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Il giorno del Ricordo si è celebrato, questo pomeriggio, in sala Rossa a Palazzo civico.
Alessandro Altamura (che presiedeva la cerimonia) ha aperto la celebrazione in memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo di Istriani e Dalmati (250-300mila persone che lasciarono la propria terra).
“Ai giovani studenti qui presenti voglio dire che l’istituzione del Giorno del Ricordo nel 2004, ha segnato una svolta importante nel nostro Paese per ricordare le vittime delle foibe e l’esodo. Questa data non significa solo rendere giustizia a popolazioni che erano radicate nel proprio territorio ma l’aver riportato nella nostra storia una pagina dimenticata”.
Ha preso quindi la parola Fulvio Aquilante (presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, comitato di Torino). Ha ricordato che si è lavorato già da tempo (prima del 2004) affinchè fosse riconosciuta la loro storia. “Chiedevamo solo rispetto – ha sottolineato - senza nessuna ideologia politica”.
Aquilante ha poi ricordato le pagine nere delle popolazioni uccise indiscriminatamente, così come poi ha raccontato lo storico Gianni Oliva, di come in quella porzione di territorio, convivevano in pace da duecento anni culture, abitudini, etnie diverse fino all’oppressione dei regimi fascisti, nazisti e di Tito.
Il sindaco Piero Fassino ha posto l’accento sugli eventi targici degli istriani, che per troppo tempo sono stati negati e nascosti. “Un Paese – ha ribadito - deve collocare nella propria storia anche le sconfitte”. Infine, rispondendo a una richiesta di Fulvio Aquilante, ha assicurato che nel Polo del Novecento si troverà uno spazio per una biblioteca che ricordi quei fatti tragici.
Hanno partecipato studenti del Liceo D’Azeglio e del Convitto Nazionale Umberto I.
(tdn) - Ufficio stampa del Consiglio comunale