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È ormai noto che Torino ospita alcuni dei musei più importanti di tutta Italia (e non solo), come quelli Nazionali del Cinema alla Mole e dell’Auto in Corso Unità d'Italia o l’Egizio e molti altri, ma ancora troppe poche persone sono a conoscenza dell’esistenza in città di musei un po’ particolari (www.vanityfair.it/viaggi-traveller/viaggi-mondo/the-best/2012/10/10/i-musei-pi%C3%B9-particolari-del-mondo ).
Ed è proprio a questi che Vanity Fair Traveller ha dedicato un articolo dal titolo ‘I dieci musei più strani del mondo’ segnalando tra questi il nostro Civico Museo della Frutta. Il servizio elenca e descrive una top ten delle migliori e più singolari raccolte che si possano vedere, dall’ America al Giappone passando dall’Europa e in particolare dall’Italia. Da quello dedicato alla mente a quello degli oggetti inutili, dal museo delle spie di Washington a quello dei ramen (spaghetti) di Yokoama, dagli oggetti in metallo in Finlandia al currywurst di Berlino, dal museo dei Cavatappi di Barolo a quello della Frutta di Torino.
Collocato in via Pietro Giuria 15, questo piccolo gioiello accoglie una collezione con più di mille ‘frutti artificiali plastici’ - mele, pere, susine, uva, albicocche e tutta una varietà alimentare oggi in parte perduta - realizzati nella seconda metà dell’Ottocento da Francesco Garnier Valletti e il patrimonio storico scientifico della Stazione Sperimentale Agraria (poi Regia Stazione Chimico-Agraria), costituita nel 1871 e divenuta, nel 1967, Sezione operativa di Torino dell’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante. Una straordinaria collezione pomologica per riflettere sul tema della biodiversità.
Il museo è aperto dal lunedì al sabato con orario 10-18, prezzo biglietto euro 4. Per informazioni: tel. 011 6708195, info-museodellafrutta@comune.torino.it
www.museodellafrutta.it/ jacopo.barigazzi@linkiesta.it (lc)