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Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno di sostegno al disegno di legge sui diritti di cittadinanza. Il provvedimento, primo firmatario il consigliere Roberto Tricarico, prende le mosse dalla normativa europea, dalla considerazione sull’aumentata presenza di cittadini stranieri nel nostro Paese e dall’articolo della Costituzione che garantisce a “tutti i cittadini pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinione politiche, condizioni personali e sociali”.
L’ordine del giorno ricorda poi che fino al febbraio di quest’anno si raccoglieranno le firme per sostenere una legge d’iniziativa popolare riguardante nuove norme sulla cittadinanza. Inoltre è stato depositato in Senato un disegno di legge volto a modificare la Legge n. 91 del 5 febbraio 1992 in materia di cittadinanza, sancendo il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli.
Il provvedimento impegna quindi il Sindaco e la Giunta a “farsi interpreti presso il Governo italiano, affinché non cada nel vuoto l’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha esortato il Parlamento a riconoscere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri”.
Prima della votazione, l’ordine del giorno è stato oggetto di una approfondita discussione.
Primo ad intervenire, il primo firmatario Roberto Tricarico (PD) che ha illustrato il documento. Dopo di lui ha preso la parola Maurizio Marrone (Pdl) che ha dichiarato: “Sono scettico su questo ordine del giorno. Non si può concedere la cittadinanza a persone che non hanno approfondito un percorso di scolarizzazione, di integrazione, di adesione ai valori costituzionali”.
Per Fabrizio Ricca (Lega Nord), “Con questa mozione si chiede a un governo non eletto di fare politica, come se il problema della cittadinanza fosse prioritario per un esecutivo chiamato a risolvere i problemi economici dell’Italia. Credo sia folle regalare la cittadinanza a chi non conosce niente del nostro Paese e ci è solo nato. Rischiamo così di fare un passo indietro e non in avanti, di non integrare. Uno straniero nato in Italia può scegliere liberamente, raggiunta la maggiore età, se diventare cittadino italiano o prendere un’altra strada, come stabilisce la Costituzione. Questa mozione vorrebbe togliere questa possibilità di scelta e imporre la cittadinanza. Qualsiasi bambino straniero che nasca nel nostro Paese ha già gli stessi diritti di un bambino che nasca da genitori italiani. Credo che questa mozione sia sostenuta da forze politiche alla ricerca di voti”.
Secondo Alberto Musy (UdC): “Il principio di inclusività fa parte di tutte le repubbliche democratiche occidentali. In un Paese come gli Stati Uniti esiste un museo dell’immigrazione, a Ellis Island, con testimonianze di tanti immigrati italiani. Il principio di inclusione ci ha messo molti anni ad affermarsi negli Stati Uniti, ma ha permesso che oggi ci siano membri del Congresso di nazionalità italiana e di altre nazionalità. Non dobbiamo poi dimenticare la spinta demografica che un provvedimento di questo tipo potrebbe comportare, spinta demografica che all’Europa serve. Esprimo pertanto un parere favorevole a questo ordine del giorno”.
“Con la discussione di oggi - ha commentato Michele Curto (SEL) - sostanziamo ciò che siamo in quest’aula, descrivendo cosa siamo e come ci distinguiamo. L’età del nostro continente è molto anziana, così come quella della nostra città. I bambini e le bambine nati oggi da immigrati possono rappresentare il futuro del nostro Paese. Ma non basta garantire il servizio di cittadinanza senza diritti sociali Occorre sostanziare questi ultimi per non regalare a una cultura che divide, un giorno, il governo della città”.
Per Marta Levi (PD), “Chi nasce in Italia da genitori stranieri non ha gli stessi diritti di chi nasce da genitori italiani. In questo ordine del giorno non c’è strumentalità, non ci sono scambi di voti. Oggi c’è un 25% di bambini stranieri che studieranno, cresceranno in Italia ma non sono riconosciuti come cittadini italiani”.
“La discussione non mi è piaciuta - ha sottolineato nel suo intervento Vittorio Bertola (5 Stelle) - troppo politica e retorica. La sostanza è che molti giovani che vivono in Italia non diventeranno cittadini italiani al compimento del diciottesimo anno. L’ordine del giorno è condivisibile a patto che non sia solo propaganda e pubblicità sui giornali ma porti a risultati concreti”.
Ha concluso la serie degli interventi il sindaco Piero Fassino: “Stiamo affrontando un tema non banale, strategico per la città e per il Paese, che va affrontato con serietà e senza strumentalizzazioni.
L’Italia è un Paese che negli ultimi trent’anni ha vissuto una forte immigrazione dopo essere stato per 150 anni un Paese di emigranti. Emigranti che cercavano ragioni di dignità di vita che disperavano di trovare qui. Trovandola in Argentina, Brasile, Stati Uniti, Germania o Francia, la trovavano per sé e per il proprio Paese. Cerchiamo allora di avere la stessa attenzione per quegli stranieri che cercano quella dignità, oggi, nelle nostre città. La paura verso di loro è culturalmente sbagliata! Semmai è necessaria una politica d’integrazione perché quello dei migranti è un fenomeno complesso che genera conflitti che si superano non creando paure ma liberandoci da esse. Dentro questa discussione c’è un tema che il Presidente Napolitano ha evocato: milioni di bambini nati nel nostro Paese, figli di genitori certi ma non della società in cui vivono. E’ un tema di civiltà che altri Paesi europei hanno già risolto, penso a Francia Gran Bretagna e Germania, riconoscendo ai figli degli immigrati il diritto alla cittadinanza".
L’ordine del giorno è stato approvato con 24 voti favorevoli e 1 contrario.
(ML) - Ufficio stampa Consiglio comunale