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“Dopo ‘Minotauro’, l’operazione ‘San Michele’ conferma ancora una volta che la ’ndrangheta è ben radicata nel torinese e in Piemonte, ma che Forze dell’Ordine, Procura e Istituzioni sono sempre vigili. Occorre però non solo colpire i flussi di denaro e i patrimoni dei malavitosi, ma tutelare gli imprenditori onesti e promuovere una cultura della legalità quotidiana”.
Lo ha dichiarato Fosca Nomis, presidente della Commissione Speciale Legalità, dopo essere intervenuta in rappresentanza della Città, insieme al consigliere Marco Grimaldi, alla presentazione dei risultati dell’operazione San Michele effettuata oggi dai Carabinieri del R.O.S. e dei Comandi provinciali di Torino, Milano, Novara, Savona, Catanzaro e Crotone, coordinati dalla Procura della Repubblica - DDA di Torino, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Torino nei confronti di 20 indagati, riconducibili alla cosca Greco.
“Dai tre anni di indagini – prosegue Nomis – sono emersi anche atti intimidatori e fenomeni di estorsione e usura, che già la ricerca promossa dalla Commissione Legalità aveva segnalato. Non possiamo continuare a sottovalutare questi fenomeni. Siamo soddisfatti che siano falliti i tentativi di infiltrazione mafiosa nei cantieri del TAV, ma ci preoccupano gli appalti ‘minori’ e le offerte di ‘protezione’ ai piccoli imprenditori e commercianti. Occorre procedere velocemente con il Protocollo Operativo anti-usura e anti-estorsione che stiamo portando avanti con la Polizia Municipale e rendere più rapide ed efficienti le procedure di assegnazione degli immobili confiscati ai mafiosi”.
(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio Comunale