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In questo periodo di crisi, la razionalizzazione è fondamentale per la sopravvivenza del “sistema cultura”. Lo ha sostenuto l’assessore Maurizio Braccialarghe nel corso della riunione odierna della V Commissione, presieduta da Luca Cassiani. L’assessore ha illustrato a grandi linee l’orientamento da lui concordato con i suoi omologhi di Regione Piemonte e Provincia di Torino, alla luce del prospettato taglio del 30% delle risorse che i tre Enti potranno mettere a disposizione delle politiche culturali. Risorse e interventi devono essere coordinati per evitare quella che Braccialarghe ha evocato come “ la desertificazione dell’intera struttura culturale” dell’area torinese:
“L’obiettivo deve essere la tenuta di tutto il sistema”, ha poi affermato, indicando la prospettiva di un’unica Fondazione che possa raccogliere il più ampio numero di istituzioni culturali per puntare a ridurre i costi di gestione in proporzione alla riduzione delle risorse disponibili.
Tutto questo a partire dai musei, sia quelli dell’attuale Fondazione Torino Musei (tra i quali la GAM e Palazzo Madama) sia quelli non di proprietà comunale (come quelli del Risorgimento o della Montagna) ai quali Palazzo Civico fornisce contributi per il costo del personale, fino a istituzioni come il Castello di Rivoli, la Reggia di Venaria o il Museo di Scienze naturali, con assetti interni diversificati.
La politica di razionalizzazione e accorpamento dovrebbe riguardare tutti i settori del comparto cultura. Ad esempio con un Polo della Letteratura - che, con Salone Internazionale del Libro e Circolo dei Lettori, possa coinvolgere anche il sistema delle biblioteche – e un Polo del Novecento che raccolga enti culturali e centri studi, dal Museo Diffuso della Resistenza al Salvemini, al Gramsci e molti altri, mettendone in comune la gestione e gli archivi ma salvaguardando l’indipendenza scientifica dei diversi soggetti.
Anche per il cinema si dovrà perseguire una riduzione dei costi tentando di “salvaguardare il perimetro delle attività”.
Più complessa da definire è sinora la prospettiva per l’area del teatro, ugualmente toccata dalla forte riduzione delle risorse pubbliche e molto articolata al suo interno.
E per la musica, l’assessore ha indicato la prospettiva di un “cambiamento di pelle” della Fondazione che attualmente gestisce la rassegna MI.TO (“manifestazione che difenderemo con i denti”, ha precisato), chiamata a divenire una Fondazione per il fund raising. Quest’ultima dovrebbe avere l’obiettivo di coinvolgere risorse di privati mantenendo l’organizzazione di MITO e di una nuova prossima iniziativa nel campo del Jazz. I tre assessori si sono anche trovati concordi, ha precisato Braccialarghe, nel sostenere l’opportunità di salvaguardare iniziative come Organalia, MTV Days e Traffic.
In tutto questo, ha concluso l’assessore , sarà fondamentale accordarsi con le Fondazioni bancarie, che già ora contribuiscono in modo cospicuo al funzionamento del sistema culturale torinese. Le valutazioni comuni concordate fra i tre assessori, ha poi precisato, dovranno essere vagliate da sindaco e presidenti dei rispettivi enti, nonché dalle relative assemblee elettive
In un breve dibattito avviato dopo la relazione dell’assessore sono emersi inviti a non dare un taglio solo economicista alla riforma del sistema cultura (Centillo), ad un maggior coinvolgimento del Consiglio in fase progettuale (Levi-Montalcini), a organizzare un incontro in Commissione con gli assessori alla Cultura di Regione e Provincia (Appendino), ad avere attenzione alla fruizione della produzione culturale da parte del territorio (Grimaldi) a evitare cattedrali nel deserto (esperto di commissione del PdL).
L’assessore e la V Commissione si rincontreranno nelle prossime settimane per approfondire il tema, anche in vista della definizione del Bilancio di previsione per il 2012.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale