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Garantire parità di trattamento ai cittadini italiani e stranieri, rispetto a rifugiati e profughi titolari di protezione internazionale, nell’applicazione del regolamento comunale relativo all’assegnazione di alloggi sociali in situazioni di emergenza abitativa. Questo l’obiettivo di una delibera presentata dal vicesindaco Elide Tisi, che questo pomeriggio ha ottenuto il sì dall’esecutivo di Palazzo Civico.
Il provvedimento, che accoglie le indicazioni del Consiglio comunale espresse attraverso una mozione approvata lo scorso 23 dicembre, specifica che, a integrazione di quanto indicato dalla legge regionale in materia, non basta per i profughi e rifugiati titolari di protezione internazionale risultare senza casa per essere considerati in situazione di emergenza abitativa e poter chiedere l’assegnazione di un alloggio. Come per tutti gli cittadini, anch’essi devono invece possedere tutti i requisiti previsti dal regolamento comunale: dai tre anni ininterrotti di residenza a Torino, alla riduzione del reddito familiare, al contratto di locazione regolare, allo sfratto per morosità incolpevole, ecc..
“La parità di trattamento – è ricordato nel testo del provvedimento varato oggi dalla Giunta - è sancita nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo 251/2007 che indica le norme minime sull’attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta”.
Tutti pertanto, ai fini dell’assegnazione di un alloggio di edilizia sociale a titolo di emergenza abitativa, devono possedere i medesimi requisiti previsti dal “Regolamento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale in emergenza abitativa” della Città di Torino. (mge)