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Comunicato stampa

PALAZZO CIVICO E CITTADINI, INSIEME PER I BENI COMUNI

Approvato in Sala Rossa, con 25 voti a favore, 4 contrari e un’astensione, il Regolamento che disciplina la collaborazione tra cittadini e Amministrazione comunale per la cura, gestione e rigenerazione dei beni comuni urbani.
L’idea è che gruppi di Torinesi, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni sociali anche informali, possano attivarsi per prendersi cura, gestire o rigenerare un’area o struttura pubblica, contraendo un patto di collaborazione con Palazzo Civico.
In particolare, saranno immobili o spazi pubblici inutilizzati e/o degradati, individuati a cura della Giunta comunale o dei competenti organi circoscrizionali, ad essere oggetto di una consultazione pubblica per raccogliere proposte di collaborazione da parte dei cittadini, le quali non potranno assumere modalità in contrasto con la fruizione collettiva del bene (è esplicitamente esclusa ogni forma di privatizzazione). Si persegue dunque un “modello di welfare adeguato alla complessità urbana, fondato sulla collaborazione e sull’assunzione di responsabilità da parte di tutti”, spiega la delibera, illustrata in aula dall’assessora Ilda Curti.
I patti di collaborazione, della durata non superiore a nove anni, regoleranno modalità di gestione, lavori e materiali. Il regolamento prevede tra l’altro la possibilità di patti di collaborazione per cura, gestione condivisa e rigenerazione anche per immobili inutilizzati di proprietà di terzi, con il consenso di questi ultimi.
La collaborazione tra Amministrazione comunale e cittadini attivi può prevedere livelli diversi di cura o gestione condivisa (“occasionale” oppure “costante e continuativa”) e rigenerazione (“temporanea” oppure “permanente”) e può riguardare un sistema di beni e attività articolato, ad esempio: progettazione, animazione, produzione culturale, realizzazione di eventi, realizzazione o restauro di immobili (che non trasformino questi ultimi in modo irreversibile escludendoli da usi diversi futuri).
Le diverse proposte di collaborazione saranno valutate da un gruppo di lavoro, istituito dal direttore generale del Comune, che potrà dotarsi di uno sportello per i rapporti con i cittadini. Inoltre, sarà realizzato un apposito portale web. I progetti di collaborazione verranno poi anche esaminati dalla Commissione consiliare competente.
L’obiettivo è quello di perseguire “un modello di amministrazione condivisa - si legge nel provvedimento – nel quale gli amministrati non sono più tali, bensì sono cittadini attivi e responsabili che alleandosi con l’amministrazione contribuiscono alla soluzione di problemi di interesse generale”. La votazione è stata preceduta da un dibattito, del quale si riporta di seguito una breve sintesi:

Fosca Nomis (PD)
Questo Regolamento è utile per stimolare la crescita del senso civico, di un rapporto forte tra cittadini e Amministrazione comunale. Vengono formalizzate pratiche consolidatesi nel tempo, semplificandone i percorsi, in un contesto di città vissuta quale bene comune nel suo insieme. Anticipo la proposta di una mozione di accompagnamento alla delibera che chiede un inventario dei beni mobili e immobili a disposizione, anche per consentire una futura verifica e valutazione della loro effettiva valorizzazione attraverso questi processi partecipativi.

Maurizio Trombotto (SEL)
Si tratta di un atto di importanza rilevante, che si ispira anche ad esperienze di altre città, come Bologna, formalizzando buone pratiche che questa Città ha già sviluppato da anni, si pensi al Progetto speciale periferie o alle Case del Quartiere. Questo garantisce reciprocamente sia i cittadini attivi che la Pubblica Amministrazione.
L’esperienza torinese è stata in questi anni particolarmente ricca sul piano ambientale, con interventi che hanno consentito la riappropriazione di spazi pubblici da parte della comunità. Elemento ancora più innovativo è quello relativo alla gestione degli immobili, che come ha anche precisato l’assessora non è uno strumento che legalizza eventuali occupazioni abusive. Si tratta in sintesi di un provvedimento utile, che va nel senso di promuovere la partecipazione diretta.

Chiara Appendino (M5S)
Condivido i principi fondanti di questo regolamento: servivano strumenti per rispondere ai cittadini che ci chiedevano di occuparsi del bene pubblico. Il mio voto sarà determinato dalla discussione degli emendamenti che riguardano alcune mie perplessità. In specifico una chiara definizione di “bene comune” e quali beni possano essere messi a disposizione. E’ importante che non ci sia confusione tra questi e quelli soggetti a concessioni. Occorre anche dare pubblicità all’elenco dei beni comuni ed evitare che interventi di rigenerazione degli stessi diano adito ad un loro utilizzo privatistico. Questa delibera non deve, incentivando l’impegno dei cittadini, favorire un disimpegno della Città nell’erogazione dei servizi

Marco Muzzarelli (PD)
Alla base della delibera il principio di sussidiarietà che favorisce l’iniziativa dal basso. Torino in questo campo non arriva prima (c’è per esempio Bologna) ma è comunque all’avanguardia. Un esempio è il campo da basket donato
dai cittadini in piazza Arbarello. Non si tratta come qualcuno ha supposto, di regolarizzare situazioni difficili ma di dare opportunità ai cittadini che vogliono impegnarsi per la propria città

Guido Alunno (PD):
Ritengo che l‘atto sia davvero significativo e sia strettamente connesso con la riforma delle circoscrizioni. Rispetto al welfare, la capacità di questa città di realizzare un’alleanza stretta con le associazioni si è dimostrata essere uno degli elementi che fa la ricchezza della città stessa e che si qualifica come un pezzo importante del nostro comune. L’avvicinamento di gruppi più piccoli alla cura dei beni comuni è la vera innovazione di questo regolamento.
Non possono che essere le circoscrizioni a diventare il soggetto depositario di questo nuovo atto. Mi verrebbe da dire che le circoscrizioni del domani dovranno garantire una rete più ampia di servizi territoriali; per fare questo è quindi necessario cambiare la mentalità della classe politica che dovrà mettere in atto tutto ciò.

Maurizio Marrone (Fd’I-AN):
In commissione sono emerse diverse criticità espresse alla Giunta e rimaste inascoltate. In primo luogo evidenziamo l’impossibilità di distinguere le varie tipologie di patrimonio della città, viste le differenze di trattamento da parte della Giunta e la tendenza a voler cambiare le regole. Tutto quello che si è riuscito a vendere è stato venduto, contrariamente ad alcuni indirizzi che il consiglio proponeva.
Secondariamente credo si importante capire chi siano questi cittadini che devono occuparsi di parti del patrimonio. In questo caso si rischierebbe di individuare unicamente elementi allineati al carattere culturale della Giunta stessa. Diciamo quindi sì ai percorsi di condivisione con la cittadinanza, ma esprimiamo diverse perplessità rispetto a uno strumento che non sarà ben utilizzato visto l’orientamento amministrativo della Giunta.

C.R. - A.P. - S.L. (Ufficio stampa del Consiglio comunale)


Pubblicato il 11 Gennaio 2016

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