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Oggi anche la Città di Torino celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
Il 17 maggio del 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità cancella l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Dal 2007 la circostanza viene celebrata, su sollecitazione della Unione europea, ogni 17 maggio.
L'obiettivo della giornata è quello di promuovere e coordinare eventi di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell'omofobia e della transfobia.
Per approfondire queste tematiche, nella sala Rossa di Palazzo Civico, questa mattina la sociologa Chiara Bertone ha tenuto una lezione su “Le politiche locali contro l’omofobia: il libro bianco europeo e l’esperienza di Torino”.
All’apertura dei lavori, il sindaco Piero Fassino, nel portare il saluto della Città ha ricordato come in questi anni molti passi in avanti sono stati compiuti “per il riconoscimento del diritto alla libertà di orientamento sessuale come riconoscimento della libertà e della dignità delle persone e nonostante questo sappiamo anche quanto siano ancora forti i pregiudizi, quante siano le occasioni di discriminazione, di quanto siano gravi e frequenti gli episodi di umiliazione che rappresentano una lesione della dignità delle persone e una ragione di discriminazione e di pregiudizio che colpisce gli omosessuali nella loro scelta di orientamento sessuale ma in realtà è una forma di attacco ad ogni forma di diversità. Torino è una città di diritti nella quale si continua ad investire sull’infanzia come abbiamo fatto e continuiamo a fare perché i diritti nascono prima di tutto nella capacità di riconoscere la persona nella sua soggettività fin dalla più tenera infanzia e di favorirne lo sviluppo della personalità. Vogliamo essere una città che continua ad investire nell’integrazione perché il carattere multietnico e multireligioso di questa nostra città abbia a tradursi nella possibilità di ogni persona di vivere la propria identità etnica, culturale e religiosa”.
Si è trattato di un importante momento di riflessione sulle politiche locali, suggellando con un riconoscimento istituzionale l’impegno che la Città si è assunta per la promozione dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender (LGBT) nel quadro del rispetto dei Diritti Umani e Fondamentali della persona, dell’eguaglianza sostanziale di opportunità per tutti e della rimozione di tutte le forme di discriminazione.
“Per rendere effettivo sul territorio il contrasto alle discriminazioni – ha spiegato la sociologa Bertone - agli enti locali è richiesta la capacità di progettare e realizzare in questo ambito politiche efficaci, concertate con le realtà associative, in primo luogo le associazioni LGBT, e con gli altri livelli di governance, e fondate su un confronto con altre esperienze. In Italia questo ruolo è tanto più cruciale in quanto a livello locale ci si trova a dover supplire alla mancanza di un quadro legislativo e di intervento nazionale”.
“Il progetto AHEAD (Contro l’omofobia. Strumenti delle Amministrazioni Locali Europee) – ha proseguito la sociologa - guidato dal Comune di Barcellona e in cui sono stati coinvolti altri Comuni e centri di ricerca europei, ha voluto raccogliere e analizzare le politiche già realizzate, per fornire, in un Libro Bianco, non solo una rassegna di buone pratiche, ma anche, a partire dai punti di forza delle esperienze raccolte, strumenti di riflessione e orientamenti per la programmazione e l’organizzazione di queste politiche”.
Dal Libro Bianco emerge chiaramente come tutti i settori delle amministrazioni possano essere coinvolti nel realizzare politiche che tengano conto della realtà di vita delle persone LGBT. Le aree di intervento individuate più specificamente riguardano il riconoscimento pubblico dei diversi soggetti rappresentati da questa sigla, il contrasto alla riproduzione di una cultura omofobica e transfobica nei media ed alla diretta violenza subita dalle persone LGBT.
“E’ importante – ha concluso la sociologa Bertone - sviluppare riflessioni e pratiche che cambino la mentalità ed il modo di lavorare all’interno dei posti di lavoro. Rispetto a questo, molto si può fare per contrastare pregiudizi e atteggiamenti discriminatori negli uffici comunali”.
A chiusura dei lavori l’assessore alle Pari Opportunità, Mariacristina Spinosa, ha sottolineato che “Rispetto ed accoglienza sono parte del patrimonio culturale della nostra città. La Città di Torino, da più di dieci anni, si è dotata, all’interno della sua Amministrazione, di un ufficio impegnato nel superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, il Servizio LGBT. Negli ultimi anni, Torino si è aperta al mondo, svelando una ricchezza culturale ed una capacità di attrazione inattesa. Chi oggi arriva a Torino, per turismo, per studio, per formazione, per lavoro, trova una città che sa accogliere e valorizzare le differenze, in uno scambio continuo di energie positive. Torino sa indirizzare il suo sguardo al proprio territorio locale, a quello nazionale ed internazionale. Nel 2006, grazie alla spinta propulsiva della nostra Città e del Comune di Roma, Torino ha lanciato il primo esempio di rete nazionale degli Enti Locali impegnati nel contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, la rete RE.A.DY. La nostra Città è segreteria nazionale di questa Rete, oltre a rappresentarne cuore e motore. Il 26 e 27 giugno, tutti i partner di RE.A.DY si ritroveranno a Torino per confrontarsi sulle azioni concrete che questi Comuni, Province, Regioni virtuosi possono sviluppare in sinergia tra loro e con le realtà associazionistiche del territorio, per superare i pregiudizi e le discriminazioni, diffondere le informazioni, offrire servizi pubblici mirati, migliorare la qualità della vita delle persone LGBT, realizzare un ambiente sociale rispettoso delle differenze ed inclusivo”. “Quanto abbiamo ascoltato oggi da Chiara Bertone - ha concluso l’assessore Spinosa - mi incoraggia ad andare avanti nelle linee politiche programmatiche che questa Amministrazione si è data per i prossimi quattro anni, facendo di Torino la città capitale dei Diritti e del contrasto ad ogni forma di discriminazione”.
(p.v.)