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Dibattito in Sala Rossa, oggi pomeriggio, per una richiesta di comunicazioni sulla situazione nell’area ex-Moi di via Giordano Bruno. La richiesta è stata avanzata dai rappresentanti di Lega Nord. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo CentroDestra, relativamente alla presenza in loco di attività criminali, in particolare lo spaccio di stupefacenti. Ne forniamo di seguito un sintetico resoconto, con la replica del sindaco Piero Fassino.
Assessore Giuliana Tedesco:
Su questi temi ho già avuto modo di rispondere in aula tre settimane fa rispondendo a un’interpellanza del Movimento Cinque Stelle.
Spero che i richiedenti della comunicazione odierna abbiano rivolto la loro segnalazione alle autorità competenti: non si può continuare a sollevare in sede politica questioni delle quali andrebbe interessata la Questura.
Il Comune, in ogni caso, prende parte alle riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza, che coordina l’ordine pubblico anche nell’area ex MOI: faremo presente quanto segnalato.
Sui profughi, ripeto quanto già precisato, la Città, con la vicesindaco Elide Tisi, sta lavorando con ANCI e Prefettura alla definizione di un progetto pilota che veda la sperimentazione, a Torino, di soluzioni articolate.
Fabrizio Ricca (Lega Nord):
Sono insoddisfatto della risposta ricevuta dall’assessore Tedesco. Nelle ultime settimane la questione è diventata sempre più delicata. In quelle palazzine dell’ex villaggio olimpico c’è una situazione ormai acclarata di spaccio, droga e criminalità. E la Città non interviene, pur potendolo fare: il sindaco infatti non chiede al prefetto di intervenire e si prosegue in questa situazione di stallo. Ma così facendo l’amministrazione comunale si rende complice di questa grave situazione di degrado e delinquenza.
Maurizio Marrone (FdI-AN):
La grave situazione nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico non è più un semplice sospetto. Oggi è la verità. La Città invece non interviene, pur avendo titolo per farlo. L’amministrazione comunale è proprietaria del 35 per cento delle palazzine gestite dal Fondo Città di Torino e anche gli altri soci privati chiedono l’intervento. Lì le persone residenti hanno una residenza fittizia, tant’è che nemmeno si ha una situazione precisa di chi vi risiede. E il fatto che ci sono dei profughi non deve essere un alibi per non intervenire.
E voglio chiedere una cosa alla giunta e al sindaco: la Città, come socio del Fondo, ha fatto una denuncia per occupazione illecita?
Michele Paolino (Partito Democratico):
Ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità di decidere se intenda strumentalizzare la questione a fini elettorali o se intenda contribuire all’individuazione di una soluzione. Non si può accettare che nessun’altra istituzione scarichi sulla città un problema che periodicamente si ripropone e che riguarda l’intero territorio nazionale. Occorre trovare una soluzione costruendo una rete in grado di reggere il cospicuo numero di persone oggi presenti nelle palazzine ex Moi, a partire dal coinvolgimento della Circoscrizione.
Enzo Liardo (NCD):
Noi siamo una forza politica responsabile, ma vorremmo sapere in che direzione vogliamo andare. I cittadini sono disorientati. Ci sono un grande disagio e una forte preoccupazione per l’ex Moi, per corso Tazzoli e tante altre zone della città: Torino è sull’orlo di una crisi di nervi! E poi non possiamo più permetterci certi sprechi: all’ex Moi, soltanto per quanto riguarda la manutenzione, c’è un danno erariale enorme. Diamoci da fare per risolvere finalmente la questione!
Paolo Greco Lucchina (NCD):
Mi sembra che noi viviamo una città diversa da quella che descrive la Maggioranza! La realtà è che ci sono molti cittadini che hanno paura di vivere questa città. Perché discutiamo continuamente di sicurezza e leggiamo ogni giorno articoli e interviste di persone spaventate che vivono nelle periferie, se Torino è così sicura? Invito tutti coloro che partecipano al Tavolo sulla sicurezza a intervenire per dare risposte concrete ai cittadini torinesi.
Silvio Viale (PD):
Non c’era bisogno del sopralluogo e del filmato di Ricca per sapere che ci sono spacciatori all’interno dell’ex Moi. Accade anche in altri edifici, ma ciò non significa che gli occupanti delle palazzine siano tutti delinquenti! Ci sono sicuramente problemi nella nostra città, ma serve una certa dose di tolleranza. Ci sono sempre stati problemi di delinquenza a Torino e le Istituzioni hanno sempre reagito responsabilmente: non serve a nulla soffiare sul fuoco ed è da irresponsabili.
Maurizio Trombotto (Sel):
Ringrazio l’assessore Tedesco per la precisione delle risposte date e condivido le parole del capogruppo Paolino.
Il tema è complesso, con molte sfaccettature e tiene insieme svariati problemi; in primo piano però vi è l’accoglienza nei confronti di persone che fuggono dalla violenza, e questo tema sfugge a molti consiglieri. Detto ciò è vero che in una situazione di persone lontane dal loro paese possano esserci problemi, economici sociali e di ordine pubblico.
