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Approvata in Sala Rossa una proposta di ordine del giorno, prima firmataria Laura Onofri (PD), che affronta il problema dei matrimoni precoci e forzati, una pratica che sopravvive in varie zone del pianeta quali alcune parti dell’Asia meridionale e dell’Africa a sud della fascia sahariana, sussiste a livello endemico in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale. Altri casi, non numerosissimi ma non per questo meno gravi, si verificano anche in Europa, anche per via dei flussi migratori. Il documento chiede che il governo italiano, recependo la risoluzione delle Nazioni Unite del 2014, contribuisca a lanciare e sostenere una campagna mondiale per contrastare i matrimoni precoci e forzati, sul modello di quella contro le mutilazioni agli organi sessuali femminili, che pare aver dato risultati concreti in vari Paesi.
Nel mondo, spiega il documento votato unanimemente dal Consiglio comunale, ci sono ancora 146 Paesi dove le ragazze possono sposarsi a meno di 18 anni e in 52 Stati la legge consente il matrimonio anche prima dei 15 anni d’età. Innumerevoli i casi di “matrimoni” illegali che riguardano non ragazze, ma bambine di 10, 9 e anche 8 anni. Unioni spesso imposte da famiglie povere e che diventano quasi sempre situazioni di pericolo per la salute fisica e mentale di bambine e ragazze. A cominciare dalla loro salute sessuale e riproduttiva, messa a dura prova dalle più diverse forme di violenza psicologica e fisica, senza parlare dell’abbandono scolastico. Inoltre, sottolinea ancora l’ordine del giorno, le conseguenze sulla prole sono pesanti, con una percentuale di nati da madri bambine interessati da mortalità neonatale e da problemi cognitivi e fisici. Secondo dati Unicef, il fenomeno riguarda 15 milioni di bambine e ragazzine ogni anno, con innumerevoli situazioni dove consuetudini tribali o religioso prevalgono sulla stessa legislazione in vigore nello Stato.
Nel 2014, 85 Stati aderenti alle Nazioni Unite hanno condiviso la Risoluzione del Consiglio dei Diritti Umani che definisce i matrimoni precoci e forzati quale autentica violazione dei diritti umani.
Il voto in aula è stato preceduto da un dibattito, qui di seguito riportato in sintesi.
Laura Onofri (PD):
E’ in corso una campagna di Amesty International. Il fenomeno colpisce 15 milioni di spose bambine ogni anno, 37.000 ogni giorno e neppure il nostro Paese, nonostante le sue leggi, ne è esente. In 146 paesi il matrimonio è consentito con minori di 18 anni ed in 52 paesi con minori di 15 anni. Chiediamo al Governo di recepire la risoluzione del “Consiglio dei diritti umani” dell’Onu, di cui l’Italia era co-presidente, del 2 luglio 2015.Non so se questo ordine del giorno sarà efficace, ma anche una riflessione su questi temi in questa sede può essere utile.
Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia):
Anche da noi questi temi sono presenti. Per esempio si praticano clandestinamente mutilazioni genitali, però vorrei che qualcuno mi spiegasse (aldilà dell’ovvia dichiarazione di principio che qui condividiamo tutti) di che cosa concretamente stiamo parlando. Se approviamo l’ordine del giorno, che cosa fa il giorno dopo la Giunta? A quale progetto vogliamo contribuire?
Vittorio Bertola (Movimento 5 Stelle):
Questo governo non si è distinto nella difesa dei diritti civili, tuttavia vale la pena approvare questo provvedimento. Credo peraltro che sia utile una riflessione su quel che succede nella nostra Città. In particolare nei campi nomadi potrebbero esserci pratiche come matrimoni di minori anche se non formalizzati davanti alla nostra legge. E’ bene chiedersi che cosa possiamo fare per prevenire questi fenomeni.
Lucia Centillo (PD): Come tutti noi sappiamo diverse volte ci siamo trovati ad utilizzare lo strumento dell’Ordine del Giorno per trattare temi che non sono inerenti con l’amministrazione della città, ma che necessitano di una profonda riflessione. Ci sono giunte ultimamente notizie dall’Iran, dove purtroppo il caso di giovanissime ragazze fatte sposare con uomini adulti è notevolmente alto. Noi chiediamo quindi al Governo di farsi carico del problema, perché finisca al più presto questo scempio delle spose bambine, e allo stesso tempo si metta un freno al corrispettivo occidentale, ovvero il turismo sessuale.
Silvio Magliano (NCD – Area Popolare):
Queste pratiche accadono in paesi in cui sono permesse da una scorretta interpretazione della religione di appartenenza. Dovremmo chiedere all’Islam moderato di prendere una posizione rispetto ai matrimoni di bambine e allo stesso tempo dobbiamo vigilare affinché la cultura di queste pratiche non giunga fino a noi. Invito inoltre a prendere in considerazione un problema che si verifica in India, in cui a viene chiesto a giovanissime ragazze di partorire otto figli in dieci anni, caratterizzandosi come un abuso del corpo femminile attraverso la pratica dell’utero in affitto.
Michele Curto (SEL): Approvo il provvedimento, ma ho una critica da rivolgere alla Giunta. In quest’aula avevamo approvato una delibera di iniziativa consiliare sul tema dei Rom, ma le cose stanno procedendo diversamente da quanto indicato, il governo della Città si limita al lifting urbano trascurando l’emersione umana. Vorrei che in Commissione Pari opportunità discutessimo anche delle pari opportunità per i bambini e le bambine di questa città, di diritto alla cittadinanza. In Lungo Stura Lazio quella che doveva essere un’iniziativa basata sull’inclusione rischia di limitarsi alla ricollocazione di alcune famiglie.
C.R./S.L./A.P. - Ufficio stampa del Consiglio comunale