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L’assessore alle Politiche per l’ambiente Enzo Lavolta ha risposto, questo pomeriggio in Sala Rossa, ad una richiesta di comunicazioni presentate dai consiglieri Marco Grimaldi (SEL) e Vittorio Bertola (M5S), riguardanti la possibilità che Smat chiudesse i contatori e di conseguenza l’erogazione di acqua potabile in alcuni edifici ATC di via Arquata.
Nella sua risposta, Enzo Lavolta ha comunicato che “La Smat ha già chiarito come l’utenza interessata, a fronte del mancato pagamento della bolletta del primo trimestre 2013, sia stata oggetto di un sollecito di pagamento verso l’amministratore dello stabile e qualche tempo dopo di un avviso di chiusura. Il pagamento è stato effettuato in data 8 novembre scorso scongiurando il rischio di chiusura dell’erogazione”.
“Interpretando però in senso più ampio la richiesta di comunicazione - ha continuato Lavolta - che cita il principio più generale della solidarietà collettiva, ricordo che questa amministrazione segue con attenzione il dibattito sulla garanzia verso un servizio minimo in caso di morosità incolpevole e sulle tariffe sociali, promosso dal ministro Andrea Orlando con il recente DDL Ambiente collegato alla Legge di stabilità”.
“Questa amministrazione - ha concluso l’assessore - continua a considerare l’acqua un bene che deve essere garantito universalmente e ad un prezzo contenuto alle fasce più deboli della popolazione, in particolare a coloro che vivono difficoltà economiche. In questo senso ad esempio va interpretata la nostra richiesta, recepita dall’Autorità d’ambito che gestisce il servizio idrico integrato, di innalzamento per l’anno in corso del parametro ISEE da 9.000 a 12.000 euro per ottenere un bonus sul pagamento delle bollette dell’acqua verso le famiglie che vivono un particolare disagio economico”.
All’intervento dell’assessore Lavolta, hanno fatto seguito quelli dei firmatari la richiesta di comunicazione.
Marco Grimaldi (SEL): L’allarme delle famiglie era alto. La discussione sulla morosità incolpevole, già ampiamente in atto per la questione sfratti e raccolta rifiuti, non può non essere affrontata anche per quanto riguarda il servizio dell’acqua. Torino su questo tema è arrivata prima rispetto alla realtà nazionale, sancendo nello Statuto questa attenzione: Il comma 1 dell’articolo 2 ricorda che dobbiamo assicurare il diritto universale dell’acqua potabile con la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini a questa risorsa. E nel comma 3 assicura il diritto alla disponibilità di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona. Dico allora a Smat: non si possono chiudere i tubi dell’acqua anche a fronte di morosità colpevoli o incolpevoli. Soprattutto in un periodo di crisi come questa. Credo sia importante che il Consiglio abbia ribadito il principio che l’acqua non viene tolta a nessuno, perché non è una merce e non può essere gestita come tale”.
Vittorio Bertola (M5S): “Emergenza a parte, credo sia opportuna una riflessione sulla situazione delle morosità per le bollette dell’acqua. Se tutti devono contribuire al servizio idrico, in casi come questo dove palesemente il mancato pagamento è dovuto alle difficoltà economiche delle famiglie vittime di morosità incolpevole, non si può certo pensare di chiudere i rubinetti. E nel momento in cui si parla tanto della riorganizzazione dell’assetto societario di Smat la riflessione andrebbe allargata per valutare la distanza fra quello che c’è scritto negli statuti e il comportamento ordinario di un’azienda che ragiona con la logica dell’azienda, dimenticandosi che andrebbe garantito un accesso minimo vitale al servizio”.
(ML) - Ufficio stampa Consiglio comunale