Tuttavia è stata fatta un’affermazione ufficiale che contiene termini quali “droga, spaccio e criminalità” e mi chiedo come questi elementi siano stati pronunciati con una tale certezza. Ci sono delle prove che confermano la loro veridicità?
Accuse di questo genere possono essere fatte solamente se supportate da prove, e non per fare lotta politica sulla pelle delle persone, qualunque sia la loro nazionalità. Non è così che ci si comporta in una società civile.
Andrea Tronzano (FI):
A chiedere la risoluzione del problema delle palazzine ex Moi non è l’opposizione, bensì il territorio e i cittadini.
È importante che non si litighi tra istituzioni, ma serve un intervento del Sindaco e del Prefetto all’unisono. Le visioni sono diverse ma l’importante è che si vada incontro ai cittadini. 400 firme sono state raccolte in Piazza Galimberti, e a firmare sono stati i cittadini che hanno paura; le donne non si fidano ad andare in giro in ore serali perché temono di essere molestate. Pertanto bisogna intervenire.
In secondo luogo è importante difendere la proprietà che non può essere violata. L’accoglienza non è impunità e deve avvenire nel segno della legalità: è assurdo che sia impedito ai Consiglieri Comunali di accedere agli edifici. Inoltre per risolvere il problema Moi occorre sistemare la situazione delle palazzine nel suo complesso.
È necessario che il Sindaco ricordi il problema di ordine pubblico al Ministro dell’Interno; inoltre si faccia presente al Prefetto la gravità della situazione criminalità che, sebbene dai dati sembri migliorata, in realtà è solo un’illusione visto che i cittadini torinesi sfiduciati non denunciano più i reati subiti.
Al termine del dibattito, le conclusioni del sindaco Piero Fassino:
Chi ha responsabilità istituzionali non deve essere alimentatore di paure, ma farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini e fornire loro delle risposte. Oggi sono state fatte rappresentazioni ansiogene e allarmistiche, che certo non aiutano. Quando sono stato ministro della Giustizia, su richiesta dell’allora presidente del Consiglio Giuliano Amato svolgemmo una vasta inchiesta presso i cittadini, dalla quale risultò che il 66% riteneva che la sicurezza fosse il principale problema del Paese, ma il 37% riteneva che lo fosse per la propria città e solo il 3% si definiva direttamente e personalmente investito dal problema.
Richiamo quell’ inchiesta, che rende chiara la differenza tra un fenomeno reale e la sua percezione. Con la percezione occorre fare i conti, perché è su di essa che si fondano stati d’animo e paure: ma distinguendola dalla realtà. Per questo ritengo che il Prefetto abbia detto una cosa ragionevole affermando che “Torino è una città sicura”, non nel senso che non vi siano problemi - cosa impossibile per una grande città -ma nel senso che la sicurezza a Torino è nella media delle città del nord. Basti il dato degli omicidi, che nel 2013 sono stati cinque. Non sottovaluto niente ma tutti abbiamo la responsabilità di analizzare la realtà per quello che è. Nel dibattito ho riscontrato una curiosa dimenticanza. Ovvero, nessuno si è riferito ai fatti verificatisi nei giorni scorsi a Roma e Milano: laddove si è messa in atto un’azione di sgombero forzato come quella che qualcuno qui ha richiesto, si è accresciuta la tensione. Addirittura, il Prefetto di Milano ha sconsigliato certe operazioni. Ho chiesto al Prefetto di Torino se davvero fosse convinta di poter procedere appena io glielo chiedessi, come è stato affermato in quest’aula richiamandosi a quanto pubblicato su un giornale. Il Prefetto sostiene che quell’interpretazione delle sue parole sia forzata e che si debba decidere insieme, ma valutando tutte le possibili conseguenze delle decisioni prese. Le forze dell’ordine non dipendono da me, del resto. Non basta che il sindaco dica “domani li mandiamo tutti a casa”, perché tra l’altro dove li dovremmo mandare? Non deve sfuggire che questa città, come altre, è stata interessata a un rilevante flusso di profughi. Certo la Città deve riprendere il controllo delle palazzine ex MOI, il problema è come farlo evitando situazioni come quella di Milano, dove si è finito per sospendere le operazioni di sgombero, rafforzando così la posizione degli occupanti.
Sulla questione della denunciata presenza di spacciatori, invierò alla Procura della Repubblica, al Prefetto e al Questore il verbale di questa discussione, chiedendo che se ne traggano le conseguenze e si assumano le decisioni conseguenti. Ci sono consiglieri che qui denunciano un reato: saranno quelle autorità a decidere come intervenire, magari ascoltando - come persone informate sui fatti - i consiglieri che hanno segnalato la situazione.
La nostra Amministrazione lavora al tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza su una base condivisa. Anche sulla base di quanto denunciato oggi, chiederò di intervenire su situazioni di illegalità.
C.R- - A.P. -R.T. - F.D'A. - M.Q. (Ufficio stampa del Consiglio comunale)