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Per garantire e preservare gli equilibri di bilancio nel corso dell’esercizio provvisorio 2015, in attesa dell’approvazione del Preventivo 2015 (il termine per deliberarlo è attualmente fissato al 31 maggio 2015), il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una delibera per la razionalizzazione e il contenimento delle spese (21 voti favorevoli, 3 contrari).
In particolare, il documento prevede per ragioni di prudenza, oltre al limite di un dodicesimo mensile (stabilito dal Decreto Legislativo 267/2000), un ulteriore limite, costituito dalla misura massima del 70% su base mensile delle somme stanziate sul bilancio 2014.
La delibera autorizza “le sole attività ritenute prioritarie e ampliamente e adeguatamente motivate, la cui mancata realizzazione comporti un reale danno certo e grave all’Ente, sospendendo ogni iniziativa che non sia stata preventivamente discussa e approvata dalla Giunta Comunale”. Con due emendamenti, proposti dal consigliere Michele Curto e approvati dalla Sala Rossa, si chiede anche di dare pieno adempimento alle iniziative del Consiglio Comunale per rispondere alla crisi e alleviare le difficoltà economiche dei torinesi che risultassero ancora inattuate a seguito di verifica da parte delle Commissioni consiliari.
È stato anche approvato un emendamento (primo firmatario: il sindaco Piero Fassino) che prevede che le spese, qualora non già realizzate nell’esercizio 2014, siano descritte e autorizzate analiticamente in singoli provvedimenti deliberativi, previa presentazione del programma di spesa a esaurimento del budget del 70%.
La delibera è stata illustrata in aula dall’assessore al Bilancio Gianguido Passoni. Sono quindi intervenuti nel dibattito i consiglieri comunali.
Paolo Greco Lucchina (NCD): Non critichiamo il criterio prudenziale che prevede di accantonare il 70% delle somme stanziate sul Bilancio 2014, ma abbiamo discusso di armonizzazione contabile e di spese indifferibili e urgenti, senza una vera strategia politica da parte della Giunta. E, anche se certo bisogna continuare a procedere con rigore, il Consiglio Comunale risulta immobile di fronte a ogni possibile politica di spesa e non vengono stabilità priorità di intervento. Apprezziamo però la sincerità dell’assessore Passoni nell’affermare in Commissione Bilancio che quest’anno la Città non riuscirà a garantire tutti i servizi. Autorizzare l’esercizio provvisorio significa però darsi delle priorità. Priorità che non mi sento di riconoscere nella partecipazione allo stand Cacao dell’Expo e nei fondi straordinari a Torino Capitale europea dello Sport.
Alessandro Altamura (PD): Le tempistiche sono particolarmente contingentate e non sfugge che negli ultimi 4 anni ci sono stati tagli per 330 milioni di euro da parte dello Stato. E anche la legge di Stabilità ha avuto importanti ricadute sulla finanza locale. Il lavoro di mediazione sulla delibera svolto da PD e maggioranza, insieme alle minoranze, ha permesso però di individuare un percorso condiviso con l’intera Giunta Comunale. Gli emendamenti di sindaco e maggioranza e la mozione di accompagnamento permettono di non avere ricadute negative sui servizi essenziali di welfare e istruzione. Non esiste poi uno scontro tra welfare e cultura: c’è un percorso impegnativo, ma collegiale, che affronteremo nelle prossime settimane in Commissione Bilancio.
Chiara Appendino (M5S): L’intero sistema degli enti locali è sotto attacco. I termini “austerità” e “revisione della spesa” sono all’ordine del giorno. Non è stato attuato alcun provvedimento che lasci libertà ai Comuni, i quali vengono visti dal Governo centrale come dei veri e propri bancomat. Pertanto mi rivolgo al Sindaco, in quanto Presidente Anci. Lei dovrebbe opporsi a questa situazione che prosciuga le casse degli enti locali, inducendo questi ultimi a tagliare sui servizi essenziali.
