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Le Commissioni salute e edilizia pubblica, presidente Lucia Centillo, hanno ricevuto in seduta congiunta l’assessore regionale alla sanità, Ugo Cavallera, il neo-direttore generale della Città della Salute e della Scienza di Torino, Gianpaolo Zanetta, il direttore della Scuola di medicina dell’Università, Ezio Ghigo, il direttore generale della sanità della Regione Piemonte, Sergio Morgagni. Erano presenti il vicesindaco e assessore, Elide Tisi, con delega al coordinamento delle relazioni con le Aziende Sanitarie e l’assessore all’urbanistica Stefano Lo Russo.
L’incontro è servito a fare il punto sul progetto di riqualificazione e di ricollocazione, in un complesso unitario e sinergico delle strutture dell’ ” Azienda ospedaliera universitaria Città della salute e della scienza di Torino”. Cavallera ha ricordato che il piano messo a punto dall’Aress Piemonte prevede la ricollocazione dell’Azienda, prima per dimensioni in Piemonte, tra le maggiori in Italia e in Europa, nella zona ospedali dove operano Molinette, Sant’Anna, Cto, Regina Margherita. Il progetto prevede la realizzazione di due nuove “torri”: quella medica e quella chirurgica, e la realizzazione di una serie di collegamenti delle strutture. Cavallera ha annunciato che tra qualche settimana sarà pronto il lavoro di documentazione di tipo catastale, tecnico e amministrativo commissionato dal precedente direttore della Città della salute, Angelo Del Favero, sulla cui base si potrà perfezionare uno studio di fattibilità ed un progetto definitivo da sottoporre al Ministero. L’opera sarà finanziata in gran parte ex articolo 20 delle legge n.67 del 1988 che prevede finanziamenti fino al 95% dei costi, restando la parte residua a carico dei soggetti proponenti.
Ghigo ha messo in evidenza la necessità di una condivisione generale della filosofia del progetto: se si vorrà fare della Città della salute una realtà sanitaria dedicata all’alta complessità, con ampi spazi e risorse dedicati alla ricerca e alla didattica, in grado di competere con le analoghe realtà europee, bisognerà riassegnare al sistema ospedaliero territoriale le funzioni di ospedale di territorio che verrebbero abbandonate.
Lo Russo ha evidenziato come la Città della salute possa rappresentare un’opportunità di riqualificazione del patrimonio sanitario esistente, ma anche di innovazione in rapporto con l’Università, la ricerca biomedica, le aziende del settore farmaceutico, evidenziando l’esistenza di aree utilizzabili a questo scopo.
Sia la presidente Centillo che il vicesindaco Tisi hanno sottolineato l’importanza di incardinare il progetto in una visione complessiva del sistema ospedaliero torinese, che ha visto recentemente la chiusura dell’ospedale valdese e le gravi incognite sulla continuità delle attività dell’ospedale Gradenigo. Sia Tisi che Centillo si sono soffermate sui problemi della post-acuzie, della continuità assistenziale, dei pronto soccorso e dell’eventuale perdita di nuovi posti letto collegata alle trasformazioni della Città della salute.
Morgagni nel suo intervento ha confermato che le osservazioni fatte pervenire dal ministero incontrano quelle già a suo tempo espresse dalla Città, evidenziando la necessità di elaborare un progetto con caratteri maggiormente sistemici, in grado cioè di incardinarsi razionalmente nella rete ospedaliera cittadina.
La presidente Centillo ha invitato il direttore Zanetta, insediato da appena tre giorni, ad un nuovo incontro tra circa un mese, termine entro il quale potrebbe essere disponibile lo studio menzionato
Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)