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La votazione prevista il 29 aprile
Illustrato, questo pomeriggio, in Sala Rossa, il Bilancio consuntivo 2012 da parte dell’assessore Gianguido Passoni,
Al Consiglio comunale, Passoni ha evidenziato come il 2012 sia stato caratterizzato da tre fattori: l’impulso all’autonomia finanziaria degli enti locali, con norme non coordinate fra loro, l’acuirsi della crisi economica finanziaria e, per il Comune di Torino, il rientro nel patto di stabilità e il consolidamento di politiche di risanamento avviato negli anni precedenti.
“Il Bilancio della Città, ha sottolineato, ne è uscito più rafforzato, più controllato e più trasparente ma i primi due fattori condizioneranno anche i prossimi anni. Molto dipenderà dalle scelte del Governo”.
Il documento fotografa una gestione caratterizzata da quattro obiettivi raggiunti: il rientro nel Patto di stabilità, il conseguimento di avanzo economico per la parte corrente, la riduzione dell’indebitamento e il rafforzamento dell’attività di riaccertamento dei residui.
Passoni ha quindi ribadito come la Città abbia ricevuto il 70% in meno di trasferimenti dallo Stato rispetto al 2010 ma come abbia comunque tentato di intervenire su alcune fasce più a rischio per mantenere in vita un sistema di assistenza e welfare che ha caratterizzato le scelte politiche della Città.
La gestione 2012, ha evidenziato, è stata caratterizzata da una politica di monitoraggio e contenimento delle spese correnti.
Nonostante l’impossibilità per i Comuni di contrarre mutui, Passoni ha ricordato come, grazie a mezzi propri di finanziamento, la Città sia riuscita a finanziare investimenti per 124 milioni di euro, a debito zero.
Il debito al 31 dicembre è sceso di 93 milioni confermando il trend degli ultimi anni.
Il 2012 si è chiuso in avanzo di 57,5 milioni, Di questi, circa 49 milioni, anche grazie al piano di dismissioni mobiliari e immobiliari, in coerenza con le prescrizioni della Corte dei Conti, sono stati interamente destinati a fondo svalutazione crediti. Una scelta necessaria per proseguire anche nel 2013 l’operazione di revisione sui residui attivi (che sono passati da 1,59 miliardi di euro del 2011 a 1,43 miliardi di euro l’anno passato).
I dati del rendiconto confermano l’andamento di riduzione del debito dell’ente, che passa dai 3,28 miliardi di euro del 2011 ai 3,20 miliardi di euro del 2012.
Dopo l’intervento dell’assessore Passoni, sono intervenuti i consiglieri.
Alessandro Altamura (PD): In questi dodici mesi siamo stati accompagnati da discrasie evidenti. Dal rientro nel patto di stabilità, abbiamo provato comunque ad immaginare quale sarà l’azione dell’amministrazione per i prossimi mesi. Corretto, come l’assessore Passoni ha sottolineato, chiarire come il finto federalismo fiscale (demagogico e di tutte le forze politiche, nessuna esclusa) sia andato a scontrarsi con l’operato dei ministeri che ha mortificato e penalizzato gli enti locali che hanno pagato un prezzo anche piuttosto elevato. I tagli che l’assessore ha rappresentato significano una penalizzazione molto forte per la città che ha avuto, se non ricordo male, una minore entrata di 250 milioni di euro negli ultimi due anni. L’equilibrio di bilancio viene mantenuto, nonostante l’azione sugli enti locali sia stata veramente invasiva e le diminuzioni sui trasferimenti pesantissime.
Il tema dello sviluppo, vede una situazione grave per la difficoltà delle aziende e la continua perdita di posti di lavoro e il pagamento delle PA alle imprese é un tema drammatico che solo in modo parziale il governo sta risolvendo con una prima tranche di pagamenti.
Sulla dismissione delle partecipate mi permetto di sottolineare che alcune scelte anche politiche andavano fatte quando il mercato era più disponibile e più ricettivo e con condizioni economiche che avrebbero migliorato il flusso in entrata. Positivo comunque l’avanzo di amministrazione e l’inversione di tendenza decisa rispetto alla diminuzione del debito consolidato. Chiediamo all’assessore Passoni un’attenta politica rispetto alla gestione dei residui passivi di questa amministrazione e un rilancio delle politiche di sviluppo.
Chiara Appendino (M5S): Il 2012 è stato un anno davvero difficile, iniziato dopo quel 29 dicembre 2011 quando il Sindaco ha comunicato l’uscita di Torino dal patto di stabilità.
Il bilancio previsionale del 2012 puntava su tre punti: la riduzione della spesa corrente, cioè i tagli, la dismissione delle quote delle società partecipate e il massimo sfruttamento delle entrate, cioè l’aumento della pressione fiscale sui cittadini.
Questi erano i presupposti per il rientro nel patto di stabilità, la riduzione del debito di 3,3 miliardi a cui vanno aggiunti i residui passivi per un totale di 4,5 miliardi di euro e una maggior sicurezza dei conti.
Sono state chieste votazioni d’urgenza per il raggiungimento di questi obiettivi, ma a quale prezzo?
I 280 milioni di investimenti ci sembravano pochi, ma di fronte all’impossibilità di indebitamento la Città ha realizzato 123 milioni di investimenti, numeri che si commentano da soli.
Sappiamo che il bilancio si regge sui sacrifici dei cittadini che hanno onorato puntualmente le scadenze delle imposte come Imu e tarsu, sui dipendenti di questa macchina comunale che hanno affrontato gli interventi sul personale, si regge grazie alla svendita delle quote delle partecipate, vendute con stock di debito accumulato negli anni. E, soprattutto, è un bilancio che regge grazie ai pesanti tagli effettuati sui servizi pubblici, le scuole, i trasporti.
Invece di dipingere una Città che non c’è, sarebbe meglio dire ai cittadini che a fronte di minori risorse si sono fatte delle scelte politiche.
Roberto Carbonero (Lega Nord): I torinesi pagano l’incapacità di governare della sinistra negli ultimi 20 anni. Dal bilancio 2012 emergono meno servizi e più cari, senza tagli agli sprechi. E poi un carico fiscale che sale di 130 milioni: tra Irpef e Imu 170 euro a testa in più per tutti i torinesi, neonati inclusi, senza risolvere nulla. E poi tante varianti urbanistiche: oneri di urbanizzazione per 24 milioni, entrate copiose per non affogare. E nel 2013 non si potrà più finanziare la spesa corrente con i proventi da concessioni edilizie. Gli oneri da indebitamento condizionano in parte il bilancio comunale e continuerà ad andare così se non si contiene la spesa e non si procede con le dismissioni patrimoniali. Allarmano anche gli interessi passivi all’8% delle entrate la consistenza dei debiti da finanziamento, il cattivo andamento dei derivati. E infine il calo (1 milione di €) dei fitti attivi sugli immobili: perché non si fanno pagare gli occupanti abusivi? Non siamo soddisfatti da un’Amministrazione che penalizza i cittadini senza rinunciare ai lustrini cari a salotti buoni con festival e iniziative dispendiose lasciando però buchi aperti ovunque, sulle strade e nei conti .
Paolo Greco Lucchina (Pdl): Bisogna adottare prudenza e rigore, proseguire nell’accertamento di residui attivi e passivi e dei crediti. Bisogna precedere con la vendita di Gtt. E porre in essere qunato è necessario per non ricorrere alle anticipazioni di tesoreria.
Sui servizi a domanda individuale la copertura dei costi è solo del 36%, a fronte di un impegno economico della Città per il restante 74% in relazione ai costi delle mense scolastiche.
In questo quadro si deve ricordare che dal 2013 i proventi da concessioni edilizie non potranno andare a copertura della spesa corrente.
Sono troppe le partecipazioni per 26 milioni di euro in immobilizzazioni finanziarie.
Infine ricordo quanto segnalato a proposito dei contratti con derivati, dalla Corte dei conti all’inaugurazione del suo anno giudiziario: “Gli enti dovrebbero adottare doverose iniziative nella riduzione di contratti particolarmente onerosi”, sottolineando la grave imprudenza dell’Amministrazione.
Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): Ci sono stati tagli oggettivi a welfare e assistenza, anche se il Sindaco lo nega. Ci sono stati tagli quantitativi sui servizi socio-assistenziali: ad esempio, all’assistenza domiciliare agli anziani e sui buoni trasporto e i soggiorni estivi per i disabili. E nel futuro vediamo nero. In giro ci sono gli striscioni del Festival Jazz, di cui non vediamo la reale attrattività, ma poi si tagliano la metà dei contributi per le iniziative culturali delle biblioteche: da 500mila a 250mila euro. Privilegiamo eventi di plastica per soddisfare l’ego di qualche componente della Giunta, piuttosto che la cultura di base, soprattutto nelle periferie, indispensabile per elevare la condizione di tutti i cittadini. Infine, non è la Sala Rossa il luogo per lamentarsi del Governo. Piuttosto approfittiamo domani dell’audizione di Chiamparino per chiedere alla Compagnia di San Paolo di sostenere la nostra grave situazione finanziaria.
