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Comunicato stampa

LA MOSTRA DI MANET E LE STRATEGIE DELLA CULTURA A TORINODIBATTITO IN SALA ROSSA,

La seduta odierna del Consiglio comunale si è aperta con un dibattito sulla vicenda della mostra di Edouard Manet, introdotto da una comunicazione dell’assessora alla Cultura.

Assessora Francesca Leòn
Il 26 ottobre, con la sindaca Chiara Appendino abbiamo incontrato Massimo Vitta Zeiman, il presidente di Skira, l’editore che doveva occuparsi della mostra di Manet, che si terrà invece a Milano.
L’incontro si è svolto in un clima di collaborazione e cordialità. Sono state anche concordate possibilità di collaborazioni future, qualora queste siano compatibili coil tessuto espositivo cittadino. Nel caso specifico della mostra di Manet sono semplicemente mancate le condizioni, non certo per volontà dell’Amministrazione comunale. Skira ha anche precisato che non tutte le opere del Musée d’Orsay sarebbero state disponibili.
L’idea dev’essere quella dio aumentare la capacità produttiva dei musei, non di sostituirsi ad essi. Questo affinché vengano costruiti progetti e programmi espositivi che contribuiscano a rafforzare la capacità del nostro territorio e il ruolo delle nostre sedi espositive. La Fondazione Musei ha senso se è un luogo dove si produce cultura, anche in collegamento con gli altri musei della città e le dimensioni espositiva e museale devono essere parte di un’unica strategia. La GAM ha una collezione straordinaria, ad esempio, ma le attività espositive non le hanno dato forza.
In conclusione, la Città di Torino non ha mai detto no alla mostra di Manet Né ai grandi eventi in generale. Semplicemente, l’amministrazione rivendica il suo ruolo di ente programmatore delle future strategie culturali per Torino, in collaborazione con le istituzioni culturali e in condivisione con gli Enti locali e i portatori d’interesse alla crescita culturale della città. Le strategie vanno pensate sempre avendo a cuore la tutela degli interessi della collettività.

Fabrizio Ricca (Lega Nord)
Tutta la discussione in corso dimostra la pessima gestione di questa Amministrazione rispetto ai grandi eventi. E la mostra di Manet sarebbe stata un grande evento. Se errare è umano, perseverare è diabolico. Si può sbagliare una volta ma non si può continuare a farlo. Non è il primo grande evento perso dalla nostra città, che ha già perso il Salone del Libro, direzione Milano, e che ha perso il Festival Jazz, anch’esso sbarcato nel capoluogo lombardo. Senza considerare l’inserimento di un commercialista nella Fondazione Torino Musei, quasi avessimo bisogno di un liquidatore fallimentare non fidandosi del lavoro dei revisori. Se questa è l’impostazione futura di quest’Amministrazione verso la cultura torinese, allora siamo decisamente preoccupati. Come sono preoccupati Ascom e Federalberghi. Per diminuire questa preoccupazione servirebbe un programma culturale serio. Ce l’avete? Siete capaci di approntarne uno. Nel caso, fatevelo fare da qualcun altro.

Alberto Morano (Lista civica Morano)
Sulla vicenda del mancato incontro con la dottoressa Asproni, il sindaco Appendino ha mentito a quest’aula, ci sono varie e-mail che dimostrano come le richieste di incontro da parte della ormai ex responsabile della Fondazione Torino Musei siano state ignorate. Governare è una cosa seria e non lo si può fare dicendo bugie al Consiglio comunale. L’ex sindaco Fassino ha dato un apporto importante nella visione culturale di questa città e ora non si può pensare di scartare tutto.

Viviana Ferrero (M5S)
Mi piacerebbe ricostruire un po’ di verità. Ad esempio che la vicenda Asproni è piuttosto recente, mentre l’organizzazione di mostre di grandi dimensioni prevede anni di lavoro. Ci possiamo interrogare sulle modalità che hanno portato alla richiesta delle sue dimissioni. Perché fare un passo indietro nella nostra città è sempre così difficile quando nelle altre città il cambiamento diventa vettore di novità? Ma oggi sappiamo che c’erano altri problemi: tempi, spazi, condizioni. Un’errata interpretazione che ha portato alla trasformazione di un problema logistico in problema politico, assurto a dibattito cittadino e al quale non ci sottraiamo. In un’ottica più ampia, noi del Movimento 5stelle crediamo fortemente nella necessità di un cambio di passo. La politica che ritorna ai cittadini e che trova nelle istituzioni un rapporto dialettico e sinergico. Dopo dovrà diventare attenzione al territorio e laboratorio di progetti di qualità, in una Torino tutta da reinventare.

Domenico Carretta (PD)
Trovarsi a discutere in aula della mostra di Manet emigrata a Milano dopo settimane è ridondante. Come in un B-movie, ogni volta che si torna sul “luogo del delitto” si trovano nuovi indizi, il colpevole di volta in volta è Fassino, Asproni, poi oggi la colpa diventa di Skira che avrebbe autonomamente deciso di orientarsi su Milano, Milano alla quale abbiamo fatto un regalo e sono certo che se ne aspetta altri. Ci mancava solo il social media manager della sindaca, che su Facebook ha trattato i torinesi da ignoranti. Penso che Appendino debba dissociarsi.

Osvaldo Napoli (FI)
Se la Sindaca non ritiene di controbattere alle accuse dettagliate del consigliere Morano di essere una bugiarda, credo non abbia il diritto di sedersi su quella sedia. La sindaca ha raccontato balle sulla vicenda Asproni e tutto quello che ha detto negli anni precedenti, in campagna elettorale e ancora oggi, dimostrano che non le si può affidare l’amministrazione di questa città. Il fatto di non avere risposto alle accuse di aver mentito, dimostra una posizione politica di grande difficoltà. O chiede scusa alla Città e al Consiglio comunale o si deve dimettere. Tutto questo mentre Ascom e Federalberghi sono preoccupate rispetto al futuro del turismo in questa città. Piaccia o non piaccia la giunta precedente ha portato a Torino migliaia e migliaia di turisti. Voi siete pronti ad una altrettanto valida politica del turismo?

Antonino Iaria (M5S)
Chi dovrebbe scusarsi, oggi non è in aula: è la Giunta di Piero Fassino ad aver perso il Salone del Libro ed ora anche la mostra di Manet. Se il nostro Social manager ha fatto una battuta sul web, l’ha fatta nei confronti di un certo giornalismo che fornisce ad un’opposizione senza idee gli spunti per le interpellanze.

Assessora Francesca Leon
Mai detto che non c’era interesse verso la mostra di Manet. Il Salone del Libro non è stato perso da questa Amministrazione, è stato perso molto tempo prima, perché nessuno è intervenuto per risolvere problemi importanti ed evidenti legati alla gestione del Salone. Noi abbiamo lavorato responsabilmente con Regione Piemonte per salvare il Salone e stiamo lavorando per l’organizzazione dell’edizione 2017 con tutti gli interlocutori interessati. A breve presenteremo la programmazione culturale per il 2017. Tutto il resto sono speculazioni giornalistiche e il mio pensiero riguardo gli eventi l’ho già espresso in Consiglio comunale ed è a verbale. Riguardo alla nomina di Roberto Coda nel Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei, vorrei ricordare che chi conosce i meccanismi dell’organizzazione culturale sa bene che è necessario avere una competenza in grado di aiutare a costruire i progetti ed evidenziarne le debolezze prima che intervengano i revisori dei conti. In definitiva, stiamo lavorando perché Torino continui ad essere una città produttiva, creativa, bella per i turisti e per i cittadini.

Sindaca Chiara Appendino
Il Social manager non è il mio portavoce, voglio precisare. In ogni caso, ha pubblicato un post sbagliato sul suo profilo personale – che non è il mio e quindi non corrisponde al mio pensiero - e se n’è scusato pubblicamente.
Sulla vicenda della mostra e degli eventi, questa è una fase critica: io chiedo di darci il tempo per preparare le iniziative per il 2017, la stessa Giunta precedente aveva elaborato agli inizi di quest’anno gli eventi per 2016. Noi non vogliamo “smantellare tutto”, né “perdere occasioni”. Per la mostra di Manet non c’erano le condizioni necessarie, guardiamo avanti e organizziamo altri eventi nell’interesse di Torino. Abbiamo davanti una stagione culturale 2017 da preparare con risorse inferiori a quelle di quest’anno. Per finire, sulla vicenda Asproni non ho nulla da nascondere. Non c’era un rapporto di fiducia, da ambo le parti, e credo inutile che quest’aula entri nel merito.


Pubblicato il 3 Novembre 2016

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