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In seguito alla drammatica sparatoria avvenuta a Palazzo Chigi ieri mattina, in Sala Rossa si è svolto un dibattito in apertura della seduta odierna.
Di seguito, il resoconto degli interventi, che sono stati preceduti da quelli diel sindaco Fassino e del presidente Ferraris, oggetto di un precedente comunicato.
Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia):
Ringrazio per la testimonianza di vicinanza del Comune di Torino per i due Carabinieri colpiti ieri mattina, di fronte Palazzo Chigi. Richiamo alla responsabilità, chi ricopre un ruolo istituzionale che ricopre grazie alla fiducia e al consenso dei cittadini. Se una persona va ad aprire il fuoco in un luogo importante della politica e delle istituzioni, non si può dire che non è un problema. Richiamo ognuno alla responsabilità per non chiamare in causa solo la disperazione.
Silvio Viale (PD):
La violenza non è mai giustificabile. Dubito che si possa giustificare l’atto. Le parole più difficili a comprendere sono state le dichiarazioni del presidente della Camera Boldrini che ha detto che la crisi trasforma le vittime in carnefici. E’ una dichiarazione inaccettabile visto il ruolo istituzionale che ricopre. La crisi non giustifica la violenza.
Fabrizio Ricca (Lega Nord)
Bertola è libero e può scrivere quello che vuole, ma vorrei prendere le distanze da questo dibattito e dalle sue affermazioni. Di fronte a disagi e gesti estremi è compito degli Amministratori fare opera di mediazione. Perciò mi spiace che alcuni di essi facciano dichiarazioni che sono come bombe gettate nei palazzi della democrazia. Quella democrazia la cui mancanza abbiamo già patito come Paese. Non deve passare un messaggio di delegittimazione nei confronti di Bertola ma mi auguro che chieda scusa
Vittorio Bertola (Cinque Stelle)
Mi spiace che abbiate discusso di una cosa che non esiste. Io ho dato per scontata la solidarietà per gli agenti feriti. Ho inteso segnalare un rischio. L’errore che non bisogna fare è considerare questa rabbia un fatto isolato. C’è un pezzo di Italia che si sente inascoltato. Per ora l’unico provvedimento annunciato è un rafforzamento delle scorte ai politici e questo è di nuovo un messaggio negativo per chi si sente sempre meno parte dello Stato. A livello nazionale, chi fa politica e informazione ha probabilmente perso il contatto con la realtà.
Enzo Liardo (PdL)
Invitando il consigliere Bertola alla prudenza nelle sue dichiarazioni, vorrei sottolineare come ogni forma di violenza debba sempre essere incanalata. Menti deboli possono interpretare in modo scriteriato quelle parole e far degenerare nelle piazze la protesta. Infine sottolineo al sindaco che la responsabilità dei politici deve essere mantenuta in ogni fase storica: e non mi risulta che voi negli anni ’70…
Ferdinando Berthier (Torino Libera)
Mi sembra impossibile sdrammatizzare le dichiarazioni del consigliere Bertola, che forse è stato tradito dalla punteggiatura utilizzata su Facebook. Adesso ha modo, e lo invito a farlo, di rettificare le sue dichiarazioni per evitare che qualcuno possa male interpretare le sue parole.
Stefano Lo Russo (PD)
Bertola avrebbe dovuto semplicemente chiedere scusa, ammettendo di aver sbagliato. Ha scritto sciocchezze pericolose. Aveva fatto analogo intervento dopo gli scontri in Val di Susa. Si pone sempre come se fosse l’unico a capire, mentre, secondo lui, tutti gli altri politici non comprendono. Noi capiamo molto bene le ansie del Paese così come la necessità di rinnovamento della politica. Il suo discorso sottende un giustificazionismo pericoloso. Rifletta ponendosi, almeno ogni tanto, qualche dubbio, visto che la reazione che ha scatenato non è del tutto priva di fondamento.
Lei è un cittadino ma nel suo ruolo di consigliere ha una responsabilità alta, l’assuma ogni tanto.
Laura Onofri (PD)
In questa vicenda, quello che più atterrisce è lo svuotamento della drammaticità. Le violenze evocate stanno diventando luogo comune. Occorre avere attenzione alla barbarie del linguaggio.
Angelo D’Amico (Progett’Azione)
Condivido l’invito del sindaco a non considerare tutti uguali, nella politica come in altre categorie. Sarebbe stato più semplice che Bertola si scusasse. E’ facile vivere in una realtà virtuale ed è più semplice scrivere nascondendosi dietro ad un computer
Michele Curto (SEL)
I fatti di ieri sono di una gravità inaudita. Il nostro è un Paese che giorno dopo giorno peggiora e tocca una degenerazione democratica sempre maggiore, senza che la politica, compresa quest’aula, riesca a impedirla. Non credo che questo dibattito serva ad avvicinare i rappresentanti ai rappresentati. Avremmo dovuto interrogarci per tempo sul perché un terzo degli Italiani non vada alle urne, sul perché non si riescano più a trovare forme efficaci di rappresentanza e sul perché dopo fatti tragici come quelli di Roma il senso comune colpevolizzi la politica, invece di individuarla come una leva del cambiamento.
(Ufficio stampa del Consiglio comunale)