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Nella mattinata dell’11 giugno è stato intitolato a Giuseppe Delfino, il giardino di via Exilles 3 noto a molti cittadini come “Officina verde Tonolli”.
Delfino, nato nel 1921, è stato nella sua straordinaria carriera sportiva punto di riferimento per la spada italiana e torinese, come atleta negli anni ’50 e ’60, poi come dirigente sportivo, fino alla sua morte nel 1999.
Prosegue così in questo “2015 anno dello sport” per la nostra Città, il percorso di intitolazioni di spazi pubblici e giardini “palestre a cielo aperto” li ha chiamati l’assessore Stefano Gallo aprendo la cerimonia, a sportivi torinesi che hanno onorato lo sport e la Città.
Un percorso in cui la memoria deve alimentare la passione e questa costruire il futuro, ha detto l’assessore.
Con l’assessore hanno partecipato alla cerimonia il presidente della circoscrizione 4, Claudio Cerrato, il presidente dell’Unione stampa sportiva italiana, Federico Calcagno, il presidente del “Club scherma Torino”, Mario Vecchione, il presidente del “Circolo di scherma Delfino” di Ivrea, Andrea Bérmond des Ambrois, Cesare Salvadori, anch’egli grande schermidore e Laura Delfino, figlia dell’atleta.
L’area verde, un’oasi di tranquillità, con prati, frutteti ed orti a pochi metri da corso Francia, è gestita dalla cooperativa Agriforest e da anni utilizzata dalle associazioni Jhonathan, Abili tutti, Agesci To 3, KJ+, Parco del Nobile, che vi svolgono una intensa attività educativa e sociale a favore di bambini, ragazzi e adulti. Ed è proprio con un riconoscimento a questo lavoro che ha aperto il suo discorso Cerrato.
Calcagno, cronista sportivo di lungo corso, voce di commento di molti incontri di scherma, ha ricostruito sinteticamente la carriera sportiva di Delfino fatta di centinaia di vittorie, sintetizzandola nei quattro ori e due argenti olimpici e nei 5 titoli mondiali di spada vinti.
“Aveva 43 anni quando partecipò alla sua ultima Olimpiade (Tokio 1964), quasi a volersi riprendere i cinque anni rubatigli dalla guerra”, ha detto, rievocando un'altra stagione dello sport, quando Delfino, che era già una stella internazionale, lavorava alla Michelin, e poi alla Fiat, e si vedeva negare i permessi per le gare.
Vecchione ha rievocato ricordi e conversazioni personali con Delfino, nel circolo schermistico torinese, dedicandoli a Laura, figlia dello sportivo giunta per la cerimonia dalla Spagna, dove vive.
Bérmond des Ambrois, ha offerto un ricordo filiale, del suo rapporto con Delfino che, già in pensione, si era ritirato a Palazzolo nel Canavese, ed aveva preso le redini del circolo schermistico locale dedicandosi anche all’insegnamento ai ragazzi: “Ci dava quattro punti di vantaggio, poi piazzava cinque stoccate consecutive all’avambraccio destro e vinceva”.
La cerimonia si è conclusa con una visita guidata all’ ”Officina Verde”, luogo di crescita e formazione di valori, cui si conviene, aveva detto Gallo nella sua introduzione, questo incontro con quel grande educatore che è lo sport.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)