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Il Consiglio comunale, convocato questa mattina in seduta straordinaria, ha approvato all’unanimità una mozione che chiede la sospensione della delibera della Regione Piemonte del giugno scorso avente per oggetto “Riordino della rete dei servizi residenziali della psichiatria”.
La mozione, presentata dal consigliere Angelo D’Amico (FI) e modificata da un emendamento presentato da Guido Alunno, presidente della Commissione Sanità e Assistenza, nell’esprimere una valutazione negativa sulla delibera regionale, impegna Sindaco e Giunta comunale ad attivarsi per la sospensione dell’atto e la convocazione di un Tavolo con tutti i soggetti interessati. Tavolo che dovrà occuparsi di procedere a sostanziali modifiche e integrazioni della delibera, finalizzate alla riorganizzazione condivisa della rete della residenzialità psichiatrica.
Prima della votazione, in Sala Rossa si è svolta la discussione che ha coinvolto i consiglieri comunali. Di seguito, e nell’ordine, gli interventi.
Angelo D’Amico (FI): “La mia è una mozione che chiede al Consiglio comunale di esprimere un parere negativo alla delibera regionale sul riordino servizi psichiatrici, impegnando Sindaco e Giunta ad attivarsi verso la Regione per sospenderne l’attuazione proponendo la convocazione di un Tavolo con i soggetti interessati. E’ bene ricordare che la delibera in questione modifica in modo radicale l’assistenza sui malati psichiatrici aumentando i costi a carico degli utenti o dei familiari (famosi per non essere milionari). Se i costi non verranno sopportati da utenti e famiglie, toccherà al Comune farsene carico. Ma il Comune non è obbligato a farlo (non trattandosi di Livelli Essenziali di Assistenza - LEA) e la conseguenza potrebbe portare i pazienti ad essere ospitati in altre tipologie di struttura con costi maggiori a carico della sanità regionale. Insomma, laddove la Regione cercava un risparmio, con l’applicazione di questa delibera rischia di vedersi aumentare i costi”.
Domenica Genisio (PD): “Riprendendo quanto già sottolineato dal vicesindaco Elide Tisi in altra sede, vorrei ribadire come i livelli di assistenza vadano concertati fra Regione ed enti territoriali titolari della funzione socio-assistenziale, così come chiesto dall’ANCI. Ciò non è avvenuto e la delibera adottata dalla Regione in questo frangente, rispondendo a criteri puramente economici, non ha tenuto conto del diritto delle persone ad avere la possibilità del ritorno ad un vita normale. Nel corso degli anni il diritto all’assistenza, il riconoscimento della dignità della persona, hanno portato ad un grande lavoro sfociato nei ‘gruppi appartamento’. Rivediamoli pure, se li riteniamo superati, ma non può essere diminuita l’attenzione alle persone e all’individuazione del percorso migliore per mantenere la loro dignità”.
Silvio Magliano (Area Popolare - NCD): “Da troppo tempo viene messo al centro il servizio erogato e non l’utente, calcolando gli interventi in base al ritorno economico e non alla necessità della persona che vive la difficoltà psichiatrica. Porsi domande su questo problema solo dopo l’emanazione della delibera in oggetto, sottolinea la volontà politica di risolvere in fretta il problema da parte della Regione, scaricandolo sui comuni e sulle famiglie. Siamo di fronte all’assurdità della convocazione di un Tavolo di lavoro dopo l’emanazione di un atto deliberativo. Ma dovremmo affrontare con la necessaria attenzione anche il tema dell’assistenza domiciliare e le modalità con cui vengono trattati gli operatori: continuare ad intervenire su questa attività, senza discuterne con associazioni e cooperative, dimostra l’incapacità del ‘pubblico’ di dialogare con il ‘privato’ quando si affrontano problematiche di questo tipo”.
Lucia Centillo (PD): “Il ricordo va al 1978, una stagione ricca di battaglie che ha portato in Parlamento riforme straordinarie: la chiusura dei manicomi, la legge sull’aborto, il servizio sanitario nazionale, mettendo al centro il diritto alla salute, svincolato da reddito o censo. La salute mentale è un tema ancora più delicato: con la legge Basaglia che ha chiuso i manicomi è nato un sistema articolato di servizi grazie a un grande lavoro degli operatori e cittadini che non può ora essere disperso o intaccato. Con la DGR rischiano di essere compressi se non negati diritti fondamentali previsti dalla Costituzione e addirittura della Carta dei diritti umani: casa, salute, lavoro. I Gruppi appartamento infatti non sono realtà di basso livello assistenziale, essi aiutano la persona sofferente a sentirsi accolto, inserito, valorizzato il più possibile e operano per l’accesso delle persone ai diritti fondamentali. Una delibera della Giunta Regionale che tocchi questo sistema in modo unilaterale, tocca direttamente e alla radice quei diritti. Giusto correggere errori come il mancato accreditamento delle strutture (il Comune l’ha fatto da 15 anni) ma laddove si va a intaccare un modello che mette al centro le persone io non cambio opinione e, come facemmo per la giunta Cota, se la delibera non verrà sospesa o ritirata sono disposta ad andare fino in fondo e a chiedere di ricorrere al TAR e al Consiglio di Stato”.
Enzo Liardo (NCD): “Ringrazio per il dibattito costruttivo e pacato, ho sempre pensato che su questo puntosi sia sempre fatto poco. Quello che vivono le famiglie delle persone malate è un dramma che le condiziona in modo definitivo. Ho sempre visto investire molto per il recupero dei tossicodipendenti e troppo poco per questo tipo di patologie in cui il paziente non ha alcuna responsabilità. Quando il provvedimento della Giunta Regionale entrerà in vigore ci sarà un ragione di maggiore sconforto per le famiglie”.
Luca Cassiani (PD): “Ringrazio gli operatori che costruiscono la speranza e il sostegno a famiglie e pazienti. Sul piano politico vedo due questioni. Questa delibera Regionale potrebbe prospettare una riospedalizzazione dei pazienti e dare una mano a certi appetiti del settore privato. Inoltre ritengo che sia difficile fare una riforma contro i servizi e gli operatori dei servizi per la salute mentale, che, invece, vanno coinvolti. Serve dunque l’apertura di un tavolo e la sospensione della delibera. Occorre appoggiare gli sforzi del vicesindaco Tisi consapevoli della forza della storia che ha portato alla chiusura dei manicomi e nella rete di servizi che il Piemonte ha saputo creare, ponendosi in ciò all’avanguardia in Italia”.
Vittorio Bertola (M5S): “Sono contento della discussione in aula e non solo perché non ci sono state polemiche ma perché si è tutti d’accordo contro questo provvedimento che risponde solo a logiche economiche. Si deve fare un ragionamento più alto sul Welfare, non bastano solo la necessità dei tagli di bilancio ma si deve discutere il tema a livello nazionale ed europeo per capire a quale modello di società si vuole giungere. Voteremo a favore della mozione”.
Laura Onofri (PD): “Il nostro senso di responsabilità lo mettiamo alla prova inserendo degli emendamenti alla mozione del consigliere D’Amico e anche se l’assessore Tisi aveva già trattato il provvedimento regionale, oggi arriva in Consiglio comunale. Vorrei proporre una riflessione sulla Legge 180 per capire se è ancora un punto di riferimento sapendo che in Parlamento ci sono proposte per il suo cambiamento”.
Guido Alunno (PD): “Sottolineo l’importanza della capacità di questo Consiglio comunale di esprimere con estrema serenità e forza la necessità di un cambiamento rispetto alla scelta del Governo regionale. Penso che sia importante il livello di condivisione raggiunto sulla mozione presentata dal consigliere D’Amico. La storia della psichiatria in questa città, è una storia importante, costruita con fatica e che ha portato a risultati considerati eccezionali. Una storia che richiede oggi una forte difesa. Anche per questo, chiedere la sospensione della delibera in oggetto è assolutamente decisivo, frutto di un dibattito condiviso in commissione. Il tema del riordino dei servizi psichiatrici va trattato e affrontato e modifiche arriveranno, ma per farlo serve un metodo diverso da quello utilizzato e con un’attenzione diversa alle esperienze attualmente in atto”.
In rappresentanza della Giunta ha quindi concluso il dibattito l’assessore Giuliana Tedesco, in sostituzione della vicesindaco e assessore alla Sanità Elide Tisi, impossibilitata a prendere parte alla seduta. L’assessore Tedesco ha definito opportuno e condiviso dal vicesindaco il provvedimento, emerso dalla IV commissione, che chiede alla Regione Piemonte l’apertura di un tavolo di confronto e quindi la sospensione della delibera, condizione formale imprescindibile per un confronto reale che arrivi alle necessarie modifiche e integrazioni. Tedesco ha quindi auspicato l’unanimità dell’aula sulla votazione e soprattutto che la Giunta Regionale tenga conto del pronunciamento del Consiglio comunale
La votazione conclusiva ha visto l’unanimità sul provvedimento con i voti favorevoli di: Partito Democratico, Moderati, Nuovo CentroDestra, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord, MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Area popolare/NCD, Gruppo misto di maggioranza.
Ufficio stampa Consiglio comunale