate al suo destino, abbandonandole.
Oggi dei 1.200 occupanti sono pochi i profughi, la maggior parte sono in realtà clandestini. E oggi abbiamo ascoltato soluzioni simili a quelle proposte dalla passata Giunta per risolvere il problema.
Ma per definire la questione occorrerebbe rimpatriarli nei Paesi dì origine e le responsabilità del Governo nazionale sui mancati rimpatri dei clandestini sono evidenti.
Piero Fassino (PD)
Come è risaputo si tratta di una questione complessa. La proposta di oggi dalla Giunta è condivisibile, ed è peraltro simile alla proposta della precedente Amministrazione comunale.
Segnalo due difficoltà. La prima è il censimento, finalizzato a comprendere chi dovrà essere ricollocato o meno. E se una parte degli occupanti non avranno titolo per essere ricollocati, come si intende procedere? Per ora questa rimane una domanda senza risposta.
Concordo sul percorso individuato di procedere gradualmente considerando una palazzina alla volta. Ma a oggi non c’è ancora una soluzione per il ricollocamento, poiché gli occupanti per vincoli di legge non possono essere inseriti nei percorsi previsti per i migranti e i profughi.
Auspichiamo naturalmente che si arrivi a una soluzione e sosterremo le misure utili a risolvere la questione. Chiediamo alla Giunta di tenere costantemente informato il Consiglio comunale.
Osvaldo Napoli (Forza Italia)
MOI, per i torinesi, significa illegalità autorizzata. La proposta di Appendino è da tenere in considerazione, io ho solo il timore che passino mesi e poi non succeda nulla. Il problema è che fare con “legali e non legali”: cosa ne faremo di questi ultimi? Saranno espulsi? E per gli altri, dopo i primi 18 mesi di ospitalità previsti in città e nei paesi dell’area metropolitana, che cosa prospetteremo loro? Mi auguro che il Governo accolga le proposte di Anci, ma il mio timore è che ci ritroveremo qui a polemizzare tra 6 o 7 mesi.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino)
Ringrazio la Sindaca, sono anche io favorevole ad una modularità. Però, Sindaca, non ci ha detto come si intende fare fronte finanziariamente all’operazione, aldilà di quello che parrebbe essere il possibile interessamento della Compagnia di San Paolo. Penso che occorrano dei fondi di provenienza centrale. Inoltre è importante affermare la presenza della Città in quell’area, avviando, aldilà del censimento, un percorso di conoscenza di quella realtà e di chi vi lavora, come ad esempio il comitato che ha tentato una ricucitura con il quartiere. Occorre inoltre operare avendo una visione urbanistica di prospettiva del complesso dell’area ex MOI. Infine bisogna lavorare in un’ottica di rete metropolitana, dato che si parla di circa 1500 persone.
C.R. - R.T. S.L. (Ufficio stampa del Consiglio comunale)