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Poche ore dopo l’incontro avvenuto a Palazzo Civico con alcuni monaci buddisti e un gruppo di rappresentanti delle associazioni impegnate nella solidarietà con il Tibet, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno in sostegno del popolo tibetano.
Il documento stigmatizza la politica seguita dal governo di Pechino negli anni successivi all’occupazione del Tibet e fino ad oggi, particolarmente nei confronti del clero buddista, il cui capo spirituale, il Dalai Lama, è costretto all’esilio fin dal 1959, anno dell’insurrezione contro gli occupanti cinesi.
Ancora l’anno scorso, ricorda l’atto approvato in aula, 300 monaci buddisti sono stati deportati dalle autorità cinesi in località non meglio precisate, per essere “rieducati”.
L’ordine del giorno chiede l’impegno dell’Amministrazione comunale e del Governo italiano nell’esortare le autorità della Repubblica Popolare Cinese a rispettare i diritti umani, le peculiarità linguistiche e culturali e la libertà di culto in Tibet, ratificando il Patto internazionale sui diritti civili e politici.
Il documento, votato all’unanimità, è stato presentato dal consigliere Silvio Viale (PD), al quale si sono associati i consiglieri Nomis (PD), Tronzano, Marrone, Greco Lucchina e Liardo (PdL), Ricca, Carbonero e Cervetti (Lega Nord), Berthier (Torino Libera).
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale