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Comunicato stampa

INDIRIZZI SULLE PARTECIPATE DEL COMUNE. LA SALA ROSSA APPROVA LA MOZIONE

Il Consiglio comunale ha approvato una mozione (primo firmatario Domenico Mangone –Pd) sulle politiche di dismissione delle quote di proprietà della Città.
L’atto impegna Sindaco e Giunta a comporre un documento per definire le linee da seguire per le proprietà del Comune, cedendo gli asset patrimoniali che hanno un basso valore strategico.
La mozione chiede, inoltre, di dare priorità alla cessione delle quote Iren Spa, qualora le esigenze di bilancio lo chiedessero.
Infine si chiede di non scorporare i rami di Gtt.
Integrano la mozione due emendamenti approvati dal Consiglio comunale..
Il primo è stato presentato dal gruppo Sel a garanzia di una gestione del servizio idrico svolto senza scopo di lucro.
Il secondo, anch’esso approvato in aula, è stato presentato dal gruppo di Lega Nord che toglie dall’impegnativa della mozione il vincolo di cessione delle quote Gtt.
Sullo stesso argomento, il Consiglio comunale, non ha approvato una mozione presentata dal gruppo Pdl (primo firmatario Andrea Tronzano).
Giovedì 9 maggio alle ore 17 ci sarà un Consiglio comunale straordinario dove sarà esaminata la delibera di governance e lo Statuto di Iren Spa.
Prima della votazione della mozione l’aula ha dibattutto sugli indirizzi da seguire in tema di partecipate.
Di seguito la sintesi degli interventi e la conclusione del sindaco Piero Fassino.
Domenico Mangone (Pd): Con questo atto chiediamo di redigere un apposito documento per definire la strategicità delle partecipazioni del Comune di Torino. Una valutazione improntata alla cessione in via prioritaria degli asset patrimoniali che risultano di basso valore strategico. In particolare occorre dare priorità alla cessione delle quote di Iren, qualora le esigenze di bilancio lo chiedessero, senza cedere le quote di partecipazione della Gtt.
Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): Sono soddisfatto che oggi si torni a parlare di un tema rilevante. Avviamo una discussione che evidenzia in modo palese l’insofferenza sul tema della dismissione delle quote delle partecipate da parte della maggioranza. Ci si
interroga sulla quantità di controllo del Comune sulle sue partecipate ed è evidente la frantumazione del Pd sull’argomento. Credo che la cosa migliore a questo punto sia la vendita in blocco delle quote del Comune, anche quelle di Iren come chiesto da ben sei consiglieri di maggioranza, siccome il controllo di Torino sulla multiutility è già vanificato dal reticolo di potenze delle amministrazioni rosse socie di Iren e dei loro veti contrapposti.
Andrea Tronzano (Pdl):
La posizione tripartita e differenziata della maggioranza è evidente. Noi, invece, continuiamo ad avere una sola linea: vendere per garantire tariffe migliori ai cittadini attraverso la concorrenza.
Vogliamo che l’occupazione sia salvaguardata attraverso la clausola sociale prevista per legge. Consiglio al Sindaco di capire se il suo progetto politico ha ancora una maggioranza.
Fabrizio Ricca (Lega nord): Sulla base dell’intervento del sindaco prenderemo una decisione se votare a favore o meno questo atto. Il nostro voto sarà positivo solo se propedeutico alla vendita del 100% di Iren. Certo l’andamento della Commissione di stamani evidenzi che gli atti di forza non servono (soprattutto con la maggioranza risicata che si sta presentando negli ultimi tempi) e come occorra avviare un dialogo tra le forze politiche. Se in un primo momento sono stati prese decisioni coraggiose, oggi non è più così. Bisogna fare dei tagli ed è giusto mettere sul mercato anche Gtt, che potrebbe essere venduta al 100%.
Paolo Greco Lucchina (Pdl):
L’apertura di Giunta e maggioranza ha portato alla discussione di queste mozioni sulle dismissioni patrimoniali e strategiche.
Oggi perdiamo l’occasione di sciogliere il nodo del 51 per cento ed essere capofila anche nei confronti del polo genovese ed emiliano per la dismissione patrimoniale di Iren.
Non voglio entrare nel merito della delibera su Iren che discuteremo durante il prossimo consiglio, ma voglio ribadire che trovo coerente associarmi alla richiesta di votazione per parti separate della mozione che vede primo firmatario il collega Mangone.
Mi chiedo infatti se sia utile scorporare Gtt visto che alcuni rami sono più appetibili di altri, rischiando di vendere quelli più redditizi e vedere invenduti gli altri.
Michele Paolino (Pd):
Mi unisco alla richiesta di votazione per parti separate. In questa mozione si parla solo marginalmente delle esigenze di bilancio, unico motivo di questo piano di dismissioni.
La vendita delle quote significa perdita di opportunità. Già in passato si sono fatte cessioni straordinarie per coprire spese ordinarie.
Bisognerebbe fare un piano di dismissioni legato alle necessità di bilancio invece di ricorrere alla vendita d’emergenza.
Non condivido il fatto di non considerare strategica un’azienda pubblica come Iren che ci permette di avere leve per investire, di fare scelte innovative nel campo del risparmio energetico, di fare politiche industriali.
