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UN AIUTO CONCRETO PER I TORINESI IN DIFFICOLTA'
Il Consiglio comunale ha dato il via libera all’adesione del Comune di Torino al progetto ministeriale (Lavoro e Politiche sociali) di una carta acquisti, la cosiddetta “social card”, iniziativa nazionale di contrasto alla povertà minorile. Trentadue i voti favorevoli, cinque astenuti, nessun contrario.
Lo strumento è introdotto in via sperimentale per un anno. La card consentirà acquisti del valore mensile tra i duecentotrenta e i quattrocento euro, in base alla numerosità del nucleo familiare beneficiario.
La card è destinata a famiglie in condizioni economiche e lavorative di estremo disagio. I principali requisiti previsti sono: un reddito Isee inferiore o uguale a tremila euro l’anno; la residenza a Torino da almeno un anno; la presenza di minorenni nel nucleo familiare; essere cittadino italiano o comunitario o essere cittadino straniero in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo.
La cifra stanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per Torino, che è una delle dodici città individuate con oltre 250.000 abitanti per sperimentare la nuova carta sociale, è pari a 3milioni e 800mila euro. Si prevede che potranno essere circa mille i nuclei familiari torinesi che potranno beneficiare della misura.
L’erogazione dei fondi della card sarà a cura dell’Inps, mentre è compito del Comune individuare i beneficiari.
“L’avvio della sperimentazione – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Elide Tisi, presentando la delibera - rappresenta non solo un’opportunità in termini di risorse da investire in azioni di contrasto alla povertà, ma offre l’opportunità di coinvolgere attivamente i nuclei che riceveranno questa forma di sostegno economico.
“La concessione della nuova carta è infatti condizionata alla sottoscrizione da parte dei beneficiari di progetti personalizzati, finalizzati al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
“Nello specifico, l'assegnazione della social card richiederà – ha precisato Tisi - la partecipazione a corsi di formazione o a percorsi di inserimento al lavoro e l’assunzione nei confronti dei propri figli dell’impegno a seguirli con attenzione in ambito scolastico”.
Nel corso dell’estate è prevista la pubblicazione del bando per definire una graduatoria dei beneficiari.
In Aula, per esprimere una posizione sull’iniziativa, sono intervenuti i seguenti consiglieri:
Maurizio Marrone (FdI): Condividiamo questo progetto. Ed è un peccato che in Consiglio comunale non ci sia molta attenzione al varo di una misura fondamentale. Una risorsa importante e concreta, in un periodo economico e lavorativo così difficile.
E bene ha fatto la giunta a ripristinare tra i requisiti di accesso alla social card l’anzianità di residenza a Torino (grazie alla nostra linea ostruzionistica), in un primo momento eliminata dal Ministero e poi ripristinata grazie alla levata di scudi dei Comuni coinvolti.
Silvio Magliano – Pdl: Il mio plauso perché siamo riusciti a reintrodurre il criterio precedentemente eliminato dal Ministero. Importante il fatto che venga riconosciuto anche il nascituro. Anche la gradualità del punteggio tiene conto dello spettro del disagio sociale oltre che della disabilità. Bisognerà ora pensare anche a quale ruolo riservare al volontariato e al terzo settore per collaborare con la città nell’erogazione dei contributi. Ringrazio l’assessore per questa “battaglia” sostenuta con il Ministero.
Andrea Tronzano – Pdl: Stiamo cercando di avviare un percorso che arrivi nel prossimo anno a beneficiare una più larga fascia di cittadini. Bene il principio della residenza e la non cumulabilità con altre previdenze dei Servizi sociali se non per una quota che mantenga il totale nel tetto previsto per le stesse. Importante che la misura sia circoscritta ai cittadini italiani e a quelli comunitari regolarmente soggiornanti. Un invito all’ Assessore che già si è dimostrato capace di trattare efficacemente con il Ministero affinché il lavoro non si fermi nel mese di agosto e si possano così abbreviare i tempi previsti per l’erogazione dei benefici anticipandoli ad ottobre, tempi già lunghi per famigli e che non possono aspettare, invece che a dicembre.
Lucia Centillo – Pd: Torino è stata l’unica città che ha deciso di portare la delibera in Consiglio comunale. Ciò ha permesso il dibattito in commissione e sui criteri da seguire, inizialmente non accettati dal Ministero.
Trovare i criteri è fondamentale per cercare di essere il più possibile equi. E’ basilare dare importanza ai nuclei monogenitoriali, soprattutto a donne sole, alle famiglie con minori o con disabili.
Vorrei sottolineare il carattere non assistenziale dell’intervento ma si tratta di cercare di fare uscire persone dalla povertà. Chiedo all’assessore di riferire in commissione dopo l’esito del bando e sugli effetti della misura.
Silvio Viale – Pd: Ritengo sia una cosa utile, un aiuto ma certamente non siamo a una svolta epocale. Ad esempio le donne in gravidanza sono già considerate dal nostro Paese (le donne straniere non sono espulse).
Vedo un provvedimento che aiuta, ma non si deve fare di questo bandiere ideologiche, perchè anche se non è un intervento una-tantum, gli assomiglia molto.
Il dibattito si è concluso con la replica dell’assessore Elide Tisi:
“E’ stata positiva la collaborazione da parte delle Commissioni. Ribadisco che, secondo le indicazioni ministeriali, recepite in delibera, il provvedimento riguarda i cittadini italiani e comunitari, nonché i cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno di lunga durata: i residenti da almeno un anno possono inoltrare domanda. Tra i criteri di valutazione presteremo attenzione anche al radicamento scolastico. I tempi sono molto legati a quelli del Ministero, dal quale deve pervenire la modulistica.
“Si tratta di una misura sperimentale - la prima, seria, a livello nazionale – che speriamo possa stabilizzarsi ed estendersi a tutto il territorio nazionale dopo le 12 città iniziali”.
Ufficio stampa Consiglio comunale