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Nel pomeriggio di lunedì 12 gennaio, in una gremita Sala Rossa, la Città di Torino ha reso omaggio alle vittime degli attentati in Francia e ha manifestato il proprio cordoglio, solidarietà e vicinanza al popolo francese.
Alla presenza di numerose autorità civili, militare e religiose (tra cui, il rabbino capo di Torino Rav Ariel Di Porto, il rappresentante della Moschea Mohammed VI Abd El Ghani e il presidente del Concistoro Valdese Sergio Velluto), ha aperto la cerimonia il vicepresidente del Consiglio Comunale di Torino, Silvio Magliano: “Le vittime della strage perpetrata nei tre giorni di follia parigina hanno pagato con la loro vita il prezzo più alto di quei terribili ed efferati attentati terroristici che hanno sconvolto la Francia e il mondo intero”.
La cerimonia odierna ci consente di esprimere con forza, e a nome di tutta la Città, la ferma condanna dell’orribile sparatoria avvenuta negli uffici del giornale Charlie Hebdo, del sequestro finito in tragedia nel supermercato kosher alla Porte de Vincennes e ancora della sparatoria avvenuta nel Comune di Montrouge in cui ha perso la vita una donna, agente di polizia locale, di soli 25 anni.
Un atto di terrorismo vile che ha rappresentato un vero e proprio attacco ai diritti umani universali, alla libertà di stampa e di opinione: pilastri portanti della nostra cultura libera e democratica”.
Magliano ha poi ricordato gli eccidi di questi giorni nella Nigeria flagellata dal terrorismo islamista di Boko Haram: “Da Torino, e in particolare dall’aula che rappresenta più di ogni altro luogo i principi di democrazia, di libertà e di laicità nella nostra Città, vogliamo lanciare un messaggio forte di unità contro ogni estremismo compiuto nel mondo e di condanna nei confronti degli atti criminali perpetrati ai danni del popolo francese, ma che hanno colpito nel profondo tutti noi.
Torino ospita una folta rappresentanza della comunità islamica, nel nome della quale abbiamo il dovere di rafforzare le energie per aumentare il dialogo e il confronto per la costruzione di un clima di reciproco rispetto, convivenza civile e sicurezza”.
È quindi intervenuto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia, che ha espresso “sentimento di vicinanza reale e profonda a Parigi e alla Francia”.
“Le minacce a giornali e a giornalisti, culminate con la violenza estrema del 7 gennaio, il mercoledì della strage a Charlie Hebdo – ha affermato Sinigaglia – ci ricordano l’agguato fascista a Piero Gobetti e i giornalisti e gli intellettuali torinesi picchiati, imprigionati, confinati, esiliati dal regime.
Ma ricordano anche gli agguati delle Brigate Rosse, che hanno colpito molti giornalisti, tra i quali il vicedirettore de La Stampa, Carlo Casalegno.
La vicinanza di Torino con Parigi e la Francia è fatta di antiche affinità, di un comune senso della libertà, dell’amore per una cultura laica, rispettosa delle fedi religiose, caparbia nel perseguire un nuovo umanesimo.
Quanto avvenuto a Parigi, ha continuato è l’eruzione di un vulcano dalle vaste pendici, dalle quali ribolle un magma composto da interessi politici locali e internazionali, da enormi interessi economici, da poteri religiosi collusi con satrapi e dittatori, dal malessere sociale delle periferie francesi, tedesche, inglesi americane, italiane. Ma una percentuale di quel magma è anche composto da disinformazione e da mancanza di formazione, cioè di cultura. È nell’ignoranza – nel non conoscere le cose – che attecchiscono il razzismo, l’antisemitismo, l’odio per l’Islam, meno diffuse, ma pericolose simpatie per il califfo, come quelle che erano andate persino a Bin Laden.
Sinigaglia ha concluso sottolineando il ruolo dei giornalisti: “Più e meglio i cittadini sono informati, più vera e forte è una democrazia, e più risulta in grado di affrontare i pericoli interni o venuti da fuori”.
