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Comunicato stampa

IL CONSIGLIO RIBADISCE IL SOSTEGNO ALLA TAV E CHIEDE ALLA REGIONE DI SOSTENERE IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Il Consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno e una mozione relativi al Tav ed al trasporto pubblico locale.

Ha ricevuto 25 voti favorevoli un ordine del giorno presentato del Pd (primo firmatario il vicecapogruppo Michele Paolino) e emendato da Domenico Mangone, che sollecita la Regione Piemonte “a ripristinare le risorse necessarie a mantenere e sviluppare una rete di TPL adeguata alle esigenze dei cittadini torinesi” e in relazione al Tav ribadisce “la necessità di proseguire nella realizzazione dell'opera”.

L’atto evidenzia una relazione sinergica della tratta ferroviaria ad alta velocità, non solo con l’integrazione europea del territorio torinese e della Valle di Susa, ma anche con il trasporto pubblico locale e sottolinea che sul piano degli investimenti da farsi i due progetti non sono alternativi l’uno all’altro.

Approvato con 27 voti favorevoli anche l’ordine del giorno del consigliere Angelo D’Amico che ribadisce la necessità di non accumulare ulteriori ritardi, evidenzia il valore ecologico dell’opera e sollecita l’investimento delle risorse necessarie, comprese quelle destinate alla riqualificazione dei trasporti destinati ai pendolari e agli interventi sui territori interessati dall’opera previsti dal piano strategico delle Provincia di Torino.

Approvata infine, con 28 voti favorevoli, la mozione a firma dei consiglieri Paola Ambrogio e Maurizio Marrone, che indica l’opera come “propedeutica per garantire una crescita sostenibile dei nostri territori”, colpiti da una “desertificazione produttiva” e fondamentale per “ridimensionare l’impatto ambientale della componente stradale a favore del trasporto su rotaia” e mette in evidenza il sostegno politico trasversale all’opera. Inoltre la mozione impegna il Sindaco e l’Assessore competente a sollecitare l’inserimento del Tav all’interno delle linee programmatiche del governo.

Prima della votazione, si è svolto il dibattito.

Angelo D’amico (Progett’Azione): Il mio Ordine del giorno (con una mozione e un altro Ordine del Giorno presentato dalla maggioranza) vuole dare un segnale alle persone che, oggi, operano nel cantiere Tav, rischiando la vita a causa di un manipolo di persone che non hanno niente a che fare con la cittadinanza.
Un segnale positivo di questa aula all’Ordine del giorno può essere un sostegno ai lavoratori che in questo momento non possono svolgere le loro mansioni serenamente.

Maurizio Marrone (FdI): E’ importante che oggi in Aula si approvi un indirizzo politico. Ma è grave il cambiamento di clima attorno a questa opera. C’era fino a poco tempo un confronto, mentre ora assistiamo ad attacchi premeditati portati da piccoli gruppi di frange estremiste.
Serve uno sforzo da parte di tutti per mantenere lo scontro su un piano politico, senza il ricorrere all’opzione dell’attacco terroristico. Oggi è un momento nel quale ciascun gruppo dovrà prendersi le proprie responsabilità di indirizzo, visti i pericoli che si stanno sempre più manifestando per tutti.

Silvio Viale (PD): Già tempo fa invitavo il movimento NO TAV a ripudiare la violenza. Oggi dagli attacchi alle cose si è giunti alle aggressioni alle persone. Minoranze violente vogliono rendere la Val Susa il simbolo di ogni antagonismo. Intanto il presidente Vendola o il sindaco De Magistris sono a favore dell’Alta velocità al Sud ma contrari ad essa in Val di Susa. La parte più responsabile del movimento deve isolare i violenti, evitando di considerare l’opera come un’”ultima spiaggia” contro la quale è lecita ogni azione. Propongo a tutti coloro che hanno a cuore il collegamento ferroviario Est-Ovest della Val Susa di votare tutti i tre documenti, al di là delle differenze, sarebbe un segnale importante da parte del Consiglio.

Stefano Lo Russo (PD): Questo dibattito arriva in un momento delicato per la recrudescenza eversiva del movimento anarco-insurrezionalista, che sta replicando modelli già vissuti in passato. Le Istituzioni devono farsi garanti della tutela delle decisioni democraticamente assunte e della tutela dello Stato. Non possiamo essere ostaggi di una minoranza che non ha saputo isolare le frange estremiste: anzi, ci saremmo aspettati una condanna della violenza da quella parte del Movimento NO TAV che ha sempre manifestato pacificamente. Nel merito delle mozioni e del messaggio politico vogliamo essere molto chiari: quest’opera è strategica e vanno garantite democraticità e sicurezza dei lavoratori. Deve però emergere anche l’aspetto del trasporto pubblico locale. Per questo, la mozione del PD chiede che vengano ripristinati anche i fondi regionali per il trasporto locale. Senza una rete efficiente di trasporto locale, infatti, la linea ad alta velocità rischia, in prospettiva, di diventare una cattedrale nel deserto.

