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“L’omofobia non ha diritto di cittadinanza a Torino. La vicenda dei due ragazzi costretti ad andarsene dal condominio nel quale avevano trovato casa ci riempie di sdegno e di tristezza. Torino non si riconosce nella violenza meschina con cui si è dato voce alla più retriva forma di discriminazione: quella basata sull’orientamento sessuale”. Lo ha dichiarato il sindaco, nell’apprendere la vicenda emersa nel corso di un processo che si sta celebrando a Torino, in cui due giovani compaiono come vittime del reato di stalking.
Il primo cittadino sottolinea come la nostra è la città che ha aperto il Servizio LGBT per il superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, e che opera ogni giorno perché questa condizione di eguaglianza sia reale: ”Lo ribadiremo stasera, in occasione dell’inaugurazione del 31 TGLFF, al quale sarò presente, anche in segno di solidarietà alle due persone vittime di questa pagina triste”.
“L’episodio di omofobia riportato dai giornali – aggiunge l’assessore responsabile delle politiche comunali alle Pari opportunità - dimostra che anche in una città come Torino – che ha fatto della libertà e della lotta alle discriminazioni un tratto distintivo della sua identità civile – i pregiudizi e la prevaricazione possono svilupparsi. Non bisogna, mai, abbassare la guardia. Qualunque sia l’esito del processo, vogliamo ribadire che non c’è spazio per una cultura omofoba e di sopraffazione. La Istituzioni, la società civile sono impegnate da tempo ad intervenire e ad affermare i principi di uguaglianza e di rispetto delle differenze. Già in passato, di fronte ad episodi simili, siamo intervenuti per rassicurare le vittime che le Istituzioni sarebbero state dalla loro parte di fronte ad episodi di bullismo omofobo e discriminante che purtroppo dimorano ancora nella nostra società. Voglio ribadire anche alle vittime di questo episodio – al di là dell’esito giudiziario – la solidarietà attiva e convinta dell’Istituzione che rappresento”.