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Il Consiglio comunale ha approvato, questo pomeriggio, la delibera (con 24 voti favorevoli e 11 astenuti) riguardante il “Progetto TOCC - Torino città da coltivare. Definizione delle linee guida”, che propone un percorso per introdurre forme di agricoltura urbana sul territorio.
Nel testo, si prevede che l’attuazione del progetto avvenga tramite l’utilizzo di aree urbane a fini agricoli da parte di privati attraverso forme di partenariato e collaborazione con agricoltori già proprietari di un’azienda o attraverso concessione di aree ed edifici comunali.
Il progetto TOCC consiste nell’analisi delle aree verdi cittadine destinate dal Piano Regolatore ad attività agricole di tipo tradizionale o sociale e nella successiva promozione ed incentivazione delle forme di valorizzazione dei terreni e dei fabbricati, in funzione del loro utilizzo, per progetti di agricoltura urbana.
In questa prospettiva rientrano: le coltivazioni di tipo tradizionale, l’agricoltura sociale (percorsi terapeutici o di integrazione per persone svantaggiate), l’orticoltura urbana individuale e collettiva, l’agriturismo e la forestazione urbana.
A Torino il verde dedicato all’agricoltura copre, complessivamente, un’area di circa 2 milioni di metri quadrati, disposti lungo l’asse dei fiumi Dora, Sangone e Stura (rispettivamente a nord, ovest e sud della città).
Per l’assessore all’Ambiente Lavolta, che ha presentato la delibera, è solo l’inizio di un progetto che dovrà essere la cornice di riferimento di itinerari partecipativi per favorire processi di coinvolgimento. “L’agricoltura urbana sta vivendo un forte momento di espansione - ha sottolineato Lavolta - e viene praticata da 800 milioni di persone in tutto il mondo. Fino al 40% dell’impronta ecologica di una città moderna è riconducibile ai suoi sistemi alimentari, ossia al trasporto, imballaggio, deposito, preparazione a smaltimento di ciò che mangiamo”.
Di seguito gli interventi dei consiglieri comunali e la chiusura dell’assessore:
Vittorio Bertola – Movimento5stelle
Il tema è importante e questa delibera è solo un inizio perché produce delle linee guida abbastanza generiche, perciò ci asteniamo.
Ricordo che è in corso una raccolta di firme per una delibera di iniziativa popolare, dunque avremo occasione di tornare sull’argomento.
Maurizio Marrone – PDL
Ci stiamo interrogando in Consiglio, specialmente dopo i roghi della Continassa, sulle politiche e sulle azioni da avviare per affrontare la questione dei Rom. Vorrei capire se una tale ipotesi è integrabile con questa delibera, se è un progetto differente o se entra in conflitto con essa, considerando che sono molto poche le cascine sul territorio con queste caratteristiche.
Enzo Liardo – PDL
Parlando di cascine, citerei un proverbio: “prima scappano i buoi, poi si chiudono le cascine”. Questo progetto è sicuramente da approfondire e ritengo sia valido. Tutta una serie di edifici, soprattutto nella circoscrizione 5, costituiscono un grande patrimonio della città e sono stati negli anni abbandonate, ora con un’eventuale ristrutturazione si rischia di andare a snaturare le caratteristiche originarie di queste cascine, si sarebbe dovuto intervenire molti anni prima.
Marco Grimaldi - SEL
Abbiamo audito le associazioni e le cooperative che si occupano di gestire orti urbani a Torino. Sono stati fatti grandi passi per quel che riguarda l’agricoltura in città, regolarizzando e rigenerando centinaia di appezzamenti. Questa delibera può far uscire dall’unica idea di orti ad uso sociale, allargando la possibilità a fini come quelli educativi.
Per esempio, Parco Sangone ha molte aree che possono attrarre imprese e cooperative sociali che possono usufruire di questi terreni. Credo sia interesse della Città ridefinire all’interno del Prg la destinazione d’uso di quelle aree verdi, destinabili a spazio pubblico. Orti urbani e orti collettivi che hanno acquisito una dimensione diversa, in tutte le grandi città europee.
Assessore all’Ambiente Enzo Lavolta
Ringrazio per l’interesse mostrato dagli interventi dei consiglieri. Noi, oggi, non parliamo delle cascine dismesse, presenti in città e del loro riutilizzo.
Ma, con questa delibera, si intende presentare un’opportunità, un modello di riuso di questi spazi.
E’ una delibera di indirizzo, è un progetto “Torino città da coltivare” che può rappresentare per la città un’opportunità di un rapporto migliore tra la realtà cittadina e gli ambienti naturali.
(ml;sl;tdn) - Ufficio stampa del Consiglio comunale