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Comunicato stampa

INTITOLATO IL GIARDINO “TERENZIO MAGLIANO”

Si è svolta, questa mattina, la cerimonia di intitolazione del giardino compreso fra corso Belgio, via Pallanza e via Deledda alla memoria di Terenzio Magliano.
La sua vita è stata illustrata dal consigliere Andrea Tronzano, in rappresentanza del Consiglio Comunale.
Capitano paracadutista delle Divisioni Folgore e Nembo, durante la II Guerra Mondiale, fu partigiano ispettore delle Formazioni Matteotti.
Nel 1944 venne arrestato dalle SS e deportato nei campi di sterminio di Mathausen e di Gusen, un’esperienza, questa che lo portò a scrivere due libri, Mauthausen cimitero senza croci e La cava di pietra, libri che, ha ricordato Tronzano, saranno custoditi nel nuovo Polo del ‘900.
Nel dopoguerra diventa segretario provinciale del Partito Socialista Democratico. Con lo stesso partito viene eletto senatore nel 1963 e deputato nel 1968 e 1972.
Ricoprì anche il ruolo di consigliere comunale, assessore e prosindaco tra il 1960 e il 1985. Morì a Torino nel 1989, a 79 anni.
“Magliano, ha sottolineato Tronzano, fu precursore delle pari opportunità avendo creato l’associazione delle deportate. Uomo simpatico e gioviale, in Consiglio comunale è ricordato come colui che riusciva a stemperare le tensioni”.
Emanuele Durante, presidente della Circoscrizione 7, ha evidenziato come l’intitolazione di oggi rappresenti un’opportunità per approfondire la storia di Magliano per i cittadini e per le scuole del quartiere.
“Era un amico di mio padre, un’amicizia cementata durante la lotta di Resistenza e successivamente con l’impegno politico”, ha invece esordito il sindaco Piero Fassino. Era un uomo di grande spessore umano, di grande ironia che stabiliva relazioni immediata con le persone. Dedicargli un luogo della città, ha continuato Fassino, è doveroso perché atti come questi non hanno nulla di celebrativo o di retorico, ma corrispondono all’esigenza di trasmettere memoria. E’ un dovere che ha ciascuno di noi e che ha ogni generazione nei confronti delle generazioni successive. Il rischio è che l’oblio copra eventi e il profilo persone. Momenti come questi servono a lasciare testimonianze visibili e fisiche, per trasmettere conoscenza di una storia che appartiene a tutti noi, perché nulla e nessuno sia dimenticato. Ricordare esperienze tragiche come quelle vissute da Magliano durante la deportazione significa far sì che quanto accaduto non accada più. Viviamo in un Paese che da 70 anni vive nella pace ma ci sono tanti luoghi nel mondo con conflitti e guerre, in cui i diritti sono negati e oppressi. Fare memoria, ha concluso il sindaco, è il modo per riaffermare la centralità e l’irrinunciabilità di valori fondamentali per la vita di ciascuno di noi e per la comunità a cui apparteniamo”.

F.D'A. - M.L. - Ufficio stampa Consiglio Comunale


Pubblicato il 23 Febbraio 2016

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