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Approvata oggi in Sala Rossa, con alcuni emendamenti, la deliberazione di iniziativa popolare che, modificando lo Statuto della Città, vi introduce lo strumento del referendum propositivo su temi, programmi e progetti di competenza del Comune. Il provvedimento ha ricevuto 27 voti a favore, con due astensioni.
La delibera prevede che occorrano, per presentare la proposta di referendum, 10.000 firme di elettori. Viene fissato al 25% degli aventi diritto il quorum di partecipazione al voto, per l’efficacia vincolante del risultato del referendum.
Il Consiglio comunale ha 90 giorni dalla proclamazione dell’esito della consultazione se favorevole alla proposta, per deliberare o provvedere in merito. Le richieste di referendum che comportino per il Comune nuove o maggiori spese o minori entrate, se approvati, dovranno trovare copertura finanziaria con un’apposita variazione di bilancio da parte del Consiglio comunale.
La votazione è stata preceduta da un dibattito, del quale riportiamo di seguito la sintesi:
Michele Paolino (PD):
Questo provvedimento celebra l’esercizio della democrazia, con l’iniziativa dei cittadini diretta dei cittadini, come previsto dallo Statuto della Città. Viene introdotto negli ordinamenti del Comune un elemento nuovo, il referendum propositivo. Non è folklore né scimmiottamento del tanto citato esempio svizzero: la partecipazione appartiene alla storia della nostra città. Abbiamo lavorato per rendere più efficace lo strumento, rafforzandone il peso tramite l’elevazione del quorum di validità, rispetto a quello inizialmente previsto dai proponenti. Abbiamo pensato al quorum del 25% di partecipazione al voto, al di sotto del quale apparirebbe evidente il fatto che il tema proposto appartiene solo a una minoranza di cittadini. Mi auguro che ci sia un ampio consenso in aula, con questo provvedimento il Consiglio comunale restituisce una quota di sovranità ai cittadini, il che è segno di maturità democratica.
Maurizio Trombotto (SEL):
Si tratta di una proposta importante, in una città che è stata una delle culle della partecipazione democratica nelle istituzioni, questo anche in rapporto alle profonde trasformazioni urbanistiche e demografiche di quell’epoca, che vedevano il raddoppio della popolazione e la crescita di domanda di servizi da parte della cittadinanza. Anni più tardi, quel processo è stato istituzionalizzato nel Decentramento, recentemente riformato. Il provvedimento in discussione oggi va a completare quel percorso. Oltre al referendum, la deliberazione contiene anche elementi importanti per la democrazia diretta, come il riconoscimento della partecipazione per via telematica, così come l’abbassamento del numero delle firme necessarie per la presentazione da 20mila a 10mila, l’obbligo al Consiglio comunale di dare comunque una risposta ai proponenti anche in caso di esito negativo della consultazione e il quorum di partecipazione proposto inizialmente, pari al 5%.
Vittorio Bertola (M5S):
Sono molto contento di questa delibera non solo perchè è di iniziativa dei cittadini ma anche per il tema: mettere nelle mani dei cittadini la gestione della cosa pubblica introducendo il referendum propositivo e abbassando il numero di firme richieste. Il Movimento 5 stelle si dichiara favorevole, abbiamo contribuito alla raccolta firme anche se abbiamo lasciato l’iniziativa della delibera ai cittadini e ai comitati referendari. Invitiamo a tutte le forze politiche a votare favorevolmente per dare un segnale importante per la democrazia e per i cittadini stessi.
Fabrizio Ricca (Lega Nord):
Annuncio il voto favorevole alla delibera perchè i cittadini hanno la possibilità di concorrere nelle decisioni nella gestione della città. La partecipazione dei cittadini è la base della democrazia. Se si fossero sottoposti alcuni temi ai cittadini (il suk di via Bologna o l'aumento del biglietto del bus) l’esito sarebbe stato diverso. Questi sono esempi di decisioni prese in aula a colpi di maggioranza distanti dalle opinioni dei cittadini.
Andrea Tronzano (Forza Italia):
Il nostro gruppo voterà favorevolmente alla delibera.
Ma evidenzio come questa scelta non significhi certo voler abdicare ai dettami della democrazia rappresentativa, anche se in generale occorrerebbe che i cittadini potessero usufruire con maggior facilità dei propri diritti e la politica ascoltasse di più.
Risulta chiaro come il gruppo di maggioranza del Pd non stia dando risposte in merito, basti ricordare i casi dell’ex Moi e del Suk di via Monteverdi. Ed è altrettanto chiaro come la maggioranza dell’Aula non è autosufficiente per votare la delibera e la può approvare soltanto grazie all’atteggiamento ‘costruttivo’ dei gruppi di opposizione.
Chiara Appendino (M5S):
Non credo nella dicotomia tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta. Soprattutto in questi tempi nei quali è importante dare impulso agli strumenti di democrazia diretta. E questo ne è un perfetto esempio, con un gruppo di cittadini che si sono fatti carico di uno specifico problema presentando una proposta all’amministrazione comunale.
Credo sia un bene che venga introdotto il referendum propositivo, uno strumento a tutela di tutti. E mi auguro sia approvato oggi dall’Aula.
Enzo Liardo (NCD):
Siamo a disposti a votarla, ma la prossima settimana. Penso che una mozione così importante, che cambia il regolamento, debba essere condivisa da maggioranza e minoranza. Per questo sarebbe auspicabile votarla nel Consiglio di lunedì prossimo con la garanzia di raggiungere immediatamente il quorum previsto dei 27 voti.
Silvio Viale (PD):
Meglio votare la delibera oggi. Se ci sono problemi, non è certo in una settimana che possono venire risolti. Nel merito, va detto che con questo provvedimento facciamo fare un notevole passo avanti alla città. Bisogna, però, avere il coraggio di sganciare lo strumento del referendum dalla dinamica maggioranza contro opposizione, perché stiamo trattando strumenti di partecipazione, spesso trasversali nella proposta, e di garanzia per tutti. Rimango poi convinto che il modello migliore sia quello svizzero: decide chi vota un referendum, mentre chi non partecipa delega in qualche modo la scelta a chi partecipa al voto. Per questo propongo, anche se non mi entusiasma, il quorum al 25%, si tratta di ricercare un punto d’equilibrio, che ritengo accettabile.
Giuseppe La Ganga (PD):
Ho moltissime perplessità su questa delibera. Il quorum a livello “altissimo”, al 25 o al 33%, è comunque facilmente raggiungibile se verrà applicata la prassi di associare il referendum ad altre consultazioni elettorali, dove questa percentuale viene normalmente ampiamente superata. D’altra parte sarebbe assurdo non avvalersi di tale prassi visti i costi di una consultazione referendaria. Introdurre l’idea di un referendum propositivo comporta un salto di qualità nella cultura della nostra democrazia. Si introducono principi di democrazia diretta, anticamera della demagogia. In questo senso segnalo che la prossima consiliatura dovrà misurarsi con la proposta di delibera sui Rom o su altri temi delicati per i quali non è vero che il ricorso all’opinione della gente sia garanzia di decisioni più serene, più giuste e più corrispondenti agli interessi della nostra comunità.
C.R., M.L., A.P., T.DN., R.T., F.D'A. - Ufficio stampa del Consiglio comunale