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“La Città promuova ogni iniziativa affinché si giunga alla sepoltura dei resti, anche attraverso la restituzione delle spoglie ai discendenti o alle Amministrazioni comunali, trattenute nel museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso di Torino”.
E’ quanto chiede una mozione approvata questo pomeriggio dal Consiglio comunale di Torino.
Il museo, in via Pietro Giuria, di proprietà dell’Università di Torino, aveva riaperto i battenti il 27 novembre 2009.
Contiene 904 crani, scheletri, cervelli e maschere in cera e trae origine dalla collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo ad effettuare interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e prostitute con lo scopo di dimostrare la relazione tra comportamento e misure di parti del cranio e del corpo.
Nell’ottobre dello scorso anno, una sentenza del Tribunale di Lamezia Terme, stabiliva con un’ordinanza la restituzione, da parte dell’Università, delle spoglie di Giuseppe Vivella al suo paese natale, Motta Santa Lucia (Cz).
Successivamente, la Corte d'Appello di Catanzaro ha accolto la richiesta di sospensione della sentenza, presentata dall’avvocatura dello Stato.
Proprio sul cadavere di Vivella, che aveva avuto trascorsi da brigante, Lombroso procedette alla sua prima rilevazione, nel 1872.
Individuando un’anomalia nella struttura cranica, la cosiddetta fossetta occipitale, giunse alla conclusione che tale conformazione non fosse presente negli individui “normali” ma solo nel cranio di pazzi e criminali.
La mozione prevede che le spoglie eventualmente restituite, se utili a finalità didattiche, siano sostituite con calchi o rappresentazioni multimediali.
F.D'A. Ufficio stampa Consiglio comunale