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Arriverà la cassa integrazione per i lavoratori di Villa Cristina, la casa di cura neuropsichiatrica chiusa dalla Regione Piemonte a causa della mancata realizzazione di lavori per l’adeguamento alle normative,.
Lo ha detto questo pomeriggio Josè Parrella, procuratore speciale della struttura, acquisita dalla società Orpea Italia, all’indomani della chiusura, durante la riunione congiunta delle commissioni Lavoro e Sanità, presiedute rispettivamente da Domenico mangone e Lucia Centillo.
Ha annunciato che l’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte ha autorizzato la cassa integrazione in seguito alla presentazione del piano industriale del gruppo, che prevede, tra l’altro, l’apertura di una sede nel comune di Nebbiuno (No).
Proprio nella sede realizzata sul Lago Maggiore saranno ricollocati i dipendenti di Villa Cristina, da maggio senza stipendio.
Tuttavia, la struttura che avrebbe dovuto essere pronta per il primo novembre, necessita ancora di autorizzazioni.
Per i lavoratori sarà previsto un servizio di autobus per il trasferimento da Torino a Nebbiuno e ritorno.
Sarà così per trentasei mesi, in attesa della ristrutturazione totale di Villa Cristina (l’edificio è vincolato dalle Belle Arti) e di una ricollocazione dei lavoratori nelle sedi del gruppo societario, presenti nel torinese.
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, presenti all’incontro, hanno da un lato espresso preoccupazione per il ritardo con cui aprirà la casa di cura di Nebbiuno, dall’altro l’auspicio che i lavoratori possano tornare al più presto a lavorare in una struttura torinese.
I consiglieri delle Commissioni, invece, hanno evidenziato la necessità che Torino non venga privata di una struttura di neuropsichiatria e che le soluzioni proposte per i lavoratori siano solo temporanee.
F.D'A. - Ufficio stampa Consiglio comunale