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Cerimonia questa mattina per ricordare l’uccisione del maresciallo di Polizia, Rosario Berardi, avvenuta 35 anni fa per mano delle Brigate Rosse.
Per iniziativa dell’Asevit (Associazione Europea Vittime del Terrorismo) e della Circoscrizione 7, si è celebrata una messa all’Istituto delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di corso Farini e, successivamente, sono state deposte corone presso la lapide di Largo Belgio.
Presenti tra gli altri alla cerimonia, il figlio Giovanni Berardi, il procuratore generale Marcello Maddalena, il procuratore capo Gian Carlo Caselli, oltre ad esponenti delle forze dell’ordine.
La Città è stata rappresentata dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Maria Ferraris che ha sottolineato come la presenza delle istituzioni a momenti come questi testimoni la volontà di sensibilizzare la nostra società sull’importanza delle regole e sul valore di chi, come il maresciallo Berardi, le ha difese.
Il ricordo ufficiale è stato affidato al professor Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio che ha sottolineato come il valore di chi ha donato la propria esistenza per la democrazia, sia nato dalla Resistenza, come reca la lapide dedicata a Berardi.
“Gli anni di piombo, ha affermato, sono stati anni in cui esprimere un dissenso poteva significare morire, ha ricordato. “Berardi fu ammazzato facendo il suo lavoro”.
Ha quindi evidenziato come non a tutte le vittime sia stata dedicata dagli organi di stampa la stessa giusta attenzione. “Tutte le vittime vanno ricordate, ha sostenuto, perché tutte hanno dato il loro apporto a difesa della democrazia e della libertà”.
Si è invece soffermato sui “funerali mediatici” di Prospero Gallinari di circa due mesi fa.
“Il perdono vale per tutti ma il risalto mediatico dato a Gallinari è stata un’offesa alle vittime del terrorismo ma soprattutto ai cittadini che amano la democrazia e la Repubblica”.
F.D'A. - Ufficio stampa Consiglio comunale