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Le commissioni Pari Opportunità e Servizi sociali, presiedute da Domenica Genisio e Lucia Centillo, si sono riunite per esaminare la situazione dei rifugiati a Torino. All’incontro hanno preso parte anche gli assessori Elide Tisi e Giuliana Tedesco.
L’assessore Tisi ha riepilogato i dati: l’emergenza iniziata nel febbraio del 2011 con la Primavera Araba e il conflitto in Libia ha portato nel nostro Paese 28mila persone. L’emergenza, gestita dalla Protezione Civile, ha visto l’assegnazione al Piemonte di 1500 persone, 900 delle quali a Torino e 400 nella sua provincia. Il 70% circa di queste persone non ha lo status di rifugiato, ma è in possesso di un permesso umanitario della durata di un anno, il quale peraltro non consente l’accesso ad altri Paesi europei. 150 persone sono state censite come “fragili”: si tratta di malati con patologie rilevanti, donne in gravidanza, nuclei familiari con bambini. A questi soggetti è stato consentito di restare nei centri di accoglienza anche dopo la fine dell’intervento della Protezione Civile, nello scorso dicembre. Per gli altri, è ormai scaduta anche la proroga di due mesi concessa dal Ministero su sollecitazione dei Comuni (tramite ANCI). I Comuni, è stato sottolineato, non sono stati coinvolti attivamente nella pianificazione degli interventi, che hanno visto ingenti somme spese in modo poco efficace. Secondo l’assessore Tisi, se la Città di Torino, con il suo know-how in fatto di accoglienza e integrazione, fosse stata coinvolta adeguatamente, la situazione oggi non sarebbe così complicata. Il capoluogo piemontese oggi ha 260 posti disponibili per i percorsi di integrazione, ma c’è una lista di attesa di 250 persone: e i fondi dello Stato per il resto del 2013 non sono ancora certi. Occorre in merito una politica nazionale, le città non possono essere lasciate da sole, ha concluso Tisi.
Per quanto concerne la situazione all’ex MOI, l’assessore Tedesco ha precisato che le palazzine occupate sono due. C’è disponibilità di acqua corrente in entrambe, ma solo in parte degli stabili è disponibile l’energia elettrica. Tra gli occupanti vi sono anche una dozzina di bambini. Si sta cercando di capire quanti nuclei familiari vi siano e quanti provengano da altre città, ha spiegato l’assessore, specificando che il monitoraggio è costante. Nel corso dell’incontro è stata più volte sottolineata la necessità di ottenere risposte concrete dagli enti che hanno più diretta competenza in merito, ossia la Prefettura e la Regione Piemonte,a fronte di una situazione che non può vedere coinvolto soltanto il Comune, come è stato ribadito in numerosi interventi (hanno preso la parola, oltre alle due presidenti, i consiglieri Grimaldi e Viale). Si è anche ipotizzato di chiedere un incontro con la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in occasione della prevista visita a Torino per l’inaugurazione della Biennale delle Democrazia.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale