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In riferimento a quanto apparso sulla stampa cittadina a proposito del Museo A come Ambiente, si è svolto in Sala Rossa un dibattito che è stato introdotto da una comunicazione dell’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta (il quale ricopre la carica di presidente del Museo).
La relazione dell'assessore è stata secretata secondo quanto normato dal Regolamento del Consiglio comunale. Gli interventi dei consiglieri sono invece stati pronunciati in seduta pubblica.
Enzo Liardo (Nuovo Centrodestra) ha sostenuto l’opportunità di convocare il direttore del Museo per un’audizione di fronte alla commissione Controllo di gestione e ai capigruppo, reclamando discontinuità e affermando che si tratterebbe, laddove confermato quanto sostenuto dall’assessore, di un’ennesima dimostrazione dell’esistenza di un “sistema Torino”.
Per Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone ha affermato che si poteva arrivare prima a comprendere che affidare consulenze a familiari non va bene, chiedendo un accesso agli atti riguardante la corrispondenza istituzionale tra direttore e presidente del Museo, per capire come si sia proceduto per porre fine a una gestione familistica.
Vittorio Bertola, del Movimento 5 Stelle, ha ribadito l’opportunità di un approfondimento in commissione, chiedendosi come si siano potuti perpetuare per anni rapporti gestionali di questo genere: si tratta, ha concluso, di un caso di conflitto d’interesse che non è il primo caso di relazioni familiari in ambito comunale, piccoli feudi gestiti con denaro pubblico.
Michele Curto (SEL) ha dichiarato che la conferma di quanto riferito dall’assessore mostrerebbe una situazione di grave opacità nella gestione di un museo cittadino. L’assessore ha fatto bene a interromperla, ha aggiunto il consigliere, chiedendo però alcuni chiarimenti, a partire da quanto affermato dal direttore in relazione a presunte pressioni per l’assunzione di personale da parte dello stesso assessore.
Silvio Viale (Partito Democratico) ha invitato il Consiglio comunale ad attendere gli sviluppi della vicenda, sottolineando che si tratta di valutare questioni diverse, la situazione interna del Museo e dell’Associazione che lo gestisce da un lato ed eventuali implicazioni di tipo legale dall’altro.
Per Forza Italia, Andrea Tronzano ha criticato la poca tempestività nell’azione, invitando inoltre a procedere alla dismissione delle quote detenute dal Comune in associazioni che poi, non guidate bene, si dimostrano pozzi senza fondo per chi si crede politicamente protetto. Questo è il “sistema Torino”, ha concluso.
Michele Paolino (PD) ha ringraziato l’assessore per aver spiegato la questione con trasparenza e aver operato scelte corrette, tutelando non solo la propria persona ma la Città. Per il capogruppo del PD, si deve aver chiaro il fatto che si rappresenta l’interesse pubblico, per cui un comportamento etico deve esser mantenuto da chi usa fondi pubblici anche se non fa parte della struttura comunale: laddove la Città partecipa, devono essere applicate le normative comunali su appalti consulenze e assunzioni.
Nell’intervento che ha chiuso il dibattito, Paolo Greco-Lucchina (Ncd) , ha spiegato che non solo l’assessore rappresenta la Città ma anche chi era stato da essa nominato per rivestire un ruolo. E’ mancata la dovuta tempestività, ha commentato il consigliere, appoggiando la richiesta di un’audizione del direttore del Museo dell’Ambiente.
Nella sua replica, l’assessore Enzo Lavolta ha affermato di non aver mai fatto pressione verso alcuno per favorire assunzioni, essendo la selezione del personale curata dal direttore stesso. L’assessore ha poi confermato il mandato legale, specificando come tutte le richieste di informazioni da noi inoltrate, soprattutto da quando non era stato voluto il “tacito rinnovo” del contratto col figlio del direttore, sino state percepite come ingerenze. Infine, ha sottolineato l’assessore, si è voluta ripristinare la trasparenza, essendo venuto meno il rapporto di fiducia col direttore del Museo, il quale peraltro ha poco fa comunicato le proprie dimissioni.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale