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Ascoltato oggi a Palazzo Civico, in Commissione Speciale Legalità, Antonio Patrono, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia.
Patrono ha esordito complimentandosi con la Commissione per il lavoro svolto (“Le Amministrazioni locali spesso vengono giustamente criticate per la scarsa attenzione alle tematiche del contrasto alla criminalità organizzata: è un dato positivo il ruolo del Comune di Torino”) e in particolare per la recente ricerca universitaria sulla percezione della legalità tra gli operatori economici torinesi: “È un’indagine seria: mi complimento non tanto con chi l’ha realizzata, ma con chi ha risposto. Nelle risposte, mi hanno sorpreso il realismo e l’aderenza alla realtà dei fatti: non ci sono sensazionalismi, ma la consapevolezza del problema, senza negarlo o sottovalutarlo. Al Sud i risultati della ricerca sarebbero diversi…”.
È comunque importante – ha spiegato – il fatto che i fenomeni non vengano neanche sopravvalutati: “La mafia in Piemonte c’è, ma non è autoctona: è importata, con il monopolio pressoché totale della ’ndrangheta calabrese”. Ha poi affermato che non ci sono però riscontri giudiziari su un radicamento del pizzo nel territorio, mentre invece è preoccupato per il traffico degli stupefacenti e per il fatto che venga sottovalutato il problema della grande domanda di droghe: “Il traffico di questa, così come di qualsiasi altra merce, rende perché c’è molta domanda. Purtroppo viene sottovalutato il problema dei consumatori. Perché c’è così tanto bisogno di droghe e quindi una domanda così elevata?”.
Ha quindi spiegato che in Piemonte la criminalità organizzata investe i propri profitti in particolare negli immobili e in certi settori produttivi: in particolare, edilizia e ristorazione. “Servono più controlli, soprattutto nei cantieri, per verificare contratti di lavoro e intestazione dei mezzi da lavoro: ci vorrebbe il 10% di prevenzione e il 90% di controlli”. Anche le cosiddette “white list” – secondo il procuratore – producono molta carta, ma non sono efficaci: più utili Protocolli di legalità legati agli appalti che prevedano controlli a sorpresa nei cantieri.
Infine, Patrono ha parlato dei beni confiscati alle mafie: “Serve una gestione più professionale per amministrare beni mobili e immobili e imprese, con un obiettivo: il massimo beneficio economico possibile. Il discorso magari sarebbe diverso a Corleone, ma a Torino, nell’interesse dei cittadini che pagano le tasse, bisogna gestirli guadagnando il più possibile. E se qualche mafioso dovesse ricomprarsi i beni che vendiamo, non ci sarebbero problemi: glieli sequestreremmo di nuovo”.
Il Sostituto Procuratore si è quindi dichiarato disponibile a continuare la collaborazione con la Commissione Legalità, dalla quale ha ricevuto l’invito alla proiezione del film “Anni Spietati - Una città e il Terrorismo: Torino 1969-1982” di Stefano Caselli e Davide Valentini, per la regia di Igor Mendolia, in programma lunedì 19 maggio 2014 alle ore 9.30 al Cinema Romano, con successivo dibattito, a cura di Assessorato Politiche Educative, Commissione Legalità e Alsil.
(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio Comunale