Comunicato stampa
RICORDATI IN SALA ROSSA I CONSIGLIERI BIANCHI, MINUCCI E POLCARI
La sala Rossa di Palazzo civico ha ricordato, oggi pomeriggio, i consiglieri Fernando Bianchi, Adalberto Minucci e Cesare Polcari,scomparsi negli ultimi due anni.
Fecero parte della stessa Tornata amministrativa, la V (dal 1965 al 1970) e nelle file del Partito comunista italiano (Cesare Polcari lasciò il partito e la carica di consigliere nel 1969 dopo i fatti di Praga).
La commemorazione si è aperta con le parole del presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris. “L’immaginario filo rosso che lega insieme le vite di questi uomini – ha detto il presidente Ferraris - che ne ha contraddistinto l’impegno civile e la passione politica, è la condivisione di ideali di un partito che, specialmente a Torino, è stato anche simbolo di un’epoca e bandiera della lotta di classe, il Partito comunista italiano”.
Ha proseguito Giancarlo Quagliotti ricordando Fernando Bianchi, nato a Rimini nel 1917 e a 14 anni già in fabbrica a Torino. “Fu tra le figure più importanti – ha ricordato Quagliotti – del movimento operaio del secondo dopoguerra”. “Operò sempre nel sindacato, dirigendo nel corso degli anni la Fiom e la Cgil Piemonte – ha proseguito – e cercò di combattere sempre i licenziamenti per rappresaglia negli anni ‘50”.
“Adalberto Minucci – ha detto l’ex sindaco Diego Novelli – già giovanissimo, a 16 anni fu cronista alla Gazzetta di Livorno. Nel 1954 (nacque nel 1932) iniziò la direzione della redazione torinese de l’Unità. Dirigente politico e intellettuale, diresse Rinascita e Left.
Maria Grazia Sestero ha ricordato Cesare Polcari. “La sua vita, oltre l’impegno politico e civile, fu sempre dedicata alla scuola – da detto Sestero – lavorando sull’organizzazione, come ad esempio il doposcuola che poi nel 1975, con la giunta Novelli, diventò tempo pieno”.
Il sindaco Piero Fassino ha detto “I consiglieri che ricordiamo, sono tre uomini che hanno contribuito in modo decisivo alla storia operaia torinese e nazionale”. “Bianchi e Polcari fecero parte della generazione cresciuta sotto il fascismo, partecipato alla ricostruzione del Paese e agli anni duri dei licenziamenti per rappresaglia”. Fassino ha poi proseguito “Una generazione che aveva il segno delle lotte ma una grande fiducia nelle proprie idee”.
“Minucci apparteneva alla generazione successiva – ha proseguito il sindaco - quella che prese in mano la dirigenza del Partito comunista italiano, con la riscossa operaia (metà anni ’60), la nuova forma di organizzazione del sindacato e la crescita civile (referendum sul divorzio)”.
Ha poi concluso sottolineando quanto di importante questi uomini hanno dato a Torino e all’Italia.
Nella foto: l'intervento del sindaco Piero Fassino, in sala Rossa
(tdn)- Ufficio stampa del Consiglio comunale