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Comunicato stampa

SITUAZIONE DEI CAMPI ROM IN CITTA’. IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

La vicesindaco Elide Tisi è intervenuta, oggi, durante i lavori del Consiglio comunale per rispondere all’interpellanza generale presentata dai consiglieri Maurizio Marrone, Andrea Tronzano, Ferdinando Berthier, Enzo Liardo e Dario Troiano, in merito alla situazione dei campi Rom in città.

“E’ un tema già abbondantemente trattato e per questo oggi non posso che ribadire quanto detto in altre occasioni. Ma - ha sottolineato Elide Tisi - vorrei comunque fare alcune precisazioni: intanto ricordare che nella delibera di iniziativa popolare, emendata dal Consiglio comunale era previsto il progressivo superamento degli insediamenti spontanei non autorizzati di comunità Rom, cominciando da quello di Lungo Stura Lazio intervenendo secondo il principio dell’accoglienza fatto salvo l’allontanamento di coloro che non rispettano le regole e la legalità. Questo il principio a cui ci siamo ispirati nell’operatività di questi mesi. Il progetto quindi non dice che verranno superati d’un colpo tutti i campi abusivi ma dice che l’obiettivo politico della Città è quello di lavorare in questa direzione".

"Nel merito più specifico delle richieste contenute nell’interpellanza, vorrei invece ricordare che i campi autorizzati, previsti dal regolamento del Consiglio comunale, sono quattro e per la precisione: Aeroporto, Germagnano, Sangone, Le Rose e tali rimarranno, salvo diversa indicazione del Consiglio comunale. Il progetto ‘La Città possibile’ ha come obiettivo il superamento del sito spontaneo di Lungo Stura Lazio, attraverso la ricollocazione di seicento persone con azioni di inclusione sociale, come previsto dal capitolato di gara. Per Tazzoli e Germagnano, spontanei, si realizzeranno e sono in parte già realizzati interventi di messa in sicurezza dell’area con patti di emersione verso alcune famiglie particolarmente fragili, con l’obiettivo di alleggerire le presenze. Infine - ha concluso la vicesindaco - il finanziamento al progetto ‘La Città possibile’ non è sufficiente al superamento di tutti i siti spostamenti che rimane semmai un obiettivo politico al quale stiamo lavorando con la ricerca di eventuali ulteriori risorse (non comunali)”.

All’intervento della vicesindaco Elide Tisi, ha fatto seguito il dibattito cui hanno partecipato i consiglieri comunali.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): “La delibera approvata dal Consiglio Comunale chiedeva il superamento dei campi rom a Torino. Invece, l’appalto da 5 milioni di euro si riferisce solo all’insediamento Lungo Stura Lazio e la Città sta di fatto stabilizzando i campi e addirittura ne crea di nuovi. Si vogliono infatti realizzare 50/60 bungalow (allacciati a fogne e servizi!) in corso Tazzoli e costruire case in strada Germagnano e nel parco di Settimo, accanto al camping e al noleggio bici! Sappiamo bene che di fianco a insediamenti ufficiali si creano sempre “appendici” abusive. La giurisprudenza penale poi considera tali manufatti, soprattutto se provvisti di allacciamenti, costruzioni nuove, soggette ad autorizzazione edilizia: rischiamo anche l’abuso edilizio! Dobbiamo quindi bloccare subito i lavori ed evitare di sprecare soldi pubblici per la stabilizzazione dei campi Rom”.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): “Il problema dei campi rom non ha soluzione per l’incapacità di gestione delle Amministrazioni, sia a livello nazionale che locale. Tranne ‘isole felici’ come a Padova, non c’è la volontà di risolvere la questione. Dobbiamo cambiare approccio e chiudere tutti i campi: servono interventi concreti, come fatto in Lungo Stura Lazio. Dobbiamo ridare dignità ai quartieri della nostra città: non ci devono più essere insediamenti Rom a Torino!”

