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Nella mattinata con la scopertura di una targa si è svolta la cerimonia di intitolazione ad Alfredo Frassati dei giardini di piazza Solferino.
Frassati (Pollone, 28.9.1868 - Torino, 21.5.1961), fu giornalista, editore, imprenditore, ambasciatore e senatore del Regno e della Repubblica. Negli anni ’90 dell’800 fu corrispondente della Gazzetta Piemontese. Ne divenne comproprietario nel 1895 cambiandone il nome in “La Stampa”, e nei primi anni del secolo insediò il nuovo giornale nel Palazzo di piazza Solferino, angolo via Bertolotti. Neutralista alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e oppositore del fascismo, fedele al suo “giornalismo onestissimo” e indipendente dalla politica, dopo il delitto Matteotti fu obbligato dal regime a cedere il giornale e rimase ai margini della vita pubblica fino al secondo dopoguerra, quando tra gli altri importanti incarichi, assunse la direzione di Italgas, risollevando le sorti dell’azienda prossima al fallimento.
Frassati è padre di Pier Giorgio, morto ventiquattrenne nel 1925 e beatificato da Giovanni Paolo II nel 1990.
Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato il sindaco, Piero Fassino, il Consigliere comunale, Michele Paolino, il presidente della Circoscrizione 1, Massimo Guerrini, il giornalista ed europarlamentare Jas Gawronsky, nipote di Frassati, Wanda Gawronsky, anch’essa nipote, il presidente dell’ordine dei giornalisti del Piemonte e Valle D’Aosta, Alberto Sinigaglia e ragazzi e insegnanti dell’Istituto Juvarra, che si affaccia sulla piazza.
Fassino ha messo in risalto la lungimiranza di Frassati “capace di leggere il suo tempo segnato dal radicamento dell’industrializzazione, portatrice della modernità”, e di “cogliere il valore strategico dell’informazione e di un grande giornale di respiro nazionale”.
Paolino, ha ricordato la figura di Frassati e l’importanza della toponomastica cittadina, “panteon ideale dei personaggi che hanno illustrato la nostra città”.
Guerrini ha ringraziato il sindaco ed il Consiglio comunale per questa intitolazione in uno dei giardini più belli di Torino, che cinque anni fa, all’inizio dell’attuale mandato amministrativo, aveva inaugurato con Fassino, dopo importanti opere di riqualificazione.
Sinigaglia, anche in rappresentanza del direttore de La Stampa, Alberto Molinari, ha evidenziato l’importanza di questo “prototipo del giornalista-editore della cui figura – ha detto - parlo ogni volta che consegno la tessera professionale a un nuovo giornalista”.
Gawronsky ha offerto una nota personale, curiosa ed amara:” quando dissi a mio nonno di voler fare il giornalista me lo proibì, perché secondo lui il giornalismo della fine degli anni ’50 era degradato. Non so se vedendo il giornalismo di oggi avrebbe cambiato idea”.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)