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Dibattito in Sala Rossa sulla questione degli insegnanti delle scuole medie inferiori statali assegnate alle scuole d’infanzia comunali per garantire l’assistenza specialistica degli alunni con handicap gravi.
Una richiesta di comunicazioni in Aula è stata posta dai consiglieri Curto e Cervetti, anche a seguito dell’articolo pubblicato sulla Stampa nei giorni scorsi sull’argomento.
A spiegare la situazione è intervenuto per la giunta l’assessore al Bilancio, Gianguido Passoni: L’assessorato ai Servizi educativi, nel 2013/2014, per sopperire alla carenza di personale nelle sue scuole dell’infanzia ha richiamato a servizio in Comune 12 persone. Ora si sta trattando col Miur affinchè lo Stato provveda a coprire i posti scoperti che spontaneamente il Comune copriva, ma che non era di sua stretta competenza coprire.
Cercheremo comunque, nel rispetto della continuità dei percorsi formativi sull’handicap, di fronteggiare situazioni particolarmente complesse, tenendo tuttavia conto che il giudice del lavoro, con recente sentenza, ha obbligato a richiamare il personale in ordine inverso all’anzianità di servizio. E questo a prescindere dalla parità o meno del progetto educativo.
Inoltre, occorre dare uno sguardo al contesto: in anni di massacranti tagli agli enti locali, è difficile chiedere al Comune di fare anche ciò che compete allo Stato.
Qui di seguito una sintesi del dibattito tra i Consiglieri. Sono intervenuti:
Michele Curto (SEL): Credo serva a tutti riflettere su questa vicenda.Noi abbiamo il compito di far tornare i conti, economici e sociali, e garantire i servizi essenziali. La scolarità è in capo alla Città, anche se dovrebbe essere lo Stato a garantire le insegnanti di sostegno.Sono due le riflessioni che voglio fare: la prima riguarda la capacità della Città di far quadrare i conti dell’istruzione e dovremmo far valere questo punto con i gradi superiori del Governo: se lo Stato non è in grado di provvedere, Torino si è fatta supplente dello Stato.
La seconda, invece, riguarda il nostro ruolo: ci occupiamo dell’interesse collettivo, ma rischiamo di banalizzare il ruolo politico se non ascoltiamo con sufficiente attenzione chi non ha voce per esprimere i propri diritti.
Le esigenze primarie vanno garantite e non in subordine a disponibilità economiche, non possiamo ribaltare l’ordine prioritario.
Domenica Genisio (PD): È stata presentata un’interpellanza per approfondire le responsabilità di Stato e Città.
La Legge 104, all’articolo 12 comma 3, prevede che gli Enti locali siano tenuti a fornire un soggetto di supporto per lo sviluppo psicofisico del bambino, ma non l’intervento di sussidiarietà.
Spendiamo ogni anno circa 70 milioni di euro per garantire la qualità dell’insegnamento, ma non possiamo abbandonare gli interventi prioritari per mancanza di risorse economiche.
Interrompere un progetto con un cambio di insegnante, per alcuni bambini disabili gravi, significa interrompere il processo di crescita e non solo quello di scolarizzazione.
Lucia Centillo (PD): Chiedo di sospendere il provvedimento per poter definire la questione, sapendo che noi non possiamo andare incontro ad una guerra dei poveri. Di fatto, scegliere tra il mantenimento di questo servizio e lo spostamento in un altro ambito dei settori educativi mette in atto la guerra dei poveri. Ha detto bene la collega Genisio, quei ragazzi e quelle ragazze hanno bisogno di stabilità e continuità, il danno che si farebbe nel progetto pedagogico non può trovarci d’accordo.
Chiederei anche, visto che la Città si è dotata del Disability manager nella persona del direttore generale, di affrontare la questione non solo dal punto di vista politico ma, anche da quello tecnico. C’è un problema di risorse, ma nelle priorità non possiamo contrapporre il futuro di bambini più piccoli a quello di altri che gia hanno avviato un percorso. Perché il sostegno e il progetto pedagogico fanno la differenza per il futuro di quei ragazzi, quelle ragazze e delle loro famiglie.
Chiara Appendino (M5S): I temi sono sostanzialmente due, il tema del rapporto fra stato ed enti locali e il tema più ampio del personale. Auspico l’approdo di questa discussione in commissione per capire a 360 gradi qual è l’intenzione sul personale ed eventualmente dare degli indirizzi sennò diventa davvero, come ha detto bene la consigliera Centillo, la guerra tra i poveri.
Com’è possibile, mi chiedo, che oggi lo Stato o un Ente locale non siano in grado di garantire alle persone più deboli un percorso per l’accesso a diritti che sono fondamentali.
Sono allora soddisfatta di poter discutere in aula questa questione ma penso che le comunicazioni non siano sufficienti e ritengo necessario continuare la discussione e congelare il provvedimento per affrontare in commissione, in termini tecnici e con l’assessore Pellerino (oggi assente) i margini di manovra ancora consentiti in una visione più complessiva del problema per non trovarci fra qualche settimana con un nuovo caso da discutere in quest’aula, senza che sia stata fatta un’analisi generale del problema.
Andrea Tronzano (Pdl): Dico al Consigliere Curto che oltre alla trasparenza, bisogna usare la “responsabilità”. Responsabilità nei confronti dei cittadini per tutelarli ma senza illuderli con promesse. Sono molte le categorie di personale in gioco in questa fase, dagli assistenti sociali agli educatori, alla Polizia Municipale, alle graduatorie concorsuali.
Allora bisogna discutere con l’assessore Passoni e gli assessori competenti la questione personale a partire dai suoi termini generali e non occuparsi di una categoria in particolare, inseguendo consensi di tipo elettorale e rischiando di suscitare una guerra tra poveri presso le varie categorie.
Enzo Liardo (Pdl): Ho ascoltato l’intervento della consigliera Genisio che auspicava la nomina del sindaco Fassino a Presidente dell’Anci. Allora è giusto che i cittadini sappiano che in Italia ha un debito da 5,6 miliardi di euro solo Torino, città amministrata per 25anni dal centrosinistra. Una città che a causa di ciò non può fare fronte a nessuna emergenza, non può fare fronte neanche alle buche presenti nelle nostre strade a causa delle quali recentemente un anziano è morto.
Ha concluso il dibattito il sindaco Piero Fassino: E’ stato affrontato un tema complesso, ma ci tengo a ricordare che la nostra città da sempre dedica ampia attenzione al mondo dell’infanzia. Anzi, Torino continua ad essere una città di riferimento nazionale in questo settore.Nel merito, lo Stato continua a chiedere al Comune di farsi carico di servizi non di propria competenza. E di continuare a farlo con continue riduzioni di risorse trasferite: da 364 milioni nel 2010, il contributo statale è sceso ai 112 milioni del 2012, e per il prossimo bilancio si potrebbe ancora scendere sotto questa quota.
I Comuni sono dunque costretti a surrogare lo Stato e finora la nostra città lo ha sempre fatto. Noi continueremo a fare il possibile. Ma ci sono anche altri livelli istituzionali a doversene fare carico.
Ufficio stampa del Consiglio comunale