Michele Curto (SEL): “Non è mai superfluo approfondire la questione in Aula. Il consigliere Marrone sta facendo un’azione di sindacato ispettivo, ma non capisco cosa vuole…Ci sono limiti imposti a Torino a livello nazionale, già decisi dall’allora Ministro Maroni. Nel 2011 Prefettura e Comune di Torino avevano predisposto un protocollo di intesa con i Comuni limitrofi e la Regione Piemonte, ma l’allora Governatore Cota non rispose mai e l’unico Comune sensibile alla questione si dimostrò Settimo, che ebbe il coraggio di proporre la strada dell’autocostruzione del campo e dell’inclusione sociale. Ora dobbiamo lavorare per un obiettivo minimo: quello di superare l’insediamento di Lungo Stura Lazio, dove c’è un progetto di riqualificazione urbana e di inclusione sociale!.

Michele Paolino (PD): “Occorrono chiarezza e onestà intellettuale da parte di noi tutti. Esiste una linea che la Città sta portando avanti. Una linea che va monitorata, certo, ma con un obiettivo preciso, partendo dal fatto che qui si parla di persone. Le condizioni dei campi sono inaccettabili anche per chi ci vive dentro, non solo per i cittadini che ci vivono intorno. Dobbiamo trovare una soluzione insieme. E ‘insieme’ è la parola chiave. Non è possibile sperare che i campi restino, per poter continuare a urlare chiedendone la chiusura. ‘Chiudeteli e basta’ non esiste nella realtà: ci sono persone, ci sono bambini. E occorre evitare che le diverse comunità locali si scarichino a vicenda il problema. La strada da seguire, il superamento dei campi attraverso politiche di integrazione, è quella giusta, il nostro Vescovo ce lo ha ricordato più volte".

"E mi auguro che nessuno vada a genuflettersi del Vescovo dopo averne ignorate le indicazioni. Mi auguro che tutto questo Consiglio comunale sostenga e appoggi il faticoso lavoro intrapreso dai nostri assessori. Da parte nostra, ci impegniamo a mettere in piedi strategie e strumenti che rendano il percorso torinese ben diverso da quelli seguiti in altre realtà locali, come Roma. C’è anche un impegno di trasparenza e di rispetto delle regole, che noi stessi dobbiamo per primi rispettare, per pretenderne l’osservanza. Controlliamo tutto quanto, ogni volta che si renda necessario: ma non fermiamo questo processo, magari con la segreta speranza di poter continuare a chiedere a gran voce la ‘chiusura dei campi’”.

Andrea Tronzano (Forza Italia): “Voglio segnalare il pericolo che di fatto venga avviato un assistenzialismo cronico, nei confronti dei rom, che non possiamo permetterci in questa situazione di crisi. Aggiungo che queste persone non hanno alcun rispetto per noi. Il percorso di integrazione è utopico e non appartiene mondo reale. I rom, invece, mancano di rispetto per gli italiani. I nostri concittadini, da parte loro, pretendono da noi soluzioni concrete. Questo è il dato centrale. Altro elemento che desidero segnalare, i materiali, come gli elettrodomestici dismessi e i metalli, che i rom sottraggono all’AMIAT: materiali che potrebbero da quest’ultima essere recuperati, realizzando un introito. Un danno che si ripercuote sulle tariffe che i cittadini devono pagare”.

Ha concluso il dibattito la replica della vicesindaco Elide Tisi: “Per raggiungere gli obiettivi prefissati dobbiamo lavorare quotidianamente ma, non essendo una città-stato e nemmeno il governo italiano che può trattare con altri Paesi, lo possiamo fare solo nei limiti degli strumenti che le leggi prevedono, di competenza e nelle possibilità delle amministrazioni locali. Attraverso queste possibilità, che la legge ci attribuisce, noi lavoriamo per raggiungere gli obiettivi scritti in quella delibera. Se poi qualcuno ha interesse a creare un allarme sociale per mettere in discussione qualunque azione prevista con lo scopo di evitarne o rallentarne la realizzazione, io credo che, forse, l’obiettivo contenuto nella delibera, di superare i campi Rom, non è l’obiettivo di chi ha questo atteggiamento. Per andare nella direzione del superamento dei campi, serve un lavoro costante e quotidiano, nel rispetto delle regole e delle leggi con le possibilità a disposizione delle amministrazioni locali e in considerazione di quelle che sono le indicazioni date dell’Europa, anche se a volte rendono più complicato il percorso”.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 16 Aprile 2015

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