Condivido lo spirito con cui è stata pensata la delibera, ma è necessario considerare con attenzione a quali servizi destinare i pochi fondi rimasti. Francamente credo che sia assurdo tagliare i servizi essenziali e destinare denaro pubblico a manifestazioni che, una volta passate, non lasciano nulla di tangibile alla cittadinanza. È quindi tempo di scelte, di decisioni che vanno prese nell’immediato, prima che sia troppo tardi. È estremamente necessario capire cosa tagliare e a quali servizi invece destinare i pochi fondi rimasti nelle casse comunali, cosa che noi abbiamo fatto presentendo i nostri emendamenti.
Maurizio Trombotto (SEL): Questo Governo mi pare poco sensibile alle istanze del sociale e agli enti locali. Negli ultimi 70 anni è sempre stato garantito un livello minimo di spesa, anche in momenti difficili. Chiedo quindi al Sindaco di porre attenzione nei confronti del Governo in modo da superare questo momento. La discussione fatta all’interno della maggioranza è stata franca e ha portato dei miglioramenti utili così come gli emendamenti e anche la mozione. È opportuno stabilire le priorità e distinguere tra gli impegni di spesa certi e obbligatori e le altre voci di spesa che non appaiono vincolanti e che possono essere rinviate o cancellate, perchè oggi questa Amministrazione deve continuare a porre un’attenzione superiore ai temi del welfare in ogni suo ambito. In questo senso vanno gli emendamenti e in questo senso la votazione.
Lucia Centillo (PD): Vorrei ringraziare il sindaco e l’assessore Passoni per le modifiche apportate alla delibera in modo che le spese siano più chiare e dettagliate. Le voci di spesa non si devono mettere in contrapposizione: solo così si può mantenere un equilibrio tra grandi eventi e welfare. Con l’Ostensione della Sindone si vede come funziona bene la gestione dell’Amministrazione per l’accoglienza dei pellegrini. Dobbiamo operare per avere i necessari stanziamenti di risorse. Il taglio del 30% di questi mesi deve essere ridimensionato nei mesi successivi perché si devono garantire i servizi essenziali e quelli obbligatori. Mi auguro che al più presto sia possibile votare il bilancio e non aspettare novembre. I tagli eventuali dovranno essere verificati in base alle priorità e non in modo lineare.
Andrea Tronzano (Forza Italia): Intervengo rapidamente e solo per dire che giovedì prossimo audiremo l’assessore regionale Saitta in Commissione. Sfido la consigliera Centillo a sostenere, in quell’occasione, la stessa posizione sul welfare che ha sostenuto oggi in Consiglio Comunale, considerando che, con i numeri a mia disposizione e che illustrerò giovedì, la delibera non garantisce i livelli essenziali di assistenza. Chiedo poi al sindaco di valutare la possibilità di scendere in piazza a protestare come Anci nazionale per difendere le autonomie locali (come già fatto in almeno altre quattro occasioni con altri Governi). Perché a fronte di questo ulteriore commissariamento, di cui questa delibera è un esempio, è evidente come sia stato raggiunto il limite massimo sotto il quale le amministrazioni locali non possano scendere.
Domenica Genisio (PD): Sono un po’ stupita dall’intervento del consigliere Tronzano e dalla sua richiesta alla consigliera Centillo. Perché Tronzano partecipando ai lavori di Commissione dovrebbe ben sapere quali sono le posizioni che io e la consigliera Centillo abbiamo sempre assunto nei confronti delle varie giunte regionali che si sono susseguite, fossero di Cota o di Chiamparino. Abbiamo sempre difeso lo stesso principio, qualunque fosse il colore della Giunta dell’amministrazione regionale: la necessità di garantire le risorse per i servizi obbligatori alle persone, che siano sociali o legate all’istruzione e all’educazione dei minori.
