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“Attraverso il suo impegno in politica e le esperienze vissute negli organi di governo delle amministrazioni locali, l’architetto Giovanni Picco ha saputo mettere se stesso al servizio della comunità per molti anni”.
Lo ho ricordato il vicesindaco Elide Tisi, questa mattina in Sala Rossa, nel corso della cerimonia di commemorazione per l’uomo che ha guidato la città della Mole tra il 1973 e il 1975 e che si è spento venerdì scorso all’età di ottantuno anni.
“Come uomo politico – ha sottolineato il vicesindaco - ha dimostrato di essere sempre capace di ascoltare, di comprendere le ragioni di tutti, di non rinunciare mai al dialogo anche con chi in quello scorcio degli anni Settanta, quando per un biennio è stato il primo cittadino del capoluogo piemontese, era dall’altra parte di una barricata che aveva profonde radici ideologiche”.
“L’architetto Picco – ha aggiunto Elide Tisi - aveva accettato di guidare la città in periodo molto difficile e travagliato per la storia del nostra Paese e di Torino. Un momento caratterizzato da grandi cambiamenti, dalla crisi energetica e dall’austerity economica, in cui si mantenevano forti le tensioni sociali esplose con l’Autunno caldo e si stavano avvicinando quegli Anni di piombo che, proprio a Torino, avrebbero lasciato segni profondi e di cui Giovanni Picco fu una delle vittime nel marzo del 1978, quando venne ferito in un agguato teso della Brigate Rosse”.
“Credo – ha concluso il vicesindaco - che il modo di fare politica scelto da Giovanni Picco ci abbia insegnato a non sottovalutare mai l’importanza di sentire le ragioni degli altri senza preconcetti e, per quanto possibile, di seguire la strada delle scelte condivise anche quando percorrerla risulta molto difficile e faticoso”. (mge)