Andrea Tronzano (Pdl): Vorrei rispondere al capogruppo Lo Russo sul loro Ordine del Giorno. Non vorrei che il tema del trasporto pubblico locale facesse apparire il Pdl colpevole. I tagli ai quali sono soggetti i Comuni riguardano anche le Regioni e sono detrminati dallo Stato.
La Torino-Lyon, il corridoio 5, significa sviluppo necessario per il Piemonte, Torino e la Val di Susa. Continuo a non capire gli abitanti della Val di Susa contrari all’opera, considerato che ha avuto l’approvazione di tutti gli organi nazionali e internazionali democratici, comuni della Val Susa compresi. Il progetto originario è stato modificato ascoltando tutti.
Senza l’opera, la Val di Susa si nega la possibilità di creare posti di lavoro.
Vorrei esprimere la solidarietà ai lavoratori, anche singoli, del cantiere che hanno subito minacce anche fisiche. Solidarietà alle Forze dell’ordine che presidiano il cantiere consentendo lo svolgimento dei lavori e, solidarietà, per i sindaci della Val di Susa, che si sono dimostrati favorevoli a quest’opera strategica, anche cambiando l’opinione inizialmente contraria.

Marco Grimaldi (Sel): Le aggressioni contro i lavoratori del cantiere Tav non sono manifestazioni di dissenso, ma atti gravi da condannare.
Voglio ringraziare quella parte di PD che riconosce il Tav come opera fuori scala e fuori tempo, come affermato anche da Renzi e Civati.
Non si sono avute risposte sulla cosiddetta “fase 1” del nodo ti Torino rispetto al tunnel di base e non mi pare ci siano riflessioni sul trasporto pubblico locale.
È stato speso oltre un miliardo di euro per il passante ferroviario e metà delle stazioni non sono state realizzate. Alcune di quelle che per ferrovie dello Stato risultano complete, sono in realtà dei deserti urbani, come è emerso dal sopralluogo effettuato dalla commissione negli scorsi giorni, stazioni in cui non si vendono nemmeno i biglietti.
La Città può affrontare il problema in modo non strumentale? Finalmente il PD riconosce anche che sostenere il Tav vuol dire sostenere tutto il trasporto, soprattutto quello locale.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Sul trasporto pubblico locale i tagli sono stati pesanti. D’accordo con i vari ordini del giorno presentati ma quello del Partito Democratico manca di un pizzico di onestà intellettuale. Se da Roma non arrivano i soldi si fa fatica a chiudere il Bilancio, ed è un problema che hanno anche in Regione. Allora, signor Sindaco, più che invitare la Regione a ripristinare risorse di cui non è padrona, le chiedo la disponibilità ad andare insieme al presidente Cota a battere cassa a Roma, per fare in modo che i soldi che ci spettano per ripristinare il trasporto pubblico locale tornino a casa. Per questo proporrò un piccolo emendamento che chiede un impegno in questa direzione, ovvero che il Comune si affianchi alla Regione in questa richiesta.

Vittorio Bertola (M5S): Non ho alcun entusiasmo per questo tipo di dibattito, nel senso che avrei partecipato volentieri ad un dibattito in cui si fossero analizzati da una parte i costi dell’opera e dall’altra i benefici attesi e presunti. E discutere se questa è veramente un’opera che serve o se questi soldi non sarebbero meglio investiti, come noi riteniamo, in quel trasporto pubblico locale di cui tanto si parla.
Trovo francamente ridicolo affermare che investire i soldi nel TAV non è in contraddizione con investirli nel trasporto pubblico locale, perché quelli sono i soldi e se si investono in un modo non si possono investire nell’altro.
Speriamo infine che prima o poi la politica si decida ad affrontare seriamente il dibattito su questo tema prendendo in mano le carte, studiandole anche con l’ausilio di esperti per arrivare all’unico giudizio possibile: l’assoluta inutilità di quest’opera.

In conclusione di dibattito il sindaco Piero Fassino ha espresso parere favorevole alle mozioni proposte.

Ha evidenziato come la discussione di oggi sia stata sollecitata dalle vicende legate all’aggressione della scorsa settimana con una azione definita paramilitare.

“L’aggressione messa in essere che per puro caso non ha prodotto vittime, ha affermato, è la conferma di una aspetto troppo a lungo sottovalutato. E’ cambiata la composizione e la qualità del movimento No Tav e si continua a ignorare un aspetto a monte della vicenda: il progetto della Tav non è più quello del 2004, che aveva forte impatto sociale, ambientale e territoriale, così forte da sollecitare in Val di Susa un movimento di opposizione molto largo”.

“Per accogliere istanze del movimento, ha sottolineato Fassino, si mise in piedi l’osservatorio sulla Tav che, dal 2006 a oggi, ha riformulato il progetto con un impatto ambientale più basso di quello precedente tanto è vero che alcuni sindaci, in origine contrari all’opera, oggi sono favorevoli”.

Il sindaco ha quindi evidenziato come, in questo modo, si sia ridotta la contestazione al progetto ma, nel movimento No Tav, si sia sovrapposto un movimento caratterizzato da antagonismo di natura ideologica e politica, con una forte componente di gruppi estremistici e di gruppi riferiti al mondo dei centri sociali.

“In questo contesto, ha osservato Fassino, non è più in discussione il nodo ferroviario di Torino, attraverso un dibattito di merito, ma la Tav è diventato simbolo ideologico di una battaglia di principio secondo cui ogni grande opera rappresenta un danno o un rischio”.

“Quindi, ha concluso, ci sono due piani distinti: uno è quello che riguarda il sistema trasportistico, altro quanto si è prodotto recentemente in val di Susa, un contesto politico diverso rispetto al quale chiunque abbia coscienza democratica non può che avere un solo atteggiamento: respingere nel modo più netto qualsiasi ricorso alla violenza e di drammatizzazione dei problemi a vantaggio della salvaguardia della convivenza civile in Val di Susa”.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 20 Maggio 2013

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