Andrea Tronzano (PdL): Il Sindaco finalmente ha ammesso di aver ereditato il debito dalle altre Giunte di Centro Sinistra: dal 2002 al 2006 l’assessore Peveraro ha fatto esplodere il debito della Città, cresciuto di 680 milioni di euro all’anno, ha stipulato 22 contratti di derivati e ha fatto spese vaghe e improduttive. Ci sono ora nuclei importanti da aggredire, nell’interesse dei cittadini. Dopo i tanti sacrifici fatti per rientrare nel Patto di Stabilità, ora il 2013 dev’essere l’anno in cui rimettiamo i soldi nelle tasche dei cittadini. Dobbiamo aiutare i cittadini, e non le corporazioni e le elite autoreferenziali, anche per evitare che i cittadini abbandonino Torino perché tasse, tariffe e servizi sono troppo cari. Certo, se l’attuale maggioranza non si rafforza sarà difficile: meglio andare alle elezioni.
In conclusione è intervenuto il sindaco, Piero Fassino.
Ringrazio i consiglieri che hanno cercato di capire le ragioni e per le critiche espresse. Molti consiglieri delle opposizioni hanno semplicemente espresso il loro essere contro.
Dire che la Città ha iniziato ad andare male dopo l’uscita dal Patto di stabilità significa confondere causa-effetto.
La cultura non è un bene superfluo che in momenti di crisi è la prima ad essere tagliata; è invece un motore di sviluppo, crea opportunità e lavoro. Si è fatto riferimento a “Jazz Festival” che lo scorso anno a coinvolto 100mila persone, registrando così affluenza turistica e attrattività che creano benefici alle attività commerciali della città.
La crisi si combatte mettendo in campo eventi che danno dinamismo alla città, mobilitando capitali, creando più opportunità.
Per ciò che riguarda i servizi, c’è differenza tra chiudere e creare risparmi. Nessun servizio è stato chiuso nel Welfare e nell’ambito socio-assistenziale, nè nei servizi fondamentali per i cittadini. Abbiamo dovuto riorganizzare l’offerta, sui costi di gestione, sull’organizzazione, sul rapporto pubblico-privato, necessari affinchè l’offerta ai cittadini fosse mantenuta compatibile con le risorse a disposizione.
Vorrei segnalare che i trasferimenti verso questa città sono passati dai 364 milioni nel 2010 ai 112 nel 2012. E se non sarà modifica la “Spending review” approvata nel settembre scorso i trasferimenti dallo Stato si ridurranno ulteriormente.
Il fatto che la Città abbia mantenuto i servizi, ciò vada apprezzato e non criticato.
Sui patrimoni immobiliari alienati ricordo che veniamo da anni in cui il dibattito politico ha tra i capisaldi il concetto che la finanza pubblica sia orientata verso l’utilizzo del proprio patrimonio per la riduzione del proprio debito.
L’esposizione debitoria non si fa agendo solo sul bilancio d’esercizio ma anche con operazioni finanziarie straordinarie che passano dalla valorizzazione di assett mobiliari e immobiliari della città. Abbiamo fatto scelte nell’interesse della Città di Torino: nel momento in cui abbiamo ceduto quote di partecipazione di Amiat e di Trm a Iren sono state liberate risorse sebbene la Città è rimasta azionista, così come si è fatto in Sagat.
In un anno siamo stati, giustamente, monitorati dalla Corte dei Conti e, abbiamo avuto, all’inizio di quest’anno toni preoccupanti. Andando avanti con le nostre scelte la Corte dei Conti, nel suo ultimo atto, ha ritenuto significative le scelte della Città per l’equilibrio dei conti.
Il rendiconto 2012 è coerente con gli obiettivi del risanamento dei conti e il mantenimento dell’offerta ai cittadini, e ci permette di guardare ai prossimi anni con maggiore sicurezza e tranquillità.
Con queste considerazioni chiedo al Consiglio comunale di dare parere favorevole al Rendiconto 2012.
Ufficio stampa Consiglio comunale