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Comunicato stampa

IL CONSIGLIO ADOTTI NEI SUOI ATTI IL LINGUAGGIO DI GENERE

Il Consiglio comunale ha approvato con 21 voti favorevoli e cinque astensioni una mozione presentata dalle consigliere Onofri, Centillo e Scanderebech che invita l’amministrazione comunale ad adottare, nel rispetto della lingua italiana, il linguaggio di genere negli atti della Città. Con l’atto si richiede di “adeguare tutta la modulistica amministrativa in modo da mettere in evidenza entrambi i generi, consentendo l'esaurimento del materiale in essere, nonché la comunicazione sui siti, e di inserire nei piani di formazione in corso l'uso del linguaggio di genere”. La mozione è stata integrata da emendamenti di Laura Onofri, Silvio Viale e Fabrizio Ricca.
L’atto impegna l’Ufficio di presidenza a presentare entro 90 giorni un testo per l’adeguamento al linguaggio di genere dello Statuto della Città.
“A fronte di un'ascesa in ruoli, professioni e carriere delle donne –recita la mozione - non esiste un'adeguata trasformazione della lingua, che usa ancora il maschile attribuendogli una falsa neutralità; la società è profondamente cambiata ma il linguaggio, che è fondamentale al fine di una valorizzazione delle differenze di genere, si evolve più lentamente”.
La lingua non è un semplice strumento di comunicazione né un banale specchio della realtà circostante e può creare realtà ed essere un potente motore di cambiamento, sostengono le presentatrici, che ricordano che tra le finalità che persegue la Città di Torino nel suo Statuto vi è "l'agire attivamente per garantire pari opportunità di vita e lavoro a uomini e donne e per rimuovere le discriminazioni basate sulle tendenze sessuali".
Analogamente, sottolinea la mozione, la Direttiva 23 maggio 2007 "Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche" emanata per attuare la Direttiva 2006/54/CE del Parlamento e del Consiglio europeo afferma: "le amministrazioni pubbliche devono utilizzare in tutti i documenti di lavoro (relazioni, circolari, decreti, regolamenti, ecc.) un linguaggio non discriminatorio come, ad esempio, usare il più possibile sostantivi o nomi collettivi che includano persone dei due generi (es. persone anziché uomini, lavoratori e lavoratrici anziché lavoratori".
Nel dibattito che ha preceduto la votazione sono intervenuti Centillo, Ricca, Viale, Onofri, Sbriglio, Alunno, Tronzano, Scanderebech, D’Amico, Bertola.

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)


Pubblicato il 16 Aprile 2015

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