Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2013 > DICEMBRE
Il sindaco Piero Fassino ha risposto, nel corso del Consiglio comunale di questa mattina, sull’utilizzo di locali pubblici di partiti politici, alle comunicazioni richieste dai consiglieri comunali Andrea Tronzano (Forza Italia) ed Enzo Liardo (Nuovo Centrodestra).
Si riporta di seguito l’intervento del sindaco e il dibattito in aula.
Piero Fassino – sindaco
In un Paese in cui si riconosca il valore delle organizzazioni politiche è del tutto ovvio che le sedi di istituzioni possono essere adibite a eventi da organizzazioni politiche, culturali, sociali o sindacali.
Sottolineo che c’è un grande dibattito sul contenimento delle spese della politica. Uno dei modi per concorrere questo contenimento è mettere a disposizione di chi promuove e organizza eventi politici, sedi pubbliche come i locali delle Circoscrizioni.
Andrea Tronzano - Forza Italia
La risposta del sindaco non è convincente. In alcune Circoscrizioni sono vietate iniziative di propaganda partitica all’interno dei centri di incontro, in altre sono ammesse quelle di carattere culturale. Il PD, quindi, non può più usare questi luoghi per le campagne elettorali perché il regolamento lo vieta. Il Presidente del Consiglio comunale dia indicazioni ai presidenti di Circoscrizione perché facciano rispettare le regole e li convochi in una Conferenza dei Capigruppo perché sia risolta la questione.
Enzo Liardo (NCD)
I centri di incontro per gli anziani hanno assunto connotazioni diverse. In questi anni sono state utilizzate quasi come se fossero sezioni aggiunte del PD.
Nessuna forza politica deve usare questi luoghi per scopi elettorali, rispettando così le regole che devono valere per tutti.
I centri di incontro devono servire agli anziani e non ai partiti.
Alessandro Altamura - PD
Sulla proposta del consigliere Liardo, il PD è disponibile a un ragionamento comune. Mi permetto però di sottolineare come in questo paese l’agibilità democratica del sistema politico vada ripensata. Alcuni partiti, come il PD, cercano di mantenere e rafforzare il rapporto con i propri iscritti ed elettori, dando una risposta concreta all’antipolitica dilagante.
Tutti dobbiamo interrogarci sul come riportare i cittadini alla partecipazione, con la selezione di una nuova classe dirigente. Le nostre primarie sono state proprio un grande momento di partecipazione democratica, quasi tre milioni di partecipanti in un contesto in cui la politica ha scarsa credibilità. E i centri d’incontro utilizzati per le votazioni, al fine di garantire al meglio l’esercizio di un diritto democratico per i cittadini, sono stati regolarmente affittati e pagati. Del resto l’articolo 49 della nostra Costituzione stabilisce che sono i cittadini liberamente associati in partiti a concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale
Giuseppe Sbriglio - IDV
Non vedo nessuno scandalo nell’uso dei centri d’incontro per iniziative politiche, tanto più quando pagati regolarmente. Nei prossimi anni diminuiranno sempre di più i fondi pubblici per i partiti e le pubbliche amministrazioni dovranno tenerne conto.
Certo, tutti gli spazi pubblici devono essere gestiti in modo trasparente. Stiliamo un regolamento cittadino per il loro uso, anche per le campagne elettorali, suddividendo equamente le sale disponibili, magari gratuitamente e garantendo pari trattamento a tutte le forze politiche.
Fabrizio Ricca - Lega Nord
Assistiamo oggi a un dibattito surreale sulla “partecipazione”. In concreto, però, c’è stata la violazione di un regolamento che avrebbe invece dovuto essere rispettato, almeno finché non lo si sia cambiato.
Faccio notare che la Lega Nord ha organizzato la consultazione dei suoi iscritti utilizzando le proprie sedi, non spazi pubblici.
Piero Fassino – sindaco
Considero demagogico e offensivo riconoscere ad ogni associazione diritto all’utilizzo di locali pubblici e negarla a un partito politico, dal momento che i partiti sono riconosciuti dalla Costituzione.
Allo stesso modo è demagogia, soprattutto quando si discute sull’erogazione per i costi dell’attività politica, negare l’agibilità di locali pubblici alle organizzazioni politiche.
E’ del tutto evidente che servano regole chiare e trasparenti, e io sono favorevole a discuterne e a definirle.
Ufficio stampa del Consiglio comunale