Dovremmo ragionare in modo un po’ più ampio senza prendere decisioni avventate e frettolose.
Marco Grimaldi (Sel):
Sono passati due anni dalla votazione delle linee programmatiche e condividiamo la necessità di stabilire le strategie della Città sulle partecipate, non solo per pagare le quote del patto di stabilità.
Prima di avviare qualsiasi trattativa sulla dismissione del 51% di Iren, bisogna avviare la discussione sulle quote slegate da quel 51 per cento, il 7% detenuto da Fct, e avviare la ripubblicizzazione dei servizi integrati idrici che Iren gestisce a Genova e Reggio Emilia.
I beni comuni devono essere gestiti al 100 per cento dal pubblico, mentre per altri servizi è possibile la gestione mista.
Non si può parlare di alcune partecipate solo per il valore, ma per i servizi che danno e come possono essere migliorate.
Non vogliamo lo spezzatino di Gtt, siamo stati i primi ad evitare aumenti degli abbonamenti di trasporto per le fasce più deboli grazie all’aumento delle strisce blu.
Vittorio Bertola (M5S): Mi fa piacere che si discuta di dismissioni perché in passato il mancato coinvolgimento del Consiglio è stato fonte di problemi. Quella che abbiamo visto fino ad ora è stata una sequenza di dismissioni per arrivare a chiudere il bilancio, non una strategia. La Città non potrà continuare a vendere all’infinito, rischiamo di trovarci presto con i debiti ma senza patrimonio. Va bene dunque fermarci e fare il punto sulle dismissioni, senza pregiudiziali ideologiche. La strada rimane quella di bloccare il debito, rinegoziare con le banche e se necessario dichiarare anche un default. D’accordo dunque per un voto per parti separate. Noi voteremo per bloccare le vendite.
Piero Fassino (Sindaco): Ringrazio il Consiglio per una discussione che è importante, ma che non facciamo per la prima volta. Il rapporto tra le dismissioni e il quadro finanziario in cui operiamo è stato messo in evidenza non più di una settimana fa dall’assessore Passoni in occasione dell’approvazione del bilancio consuntivo del 2012. La strategia che abbiamo perseguito e intendiamo perseguire è: 1) Mettere in sicurezza la situazione finanziaria della nostra amministrazione è tanto più necessario in un quadro di trasferimenti passati dai 364 milioni di euro del 2010 ai 112 milioni di euro del 2012. Se oggi il bilancio è più solido e sano è perché abbiamo fatto in modo che le poste di entrata fossero ripetibili, senza ricorso a una tantum e poste di entrate straordinarie. 2) Ridurre l’indebitamento a breve, cosa che si può fare solo con dismissioni societarie e valorizzazioni immobiliari. Nel 2012 ne abbiamo fatte per 285 milioni di euro finalizzati sia al rientro nel patto di stabilità sia alla riduzione dell’indebitamento. 3) Mettere in sicurezza il bilancio di esercizio e realizzare operazioni di finanza straordinaria è servito nel 2012 e servirà nel 2013 a mantenere inalterata l’offerta di servizi ai cittadini.
Io sono d’accordo nel discutere di strategia delle dismissioni, ma penso che non si tratti solo di ragionare sulla dimensione delle quote detenute dalla Città. Sagat, di cui deteniamo il 10% è strategica, così pure Trm, di cui deteniamo il 20% e Amiat dove deteniamo il 51%. Anche Gtt è strategica, ma non per le quote bensì per il contratto di servizio che regola, condizioni, obbiettivi e servizi dati ai cittadini. Molte città italiane hanno
affidato a privati quote importanti dei propri trasporti pubblici e non penso che non considerino strategici quei servizi.
E anche Iren, una delle quattro maggiori multiutility italiane, è strategica. Sappiamo che per scendere sotto la quota di proprietà pubblica del 51% occorre il consenso degli altri soci pubblici, occorrerà discutere con i nostri soci delle città emiliane e di Genova, ma vendere quote di Iren adesso significa esporsi a una forte minusvalenza perché sono iscritte all’1,6% e sono attualmente quotate allo 0,6%. Io non sono particolarmente appassionato al problema di chi deve fare l’amministratore delegato in Iren. Il vero tema è un altro: superare un modello di governance frammentata per appartenenze originarie, che persiste dalla fase di avvio della società e pervenire ad un modello in cui il vertice aziendale sia molto più integrato.
Sono disponibile a discutere di strategia delle dismissioni, sapendo però che non si tratta
di percentuali di quote azionarie. Va bene anche scegliere le priorità partendo dagli asset di minor valore strategico, ma occorre tenere presente i vincoli esistenti: per esempio Torino oggi non potrebbe vendere le proprie quote in Sitaf perchè esiste un vincolo che impone il 51% di proprietà pubblica e gli unici possibili acquirenti pubblici oggi sono Provincia e Anas, che sappiamo non in grado di acquistare quelle quote.
Quanto a Gtt discuteremo e troveremo un punto di sintesi, ma non posso accettare che non ci si apra all’ipotesi di dismissione di quote di Gtt.

Torino, 6 maggio 2013

(rt - tdn) - Ufficio del Consiglio comunale


Pubblicato il 6 Maggio 2013

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