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LA COMMEMORAZIONE DI MANNI, DOTTI, BRESSAN, ALBANESE E REVELLI
In una Sala Rossa gremita di pubblico, il Consiglio comunale ha ricordato oggi pomeriggio alcuni suoi ex componenti, scomparsi negli ultimi anni.
Si tratta degli esponenti della Democrazia cristiana Roberto Manni, Michele Revelli, Ciro Albanese, Augusto Dotti e di Renato Bressan, consigliere prima per la DC e successivamente per Forza Italia.
I cinque componenti dell’assemblea di Palazzo Civico, in periodi diversi, sono stati presenti sui banchi consiliari in un arco temporale che va dal 1960 sino al 2001. Tra i numerosi partecipanti alla cerimonia, il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, Michele Vietti, e gli ex sindaci Diego Novelli e Giovanni Picco.
Nel suo intervento di saluto, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris ha ricordato come i principi ispiratori che hanno caratterizzato la loro attività pubblica “siano stati quelli propri della Dottrina Sociale, quali appunto sono la capacità di riconoscere il primato della persona, il senso della solidarietà, intesa come reciprocità ed interdipendenza, la sussidiarietà che aveva il dovere di contraddistinguere i rapporti tra lo Stato e la società civile, simbolo di una vera democrazia partecipata e libera, e naturalmente l’attenzione al bene comune servendo la società nelle istituzioni”. Il presidente ha anche rievocato il lungo cammino della DC nella trasformazione della società italiana, “un cammino che, anche a causa di uno scandalismo spesso indiscriminato, si interrompe al termine della Prima Repubblica causando la diaspora delle diverse forze che componevano il partito. Molti esponenti della vecchia DC, pur con il rammarico di non aver potuto continuare la lunga tradizione del partito dello scudo crociato, continuano ad impegnarsi in campo politico sotto nuovi simboli”.
Ha quindi preso la parola il presidente dell’Associazione ex Consiglieri, Dante Notaristefano, che ha ripercorso le tappe principali dei percorsi politici dei cinque personaggi politici scomparsi, accomunati dall’essere “al servizio della città al di là di qualunque appartenenza particolare”, con “senso del dovere, saggezza e lealtà”. Notaristefano ha anche voluto ribadire il ruolo di una DC “capace di confrontarsi coi cambiamenti della società restando al tempo stesso una garanzia di stabilità del sistema democratico”.
Mario Berardi, ex consigliere a Palazzo Civico e per diversi anni presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, si è soffermato sulla figura di Michele Revelli, approdato in Sala Rossa nel 1970 con una solida esperienza nel sindacato metalmeccanici della Cisl in Fiat. Esperienza che, da consigliere, lo vide “attento a ogni vertenza di allora: Gazzetta del popolo, Venchi Unica, Maggiora” e anche “convinto sostenitore della collaborazione tra i cattolici democratici e il movimento socialista, per mettere al centro gli interessi dei lavoratori”. Anche con la DC all’opposizione, dopo il 1975, Revelli sostenne con senso dello Stato l’impegno del Comune con Novelli sindaco nel respingere la violenza terroristica.
Ciro Albanese, consigliere dal 1970 al 1985, è stato ricordato da Andrea Galasso, che ne ha rievocato ”l’attenzione e l’umiltà come la quale metteva la sua professionalità di medico al servizio della città”. Sempre sensibile ai problemi emergenti dell’epoca, “Albanese – ha concluso Galasso – non ha percorso i sentieri della vanità e del successo ma la strada del bene comune, dell’interesse della nazione e della comunità”.
Renato Bressan scomparso a soli 56 anni anni, è stato al centro dell’intervento di Piero Aceto, che ne ha sottolineato la generosità oltre che la competenza e l’attenzione profuse sui temi dell’urbanistica e dei trasporti, da ingegnere qual era. “Un uomo – ha aggiunto Aceto – al quale non si poteva non voler bene”.
Concludendo la serie degli interventi, il sindaco Piero Fassino ha voluto sottolineare come si trattasse di “persone che hanno voluto mettere le proprie competenze ed esperienze al servizio della loro città”. Il primo cittadino ha poi formulato una riflessione sul significato della commemorazione odierna: “In tempi nei quali la politica offre ai cittadini spesso un volto sgradevole, suscitando scoramento e indignazione nell’opinione pubblica, è giusto ricordare come esista una politica fatta di dedizione, passione, ideali, priva di interessi personali e al servizio del bene comune. A questa politica – ha proseguito Fassino – hanno prestato le loro energie migliaia di donne e uomini di ogni forza politica, dando un’idea della politica che sia in grado di restituire ai cittadini fiducia e speranza”. E il sindaco ha quindi rievocato il ruolo della Democrazia Cristiana come “un partito che ha segnato di sé la storia del Paese per decenni, rivestendo un ruolo centrale nelle vicende che hanno portato l’Italia alla Repubblica, alla Costituzione, a diventare un grande Paese”. Le persone ricordate oggi, ha aggiunto il sindaco, sono state espressione di quel partito, con il loro solidarismo cattolico, radicato nell’esempio dei santi sociali torinesi. “La DC ha dato a Torino grandi sindaci, da Peyron, ad Anselmetti, Porcellana, Picco e fu uno dei partiti più colpiti dal terrorismo”, ha continuato il sindaco, sottolineando come in quegli anni di piombo la DC, pur all’opposizione in Sala Rossa, fece prevalere etica della responsabilità e senso dello Stato nella lotta all’eversione. In conclusione, il primo cittadino ha ribadito l’importanza della memoria come stimolo ed esempio per l’impegno di oggi.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale