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Operazione condotta questa mattina da Polizia municipale e forze dell’ordine nel campo nomadi di Lungo Stura Lazio. Gli agenti, eseguendo un sequestro disposto dall’Autorità giudiziaria, hanno allontanato 25 persone che vivevano nelle baracche dell’insediamento Rom non autorizzato e che non avevano titolo o non erano nella condizione giuridica per essere inserite in progetti di inclusione sociale, con le relative nuove soluzioni abitative.
Dal mese di gennaio - attraverso il progetto di progressivo smantellamento del campo finanziato con risorse del ministero dell’Interno, realizzato dai Servizi sociali della Città di Torino in collaborazione con organizzazioni del privato sociale e sotto la supervisione della Prefettura - sono state "decostruite" 60 baracche delle 91 presenti e firmati 56 cosiddetti "patti di emersione" (l’impegno ad accettare una serie di regole per favorire l’inserimento sociale e lavorativo, acquisire autonomia economica, trasferirsi temporaneamente e a proprie spese in una struttura loro indicata e rispettare la legge) che hanno coinvolto complessivamente 170 persone.
Le famiglie si sono trasferite in 17 diverse strutture tra housing sociale e alloggi messi a disposizione da associazioni o dal mercato privato, in città e fuori città. Nell'ambito del "patto di emersione", 42 persone stanno frequentando corsi propedeutici all'inserimento lavorativo e 7 sono impiegate temporaneamente grazie a borse lavoro.
Tra le famiglie che hanno già lasciato l’insediamento sulle sponde del torrente Stura, sono sette i nuclei (20 persone) che hanno aderito al “patto di emersione” e accettato la proposta di rimpatrio assistito organizzato in collaborazione con enti e associazioni rumene. Il rimpatrio assistito prevede un sostegno iniziale per l'avviamento di attività lavorative nel Paese d’origine.
L'obiettivo del progetto di superamento del campo non autorizzato, come da cronoprogramma, è quello di liberare completamente l'area entro fine anno. (mge)