Michele Curto (SEL): Molte delle istanze presentate oggi, e che condivido nella sostanza, nascono dalla frustrazione di dover amministrare una consigliatura che non può brillare per indipendenza, in considerazione dei limitati margini concessi dai meccanismi della finanza pubblica. Dal giorno del nostro insediamento, nel 2011, ci troviamo a scegliere tra opzioni sempre più complicate per chi ha scelto come noi, di gestire questa crisi e provare a dare delle risposte ai cittadini in difficoltà. I Comuni italiani sono stati di fatto trasformati da enti di sviluppo democratico sul territorio a quasi macchinette dell’austerity e di conseguenza i Consigli Comunali in uffici di relazione con il pubblico per spiegare le ragioni per cui si fanno queste scelte. Questa delibera ci permette quanto meno di anticipare un dibattito anche politico sulla situazione di bilancio dell’Ente. Per questo guardiamo con preoccupazione a quelle, tante, mozioni politiche del Consiglio sul tema della crisi sociale e del welfare che spesso, purtroppo, non hanno trovato applicazione in una situazione inevitabile di rimpallo interno all’esecutivo tra le risorse stanziate e le possibilità organizzative. Infine, approcciamo le grandi sfide: sappiamo che è in corso una discussione sulla possibilità di utilizzare nella spesa corrente i risparmi da ricontrattazione dei mutui delle amministrazioni locali. Diamoci allora un mandato collettivo: adoperiamoci per un’iniziativa politica per ottenere dalle istituzioni finanziarie creditrici della Città, in particolare quelle fondazioni bancarie con capitale detenuto a Torino, una ricontrattazione del debito al fine di coinvolgerle in un’azione di rilancio della nostra città. Perché un’Amministrazione di centro sinistra, per rendere un po’ più giusto un periodo che sarà ricordato come fortemente iniquo, non può che fare questo: chiedere di più a quei torinesi che più hanno, in particolare alle istituzioni bancarie che abitano la nostra città.
È quindi intervenuto il sindaco Piero Fassino: Dobbiamo essere consapevoli che stiamo discutendo senza che i Comuni abbiano ancora un quadro finale di certezze delle risorse finanziarie per il 2015. Ad oggi, siamo certi del 70% delle risorse del 2014, ma come Anci stiamo a lavorando per ottenere qulle risorse che ci consentano di arrivare al 100%.
In particolare, stiamo lavorando per ottenere la ricostituzione del Fondo perequativo di 625 milioni di euro istituito nel 2014 per compensare le entrate delle vecchie aliquote Imu e le nuove delle Tasi (38 milioni di euro per Torino).
Abbiamo poi chiesto di utilizzare nel 2015 i proventi da dismissioni e ri-contrattazione dei mutui anche per la spesa corrente; e abbiamo chiesto altre misure di flessibilità nella stessa direzione.
Abbiamo inoltre chiesto misure a sostegno delle Città Metropolitane, chiedendo di non applicare sanzioni per le ex Province che avevano sforato il Patto di Stabilità.
L’Anci ha già ottenuto risultati migliorativi rispetto alla Legge di Stabilità e puntiamo ora a raggiungere altri risultati concreti.
I servizi educativi e di welfare sono e rimangono prioritari e non saranno sacrificati a vantaggio di altre spese. Al tempo stesso, dobbiamo sapere che la città si sta caratterizzando dal punto di vista culturale e turistico (abbiamo staccato 110mila biglietti nei musei solo nel periodo pasquale e l’Ostensione della Sindone è già un successo) e dobbiamo continuare a investire nella cultura, nel turismo e nello sport e in quelle attività che concorrono allo sviluppo della città.
Non bisogna poi dimenticare che dal 2008 i Comuni italiani sono destinatari di provvedimenti sempre più stringenti di spending review, ma non sono mai stati stabiliti criteri di premialità: noi abbiamo fatto dismissioni mobiliari e immobiliari per 400 milioni di euro, senza ricevere alcun beneficio, rispetto a Comuni che non hanno realizzato un solo euro di dismissioni.
Ha concluso il dibattito l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni: Con questa delibera ci mettiamo nelle condizioni di gestire la provvisorietà, da oggi fino all’approvazione del Bilancio previsionale. Oggi non siamo in grado di sapere se copriremo il 100% della spesa nella stessa misura dello scorso esercizio. Come ha detto il sindaco, stiamo cercando di porre in essere tutte le possibilità percorribili per chiudere il bilancio con le dotazioni finanziarie dell’anno scorso.
Il nostro obiettivo è la salvaguardia dei servizi essenziali per la città, ma le condizioni di stesura del documento di programmazione economica si fa ogni anno più difficile: sono ormai 8 anni che il Comune mette in campo operazioni per restare nel Patto di Stabilità e tutti gli anni si chiedono enormi sacrifici agli enti locali.
(Ufficio stampa Consiglio Comunale)