Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2014 > SETTEMBRE
L’Ufficio di Presidenza del Comitato delle Regioni, riunito oggi a Torino, ha adottato una dichiarazione in cui chiede alle istituzioni europee e ai governi nazionali di assicurare la piena mobilitazione dei fondi strutturali europei escludendo dai conteggi del Patto di Stabilità la quota nazionale e regionale di co-finanziamento.
A poche settimane dal summit sulla crescita tra capi di stato e di governo, le regioni e le città europee esprimono il loro sostegno ufficiale a una proposta che è tra le priorità chiave della Presidenza Italiana dell’UE.
“In una situazione economica grave come quella in cui ci troviamo, gli investimenti produttivi delle regioni e delle città non devono essere soggetti ai tetti di spesa imposti dal Patto di Stabilità, gli enti locali e regionali devono invece essere sostenuti nel loro impegno a promuovere un’economia verde e uno sviluppo urbano sostenibile”. Questo il commento del Presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, Michel Lebrun, dopo l’adozione da parte dell’ufficio di presidenza della dichiarazione “Lavoro in Europea – investire su città e regioni per una crescita sostenibile” .
La dichiarazione si concentra sulla necessità di bloccare il crollo degli investimenti negli enti locali e regionali europei che, dal 2010 a oggi, sono calati del 20%.L’annuncio dell’accordo sull’esclusione del cofinziamento dei Fondi UE dal Patto di Stabilità è stato dato da Lebrun insieme al Sindaco di Torino e Presidente dell’ANCI, Piero Fassino. Il Sindaco ha sottolineato l’impatto rilevante delle misure proposte dal Comitato. “ I fondi europei sono una risorsa decisiva per gli investimenti di Comuni e Regioni. A Torino abbiamo definito una importante posizione comune, ha sottolineato Fassino, tra Sindaci, Presidenti di Regione Amministratori di tutta Europa per escludere dai vincoli del Patto di Stabilità la quota di con finanziamento di Comuni e Regioni sui fondi europei e rimuovere così uno dei maggiori ostacoli al pieno utilizzo dei fondi e al rilancio degli investimenti. Se la mobilitazione del Comitato delle Regioni e della Presidenza Italiana avrà successo, regioni e città saranno nella condizione di operare investimenti cruciali per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro innovando il sistema produttivo e elevando la qualità della vita nelle nostre città”.
In questa prospettiva, accanto alla questione del Patto di Stabilità, il Comitato delle Regioni ha evidenziato la necessità di sfruttare appieno nuovi strumenti finanziari e delle partnership pubblico-privato per progetti infrastrutturali di larga scala, anche attivando linee di credito della Banca Europea degli Investimenti, espressamente dedicate agi enti locali. A questo proposito, il Presidente Lebrun ha sottolineato che “tutti i livelli di governo dovrebbero cooperare per garantire che priorità come l’occupazione giovanile, l’efficienza energetica, le infrastrutture verdi e lo sviluppo urbano sostenibile siano oggetto di piani di investimenti stabili e lungimiranti. Torino è davvero il luogo ideale da cui mandare questo messaggio visto che in questi anni ha saputo reinventare il proprio modello di sviluppo puntando sulla conoscenza e sull’innovazione, valorizzando con coraggio il patrimonio culturale insieme alla tradizione industriale e manifatturiera”.
L’esigenza di mettere in sicurezza gli investimenti pubblici per i prossimi anni è stata sottolineata anche dalla Prima Vice-Presidente del Comitato e presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini: “Sotto la pressione della crisi molti governi hanno finito per tagliare gli investimenti invece di ridurre la spesa corrente. Il provvedimento che proponiamo aiuterebbe a incentivare governi ed enti locali e regionali a preservare la spesa produttiva e rimuoverebbe uno degli elementi che oggi compromettono un uso tempestivo ed efficace dei fondi”.
Il Comitato delle regioni (CdR) è l'Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE, provenienti da tutti i 28 Stati membri. Il suo compito è quello di coinvolgere nel processo decisionale dell'Unione europea gli enti regionali e locali e le comunità che essi rappresentano e di informarli sulle politiche dell'UE. La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio sono tenuti a consultare il CdR in relazione alle politiche europee che possono avere un'incidenza sulle regioni e le città. Il CdR può inoltre adire la Corte di giustizia per salvaguardare le proprie prerogative o se ritiene che un atto legislativo dell'UE violi il principio di sussidiarietà o non rispetti le competenze degli enti regionali o locali.
mc