Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2015 > GENNAIO

Comunicato stampa

IL GIORNO DELLA MEMORIA IN SALA ROSSA

Il Giorno della Memoria è stato celebrato questa mattina con una cerimonia in Sala Rossa. Il presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino ha introdotto l’iniziativa, sottolineando come “il ricordo dei tragici eventi di allora debba ispirare l’impegno contro l’antisemitismo, il razzismo, l’omofobia e ogni forma di discriminazione”. In questo senso, “la memoria deve diventare un progetto per il futuro, un’azione continua contro tutti i pregiudizi”, ha aggiunto il presidente, ricordando come il nazismo avesse perseguitato e sterminato non soltanto gli ebrei, ma gli oppositori politici, i disabili, le minoranze.

E’ quindi intervenuto Nino Boeti, per il Consiglio regionale del Piemonte, rievocando tra l’altro la corresponsabilità del fascismo italiano nell’Olocausto: “E’ una colpa che pesa sul nostro Paese, per questo le istituzioni devono far sì che le giovani generazioni conoscano quanto accadde allora”.

Ugo Sacerdote, presidente del Comitato del Coordinamento delle associazioni della Resistenza, dopo aver ricordato le impressionanti numeri di persone sterminate nei lager nazisti ha messo in guardia su come, in presenza ormai di pochissime testimonianze dirette, l’oblio si impadronisca del passato “di cui non si distingue più il bene dal male”. La giornata odierna, ha sottolineato, è un’occasione di meditazione sui pericoli emergenti ed incombenti. “In memoria delle vittime del passato, ha affermato, dobbiamo impegnarci seriamente ad opporci ai fanatismi agli odi etnici ed alle discriminazioni religiose”.

Il direttore del Museo della Resistenza, Guido Vaglio, ha ricordato il progetto delle “Pietre d’inciampo” murate sui marciapiedi di vari punti della città, in memoria di alcuni deportati, ebrei ma anche antifascisti come il socialista Filippo Acciarini. Un progetto non ancora concluso, scaturito dalla collaborazione tra Museo, Associazione ex Deportati, Comunità Ebraica e Goethe Institut.

Meno istituzionale ma egualmente significativa è stata la testimonianza di Roberto Duretti, figlio di una donna sopravvissuta alla deportazione, Stella Valabrega, col numero 75697 di Auschwitz tatuato sull’avambraccio. Nelle sue parole, la descrizione di come l’orrore dei campi di concentramento abbia accompagnato l’esistenza quotidiana dei superstiti sino all’ultimo respiro, tra incubi notturni ed episodi come quello nel quale il motivetto “Rosamunda”, suonato in una località balneare decenni più tardi, causa una crisi di pianto in sua madre poiché nel lager le prigioniere erano costrette a marciare al suo suono.

Un’altra donna sopravvissuta al campo di concentramento, Elena Ottolenghi, ha voluto ricordare che “oltre al popolo ebraico, anche un’altra comunità è stata oggetto del tentativo di annientamento totale da parte del nazismo, quella degli zingari. Una storia che si conosce poco, perché quella dei Rom è una cultura orale. E io mi sento vicina a quel popolo”. L’ex deportata ha anche rammentato come nei lager nazisti siano finiti omosessuali, oppositori politici, internati militari.

Alla cerimonia erano presenti anche i bambini di due classi di scuola elementare (la “Pestalozzi” di Torino e l’elementare di Casellette), che hanno intervallato gli interventi con brevi frasi spontanee, esprimendo lo sconcerto di fronte all’orrore (“a me non sembra giusto uccidere qualcuno, è come se le persone diventassero animali, oggetti”) ma anche la loro comprensione del terribile significato di quegli eventi: “Ci sono le prove, è impossibile negare quanto è successo, Raccontare quei fatti non deve spaventare ma a far sì che non accada più”.

In chiusura l’intervento del sindaco Piero Fassino. Il primo cittadino ha messo in rilievo come con l’iniziativa odierna non si compia solo un atto di ricordo ma si trasmetta memoria perché non debbano essere più vissute le tragedie del passato. “L’umanità non è vaccinata da certe tragedie”, ha evidenziato il sindaco, ricordando come “in 70 anni si sia assistito a rigurgiti di antisemitismo e di xenofobia”. Ricordando come quanto accaduto sia avvenuto anche per “una zona grigia di indifferenza” ha esortato “non essere indifferenti ma consapevoli che valori come la libertà la democrazia la giustizia sociale, il rispetto della dignità umana, i diritti civili insopprimibili e irrinunciabili per ogni persona non vivono per il solo fatto che sono affermati ma vivono con i nostri comportamenti individuali e collettivi, con il contrasto di chi li voglia negare e di ogni forma di intolleranza di sopruso e di violenza e di oppressione”.


IL RICORDO DELL’OLOCAUSTO AL CARCERE “LE NUOVE”

Nell’ambito delle celebrazioni per la ricorrenza del Giorno della Memoria, il consigliere comunale Silvio Viale ha partecipato, in mattinata, in rappresentanza della Città, alla fiaccolata organizzata dalla associazione “Nessun uomo è un’isola”. Partita da Porta Nuova, la fiaccolata cui hanno preso parte alcune classi delle scuole elementari e medie della città, è terminata all’interno del vecchio carcere “Le Nuove”, dove sono intervenuti il consigliere Viale, per il saluto ufficiale, ed alcuni familiari di deportati, vittime dell’Olocausto.

Ufficio stampa Consiglio Comunale


Pubblicato il 27 Gennaio 2015

Stampa questa pagina

Condividi

Torna indietro