Ha poi preso la parola la console generale della Francia Edith Ravaux: “Sento profondamente e con emozione la vicinanza e l’amicizia tra il mio Paese, Torino e il Piemonte. Ringrazio il sindaco Piero Fassino per aver organizzato questa iniziativa. Tutti i francesi che vivono in Italia sono stati confortati dalle manifestazioni di solidarietà dei nostri amici italiani, a Torino come a Roma e altre città, a dimostrazione di quanto siano vicini i nostri popoli.
Abbiamo ricevuto tanti messaggi e telefonate di solidarietà per quanto accaduto. Francia e Italia sono due Paesi che condividono la stessa cultura, quella dei nostri scrittori, artisti e filosofi. Mi piace ricordare come in molte città italiane sia stata cantata La Marsigliese, mentre l’esecuzione di Bella Ciao da parte di un artista francese in una trasmissione molto seguita, ha avuto grande successo.
Quella di Parigi è stata una tragedia non solo per i francesi, ma per i valori universali di democrazia e libertà. La grande manifestazione svoltasi nella nostra capitale, con la partecipazione di molti leader e responsabili politici mondiali, tra i quali il presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stata un forte segnale di unità in difesa della libertà e della fraternità. Sono i nostri valori, oggi minacciati dell’oscurantismo. La giornata di ieri è stata il giorno della libertà. Vi ringrazio ancora”.
Ha concluso la cerimonia il sindaco Piero Fassino: “Ringrazio la Console francese per le belle parole indirizzate alla nostra città, ringrazio le tante autorità presenti e ringrazio in particolare i rappresentanti delle comunità islamica ed ebraica oggi presenti, a testimonianza di come Torino sia unita in un momento di così grande dolore, per una ferità che qui brucia ancor di più, dato il nostro storico legame con la Francia.
Vengo dalla manifestazione di Parigi, che – come le tantissime altre che si sono svolte in moltissime città europee – ha fatto riscoprire sentimenti di straordinaria vicinanza e condivisione, con una mobilitazione di popolo quale non si conosceva da anni.
È stata una straordinaria mobilitazione della società, consapevole di quale ferita abbiano rappresentato i massacri in Francia: in quegli assassinii c’era la volontà di negare la convivenza democratica e i valori di libertà, democrazia e uguaglianza su cui essa è fondata.
Sappiamo come i tragici eventi di questi giorni non siano un episodio isolato: vengono in mente in questi giorni l’attentato drammatico alle Torri Gemelle di New York, le tante vittime della metropolitana di Madrid, i caduti delle stragi in Nigeria e nelle scuole di Pakistan e Afghanistan. Senza dimenticare la drammatica guerra civile che coinvolge da due anni la Siria e il fondamentalismo brutale e feroce dell’Isis e del suo aberrante Califfato.
La mobilitazione di Parigi rappresenta un salto di qualità nella consapevolezza che non si può restare passivi. Di fronte all’azione terroristica, occorre un sussulto di coscienza: non c’è ragione politica, ideologica, culturale o religiosa che possa giustificare un assassinio. Ed è un dovere morale e civico fermare chi predica, pratica e organizza la violenza.
Sotto ogni cielo e in ogni terra bisogna rispettare il diritto alla vita, il diritto di ogni persona al riconoscimento della propria identità, il diritto alla libera espressione, il diritto alla convivenza, respingendo violenza, intimidazioni e soprusi e realizzando politiche che affermino sempre di più le ragioni del pluralismo e dell’integrazione.
Non c’è contraddizione tra assicurare a ogni persona il riconoscimento della sua identità e perseguire politiche di integrazione, che facciano vivere le ragioni della convivenza, della tolleranza, del diritto.
Istituzioni e società hanno un ruolo fondamentale per costruire i valori forti di libertà, uguaglianza e integrazione. Sbaglierebbe chi pensasse che questi valori siano solo espressioni dell’Occidente. Certo, democrazia, libertà, laicità, rispetto della dignità umana sono valori nati e cresciuti in Occidente. Ma sono valori irrinunciabili per qualsiasi comunità che voglia assicurare ai propri cittadini un mondo di pace, prosperità e progresso”.
(M.Q., F.D'A., S.L., C.R. - Ufficio Stampa Consiglio Comunale)