Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2012 > MARZO

Comunicato stampa

TORINO AVRÀ UN GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA

Il Consiglio comunale di Torino, primo in Italia, ha approvato con 25 voti favorevoli, 13 contrari ed una astensione, l’istituzione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Il Garante monitora e verifica l'efficacia di azioni e programmi adottati dall'Amministrazione nei settori dell'infanzia e dell'adolescenza. Inoltre prende visione degli atti dei procedimenti, interloquisce con il Garante regionale e con altri uffici e servizi pubblici al fine di raccordare l'attività e coordinare le iniziative.
Infine, riferisce al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale ed alle Commissioni Consiliari sulle attività svolte e sulle iniziative assunte e ha facoltà di avanzare agli Organi del Comune proposte, documenti e memorie ai fini dell'esercizio dei loro compiti.
Chiunque può rivolgersi al Garante, recita la delibera, “per la segnalazione di violazioni ovvero di situazioni di rischio di violazione dei diritti delle persone di minore età”.
Il Garante è un organo monocratico individuato dal Sindaco, previa consultazione della Conferenza dei Capigruppo, e resta in carica per la durata di tre anni.
La sua scelta avviene con un bando pubblico fra persone residenti nel Comune di Torino, in possesso dei requisiti per l'elezione a Consigliere comunale e, recita la delibera, “di indiscusso prestigio, di specifiche e comprovate professionalità, competenza ed esperienza giuridica e amministrativa documentata ed almeno quinquennale nel campo dei diritti delle persone di minore età nonché delle problematiche familiari ed educative”.
Il Consiglio ha approvato anche la mozione di accompagnamento, con 27 voti favorevoli e 10 contrari, presentata dai consiglieri Chiara Appendino e Vittorio Bertola (Movimento5stelle) che invita la Regione Piemonte a nominare un proprio Garante, ai sensi della legge regionale 9 dicembre 2009 n. 31.
Già nel 1990, Torino aveva avviato il processo di costruzione di una “Città amica delle bambine e dei bambini” fondandolo sul riconoscimento dei diritti dei più giovani cittadini e sottoscrivendo con altre 60 Città di tutto il mondo, la "Carta delle Città Educative”.
Le linee guida di quella Carta e delle politiche successive, afferma la delibera, sono l’individuazione di diritti, che vanno oltre quelli fondamentali all'istruzione, alla salute, alla famiglia, e che si individuano in sempre più servizi pensati e proposti ai bambini e alle bambine e alle loro famiglie, per il sostegno alla genitorialità e il supporto all'occupazione femminile.
Torino si dota, prima in Italia, di un soggetto che “sappia accompagnare le istituzioni nelle scelte politiche sui servizi della Città attraverso l'ascolto, l'informazione e il monitoraggio dei processi in atto” dando attuazione a quanto già previsto a livello nazionale con la Legge 12 luglio 2011, n° 112 e dalla legge regionale.
Il "Garante per l'infanzia e l'adolescenza" è un istituto indipendente che ha la sua radice nella Convenzione sui diritti del fanciullo (New York 1989), in quella di Strasburgo del 1996 e nei "Principi di Parigi", approvati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993.

Il voto sui numerosi emendamenti, sia ostruzionistici, sia di merito, è stato preceduto da un dibattito, aperto dalla relazione illustrativa dell’assessore all’Istruzione Maria Grazia Pellerino.

Maria Grazia Pellerino (assessore alle politiche educative): Questa figura si inserisce nell’alveo tracciato dall’articolo 31 comma 2 della Costituzione, che dice che la Repubblica protegge l’infanzia favorendo gli
istituti necessari a tale scopo. Essa inoltre è prevista e istituita a livello regionale con la legge regionale 31 del dicembre 2009 ed è prevista dalla legge nazionale 112 del luglio del 2011.
Torino è la prima grande città in Italia a dotarsi del Garante, che è una figura terza, autonoma e indipendente che ha compiti di garanzia, tutela , sostegno e promozione.
Essa esplica queste funzioni sia al servizio di diritti e interessi diffusi dell’infanzia e dell’adolescenza, sia al servizio di diritti e interessi di singoli minori.
Questa scelta della Città, si inquadra nella tradizione torinese di grande investimento e attenzione in materia di infanzia, soggetto centrale in tutte le politiche dll’Amministrazione.
Torino costruisce così una città a misura di bambine e bambini, con uno sguardo trasversale e interassessorile.
Il Garante farà più facilmente dialogare l’Ente Locale con politica, cultura, associazionismo e mondo della giustizia.

Piero Fassino, sindaco: Con l’istituzione del Garante per l’infanzia, la nostra città sta dando attuazione a una legge dello Stato che pochi mesi fa ha introdotto quella nuova figura nell’assetto istituzionale.
Con tale scelta l’Italia sottolinea il valore che la Repubblica assegna ai diritti dei minori e il carattere prioritario che tale tema ha nelle politiche di Welfare.
Torino conferma così una strada che la vede da tempo tra le prime città in Italia per l’offerta di servizi per l’infanzia: dalla vasta rete di asili nido e scuole materne a istituzioni affermate come il Teatro ragazzi, alla ampia rete di servizi scolastici e parascolastici.

Chiara Appendino (Movimento 5 stelle): Mentre riteniamo che ci sia bisogno di questa figura a livello regionale, abbiamo difficoltà a pensare che ogni comune della Regione se ne possa dotare e pertanto abbiamo perplessità sulla sua nomina a livello comunale. Per questo riteniamo importante sollecitare la Regione Piemonte a istituirla e il Consiglio ad accogliere i nostri emendamenti migliorativi.

Fabrizio Ricca (Lega nord): Forse in un momento così difficile, è necessario contestualizzare questo tipo di nomina, si parla di politiche per gli infanti di alto livello e poi Torino è la città con la percentuale più alta di disoccupazione giovanile. Il Sindaco potrebbe iniziare a spostare le deleghe alla gioventù ad altri assessori.
Torino è l’unica che vuole istituire la figura del garante. Pensiamo a tutti i 1206 comuni: se tutti istituiranno questa figura, i costi per i cittadini aumenteranno notevolmente. Stiamo andando a fare tagli a ogni livello e creiamo una figura “doppione”, visto che a livello regionale già c’è e si rischia solo di mettere i cittadini in una situazione di ambiguità.
Bisogna anche spiegare agli altri comuni perché Torino ed i torinesi avranno maggiori servizi.

Maurizio Marrone (Pdl): Non contesto che la figura sia contemplata da una legge nazionale ma è proprio la delibera che ci accingiamo a votare, che in contraddizione con lo Statuto della Città, prevede un organo non collegiale bensì monocratico. E le modalità previste sono quelle di un consiglio di amministrazione, con il sindaco che decide dopo avere consultato la conferenza dei capigruppo.
Si affaccia così il dubbio che più che alle funzioni da espletare si pensi qui alla persona che dovrà farlo al punto che se depositassimo da un notaio un nome in busta chiusa, si vedrà, a cose fatte che siamo dotati di straordinarie capacità divinatorie.

Marta Levi (PD): Voteremo favorevolmente questa delibera, che abbiamo anche emendato cercando di togliere qualche equivoco. Nella versione originaria, infatti, la figura del Garante assomigliava a un superconsulente dell’Amministrazione. Siamo quindi intervenuti per riportarlo al suo ruolo di monitoraggio dell’efficacia delle politiche messe in atto dalla Città. Inoltre, c’è un nostro emendamento che prevede una durata in carica di tre anni, per non legare il mandato del Garante a quello dell’Amministrazione, garantendo così terzietà. Condivido la mozione della consigliera Appendino che chiede alla Regione Piemonte di istituire il Garante.

Marco Grimaldi (SEL): Questo Comune è da sempre attivo nel campo dell’infanzia, per una città a misura di bambino, per una città per tante diversità. E questo vale per tutti gli ambiti: ne è un esempio l’idea di uno spazio pubblico pensato con la filosofia “Design for all”. Approviamo questa delibera in un momento assai difficile, ma serve a far capire il grave disagio che c’è nel mondo dell’infanzia, con responsabilità dello Stato lasciate alla Città. Perché poi non prevedere nel bando la possibilità che il Garante rinunci al suo compenso?

(sl)- Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 5 Marzo 2012

Stampa questa pagina

Condividi

Torna indietro