Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2012 > MARZO
Oggi il Consiglio comunale ha approvato un provvedimento urbanistico, la variante 255, che riguarda il rapporto tra le attività produttive preesistenti al Piano regolatore e le aree destinate a diventare nuovi parchi, là dove impianti già insediati negli anni Novanta persistono in aree che in larga parte si trovano lungo gli argini dei fiumi.
La presenza di attività economiche insediate, prima dell’attuale Piano regolatore generale, all’interno di aree destinate a parchi urbani e fluviali è regolata dall’art.21 delle Norme urbanistico-edilizie di attuazione del Prg, che consente una gestione transitoria delle attività produttive indirizzata al loro graduale esodo. Tali imprese sono numerose e con peculiarità assai diverse; l’articolo 21, al comma 5 bis, consente loro di effettuare sui propri stabili interventi di riqualificazione che eccedano la manutenzione straordinaria, solo a seguito della stipula di una convenzione con la Città che preveda l’abbandono dell’area entro dieci anni.
Alcune di queste imprese, tuttavia, si sono distinte per una forte trasformazione delle loro attività, per importanti investimenti anche di carattere occupazionale e di impegno per una presenza meno impattante nel tessuto urbano, una migliore efficienza energetica e una rilevante riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive. Con la variante n.255, quindi, l’amministrazione comunale introduce una nuova norma “che non pregiudica – spiega l’assessore all’Urbanistica Ilda Curti - le opere di ammodernamento degli impianti, pur mantenendo l’interesse a una graduale cessione di territorio a favore del parco, salvaguardando l’interesse pubblico ovvero la permanenza in città di attività produttive con un forte contenuto tecnologico, che offrono occupazione qualificata e innovazione ambientale nei processi produttivi. Si tratta quindi di aziende ad alto valore aggiunto: è il caso, ad esempio, della Rockwood. Posta sull’argine dello Stura dal 1972, nell’ultimo decennio ha avviato un piano di ammodernamento degli impianti e svolge attività di ricerca con l’Università e il Politecnico su temi di particolare interesse strategico, anche per le possibili ricadute sul territorio. Questa riconversione tecnologica e produttiva ha consentito l’uscita di tale azienda dalle imprese a rischio di incidente rilevante (la cd. normativa Seveso) con decisione del Ministero dell’Ambiente nel gennaio 2011”.
La variante introduce una norma (il comma 5ter) che definisce un tipo di impresa – già presente nel territorio prima del Prg - con attività “volta allo sviluppo tecnologico, la ricerca e in ogni caso finalizzata a sperimentare sistemi innovativi” cui viene riconosciuto l’interesse pubblico, purché questo sia stabilito da un Protocollo d’intesa sottoscritto con la Città e con l’Ente gestione del Parco fluviale del Po torinese. L’azienda dovrà fornire il piano industriale, gli interventi previsti di riqualificazione e le modalità di utilizzo degli impianti. Serviranno anche un documento di analisi ambientale ed eventuali piani di monitoraggio. In questo modo gli interventi potranno essere autorizzati, solo però a condizione che essi realizzino concretamente una riduzione dell’impatto ambientale, un migliore inserimento nel contesto (anche in senso paesaggistico) e un’effettiva qualità energetica. Nell’accordo devono essere inserite eventuali aree da cedere gratuitamente (bonificate) alla città. Accogliendo i pareri delle Circoscrizioni, la stipula del Protocollo d’intesa prevedrà un loro coinvolgimento formale, così come la definizione delle modalità attuative e di verifica conseguenti.
(mm)