Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2013 > MARZO

Comunicato stampa

LA SMAT S.P.A. POTREBBE DIVENTARE SOCIETA' SPECIALE CONSORTILE

Grazie ad una deliberazione di iniziativa popolare, la Smat SpA, la società che gestisce l’acquedotto torinese, potrebbe diventare una società speciale consortile.
Il documento è stato approvato questo pomeriggio dal Consiglio comunale. A favore hanno votato 20 consiglieri, 1 contrario, 16 astenuti.
Questo, però solo al termine di una verifica dei costi benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, che dovrà avvenire entro 90 giorni, secondo quanto introdotto da un emendamento firmato dal capogruppo del PD, Stefano Lo Russo e previa la verifica di sostenibilità del piano d’ambito dell’Ato e dei piani di investimento adottati dall’azienda, come indicato da un emendamento primo firmatario Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia).
Se l’esito della verifica sarò positivo, la Smat non sarà più una società di diritto privato (la società per azioni) ma di diritto pubblico.
La Città partecipa in Smat con 3.159.497 azioni, pari al 65,31% del capitale sociale. Il restante capitale è partecipato dagli altri 285 comuni, tutti nella provincia di Torino.
La nuova società sarà finalizzata esclusivamente alla produzione ed erogazione del servizio idrico integrato nel territorio degli enti consorziati, senza fini di lucro.
L’azienda dovrà garantire la partecipazione della popolazione alle scelte relative al servizio da erogare, dei propri dipendenti alle scelte relative all’organizzazione del lavoro.
Il documento, infine, prevede che il sindaco promuova l’adesione degli enti locali di Smat S.p.A. alla nuova società consortile.
Con la delibera è stata approvata una mozione di accompagnamento proposta dal Movimento 5 Stelle con cui si impegna Sindaco e Giunta perché, “nelle prossime assemblee dei soci Smat, si oppongano alla redistribuzione ai soci degli eventuali utili dell’azienda, destinandoli invece al reinvestimento nel miglioramento delle infrastrutture e del servizio sul territorio degli enti locali consorziati, oppure alla riduzione delle tariffe per gli utenti di tale territorio”.
La votazione è stata preceduta dal dibattito.

Marco Grimaldi (SEL): Prima di tutto un ringraziamento ai tanti nostri concittadini. Questa delibera di iniziativa popolare è un tassello di una serie di iniziative dei movimenti a sostegno dell’acqua pubblica, a partire del referendum del giugno 2011. Grazie al risultato di quella consultazione, si è interrotta un’escalation privatizzatrice in campo da anni.
Non dovendo quindi l’acqua essere considerata una merce, occorre ripensare l’attuale natura privatistica delle società che gestiscono il servizio idrico integrato, come la Smat, anche se costituite da capitali pubblici.
La discussione in commissione si è concentrata solo sulla possibilità o meno di realizzare la trasformazione di Smat, alla luce della legge della spending review del 2011.
I progressisti hanno fatto di tutto per entrare nel merito della discussione, cosciente di tutto ciò che ha fatto per togliere l’acqua dalle logiche commerciali. Oggi Smat è una grande azienda. Nessuno vuole cancellarla, trasformiamola in una grande azienda speciale, un soggetto consortile che rispetti in piemo lo Statuto della Città che prevede che “il servizio idrico integrato sia operato senza scopo di lucro”.

Stefano Lo Russo (PD): Il Partito Democratico ha affrontato la delibera con spirito costruttivo, in coerenza con quanto fatto nel passato: l’introduzione di un articolo nello Statuto della Città che prevede il servizio idrico integrato in capo al pubblico e il sostegno al referendum per l’acqua pubblica. Oggi lo fa per ribadire il ruolo pubblico del servizio idrico e per sottrarlo alle leggi di mercato.
Siamo consapevoli delle difficoltà che comporta l’approvazione di questo provvedimento. L’operazione va considerata, infatti, in un quadro d’insieme che va verificato, con una valutazione di costi/benefici.
Una verifica proposta con nostri emendamenti in quattro punti: sul piano fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico. Una verifica che dovrà essere realizzata entro 90 giorni. Se darà esito positivo, saremo pronti a procedere.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) Non so se dopo i ringraziamenti ai cittadini fatti dai consiglieri, i cittadini faranno lo stesso con loro. Dobbiamo sapere che questa delibera che stiamo votando è un’altra cosa rispetto al referendum. Tra tutti gli elementi detti, (giudiziario, amministrativo) si deve considerare anche la disponibilità dei comuni interessati ad aderire a un’azienda consortile.
Sono scettico che si arrivi alla realizzazione di una società consortile. Ci sono stati molti emendamenti che hanno “diluito” la scelta referendaria. Se qualcuno voleva cavalcare la battaglia referendaria deve dire che questa delibera è un’altra cosa per un piccolo richiamo alla coerenza. E astenersi sulla delibera.

Marta Levi (PD): Già dagli anni novanta quest’aula ha scelto la gestione pubblica dell’acqua ed è una scommessa che abbiamo vinto, come dimostrano i 286 comuni della Provincia che aderiscono a Smat. Abbiamo sempre creduto in un sistema idrico intgegrato ed è per questo che voto convintamene si a questa delibera, come ho convintamene votato si al referendum.
Purtroppo devo constatare che dopo mesi di discussione ci mancano ancora molti elementi per poter decidere di procedere speditamente.
Per queste ragioni abbiamo presentato gli emendamenti, per chiedere alla Giunta di approfondire tutti i temi emersi anche in commissione e non solo gli aspetti giuridici.
Credo che questo sia un modo serio e coerente di affrontare una partita così delicata. Il lavoro da fare è molto e spero che in questi mesi si potranno affrontare i nodi emersi finora.

Enzo Liardo (PdL): Condividiamo le ragioni che vanno nella direzione della volontà espressa dai cittadini con il referendum. Ma non capiamo tutta una serie di emendamenti che rischiano di snaturare il senso della delibera. Emendamenti che sembrano fatti ad arte per dilazionare i tempi. Si poteva evitare questa situazione con un ulteriore approfondimento della delibera anche contando sull’aiuto dei comitati che certo sarebbero stati disponibili a continuare l’interlocuzione con la Città prima di arrivare al voto.

Vittorio Bertola (5 Stelle): Vorrei che il capogruppo del PD ci risparmiasse l’ironia sul lavoro del movimento 5 Stelle. Se i cittadini arrivano a chiedere modifiche statutarie di Smat è perché non si fidano del suo partito, perché hanno paura che venga venduta a privati la proprietà dell’acqua. E’ già una sconfitta arrivare ad una delibera di iniziativa popolare per chiedere quello che ha sancito un referendum che tutti i partiti si erano affrettati a festeggiare. Ma dopo mesi e mesi di melina, appesi al giudizio, negativo, degli uffici comunali, si scopre che a Torino ci sono leggi diverse dal resto del Paese. Adesso dopo la sonora sconfitta alle recenti elezioni politiche provate ad arrampicarvi sugli specchi, attuate una tattica dilatoria snaturando la delibera con la proposta di dodici emendamenti che la riscrivono completamente. Noi vi chiediamo di avere il coraggio di votare o bocciare questa delibera così com’è.
Due parole infine sulla nostra mozione di accompagnamento: siccome Smat deve essere senza fini di lucro, chiediamo che se ci sono degli utili non vengano distribuiti ma siano utilizzati in investimenti o per abbassare le tariffe.

Silvio Viale (PD): Il fatto che l’acqua debba rimanere pubblica non è in discussione, ma questa delibera è in buona sostanza inutile. Ed è un atto che non voterò.

Lucia Centillo (PD): Ci sono tutte le condizioni per evitare di approvare una delibera con gli emendamenti presentati. Occorrerebbe andare avanti con questo atto senza aspettare altri novanta giorni per ulteriori verifiche e approfondimenti. Non voterò dunque gli emendamenti di questo genere per poi votare sì alla delibera modificata.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Sono sorpreso nel vedere certi emendamenti: si rischia di annacquare il senso della delibera. E mi spiace vedere che un’azione di questo tipo venga fatta solo per un’ex municipalizzata che è un’eccellenza italiana. Il referendum, infatti, parlava della gestione di tutti i servizi pubblici, non solo dell’acqua. Serve una profonda riflessione su come gestire il patrimonio comunale, soprattutto dopo la brutta esperienza della vendita di GTT.

Andrea Tronzano (PdL): Chiedo al Sindaco se le recenti votazioni gli abbiano insegnato qualcosa. Credo che in questo Consiglio Comunale, la Maggioranza debba iniziare a dire la verità ai cittadini: occorre una politica chiara e trasparente. Perché nessuno dice con chiarezza che l’acqua sarà pubblica per sempre e non deve dare remunerazione? Non facciamo demagogia con inutili emendamenti: agiamo con responsabilità.

In conclusione è intervenuto il sindaco Piero Fassino: La Smat è una delle migliori società di gestione del servizio idrico in Italia. In questi anni ha fatto un notevole sforzo in investimenti per offrire ai cittadini di più di 230 Comuni un servizio idrico adeguato per qualità, accessibilità e innovazione tecnologica. La stragrande maggioranza delle società, invece, ha problemi di dispersione idrica che costano molto ai cittadini.
Dopo il referendum dello scorso anno, c’è la necessità di affrontare il tema dell’acqua in maniera diversa rispetto agli altri servizi. L’acqua, infatti, è un bene comune da non sottoporre alle logiche di mercato applicate ad altri beni o utilities.
Naturalmente, la trasformazione di Smat in società consortile include che siano verificate due condizioni.
In primo luogo, qualunque sia la forma societaria, bisogna garantire alla società che gestisce l’acqua adeguati flussi finanziari per investimenti, altrimenti nel tempo il servizio deperirebbe e il costo per i cittadini salirebbe.
In secondo luogo, bisogna poi essere consapevoli che Smat ha già fatto cospicui investimenti finanziati da credito bancario: è necessario che la società sia in grado di onorare quegli impegni, che altrimenti ricadrebbero su tutti i 230 Comuni. E i piccoli Comuni non potrebbero sostenerli.
Non ci sono quindi questioni ideologiche. Nessuno vuole privatizzare l’acqua. Dobbiamo però garantire investimenti nel tempo e onorare gli impegni finanziari assunti.
Verificate queste due condizioni, si potrà procedere a trasformare Smat in società consortile.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 4 Marzo 2013

Stampa questa pagina

Condividi

Torna indietro