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Comunicato stampa

GTT, MODIFICHE ALLO STATUTO DELLA SOCIETÀ PER PROCEDERE NELLA CESSIONE DEL 49% DELLE QUOTE

È iniziata questo pomeriggio in Consiglio Comunale la discussione sulla delibera presentata dalla Giunta per modificare alcuni punti dello Statuto di Gtt (Gruppo Torinese Trasporti), riformulando alcuni assetti della governance, così da procedere nel percorso di dismissione del 49% delle quote societarie detenute dal Comune di Torino e concluderlo entro il 31 dicembre 2012.

Ha aperto la serie degli interventi il vicesindaco Tom Dealessandri che ha illustrato il provvedimento. Ha ricordato come questo richiami l’indirizzo della cessione del 49% di Gtt del Consiglio comunale, con le modifiche statutarie volte a permettere al socio privato di gestire la società, così come previsto dalla delibera approvata dalla Sala Rossa il 18 giugno 2012. Ha anche evidenziato come la delibera, nel prendere atto delle difficoltà rispetto alla cessione, suggerisca le modifiche necessarie su alcune parti dello Statuto dell’azienda, utili al completamento dell’iter.

“Tre sono le questioni oggetto di discussione - ha dichiarato Dealessandri - la prima riguarda l’assetto “decisorio” sia dell’assemblea sia del consiglio di amministrazione, ampliando i casi in cui da una maggioranza semplice si prevede di passare a una maggioranza qualificata del 76%.

La seconda riguarda il valore su cui può decidere il Consiglio di Amministrazione e su cui ha il mandato l’Amministrazione Delegato che dovrà illustrare al CdA tutte le questioni sulle quali dovrà decidere, ovvero tutta l’attività relativa a budget e programmazione, contratti verso terzi sulla base di un mandato.

La terza questione riguarda la delega del Presidente sul contratto di servizio. Il Presidente, in capo al pubblico, informato costantemente dall’Amministratore Delegato e considerato che il Comune di Torino deve essere d’accordo sulle decisioni dell’a.d., mette in condizione la parte pubblica di co-decidere con il socio privato, sia sul servizio sia sull’organizzazione della società. Viene introdotta una maggiore responsabilità a carico del soggetto privato sia nella definizione del contratto di servizio sia in relazione all’organizzazione della società.
Le modifiche dovrebbero consentire di conseguire la procedura di dismissione secondo quanto previste dalle delibere del novembre 2011 e giugno 2012”.

Subito dopo sono seguiti gli interventi dei consiglieri comunali:

Chiara Appendino (5 Stelle): Ancora una volta quest’aula è chiamata a esprimersi su una questione importante senza però avere il tempo necessario per esaminare gli atti. Abbiamo votato in modo contrario alle delibere di dismissione delle quote, opponendoci spesso anche con l’unico mezzo che avevamo a disposizione: l’ostruzionismo.
Vogliamo ribadire la nostra contrarietà alla gestione privata di servizi pubblici: la decisione di far entrare un socio privato è dettato solo dalla necessità di incassare risorse per rientrare nel patto di stabilità, senza un piano di valorizzazione della società in oggetto. Il privato opera nel proprio interesse e non in quello della collettività.
Le correzioni amministrative alla delibera riguardano l’interesse dei cittadini, cosa che dovrebbe stare a cuore a tutti in quest’aula.
Il compito del Consiglio è quello di modificare lo statuto di GTT in modo da rendere la società appetibile per altri acquirenti e per poter procedere a nuova gara, unica via per evitare che si presentino nuovi interessati che, di fatto, sarebbero autorizzati a fare ricorso al TAR, bloccando l’iter e impedendo l’incasso entro i termini che consentano il rispetto del Patto di Stabilità.
Abbiamo circa mille emendamenti ostruzionistici pronti che non presenteremo perché siamo convinti che sia inutile rinviare di qualche giorno l’approvazione della delibera, ma è necessario modificarlo per il bene di tutti.
Il Sindaco ha perso il controllo della Città, è solo in grado di dire che ha un piano segreto. Se c’è un progetto, che ce lo dica e lo dica ai torinesi, invece di sperare in una norma “salva-Torino”, cosa che ha già fatto dimostrando di non riuscire a ottenerla.
Stiamo assistendo agli ultimi gesti di una politica vecchia che non è in grado di dare un futuro a Torino. Auspichiamo che questo Consiglio non si lasci trascinare a fondo dal Sindaco e da una Giunta che non è in grado di gestire Torino.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Provo imbarazzo di fronte a questa delibera, per l’uscita dal Patto di Stabilità che è stato un grave errore del Sindaco. Comuni come Milano sono riusciti a trovare un equilibrio senza uscire dal Patto.
Si sta sbagliano anche ora, vendendo Gtt, senza sapere di Sagat, Trm e Amiat. Senza la vendita di una di queste non rientreremo nel Patto.
Chiediamo di aspettare fino al 29 novembre, quando si conoscerà l’esito delle aste, perchè non vorrei trovarmi a vendere Gtt senza rientrare nel Patto di Stabilità. Invito, quindi, questa Giunta ad aspettare le aste, auspicando che vadano come si spera.

Domenico Mangone (PD): Questa delibera sembra seguire le sorti, di un’altra appena votata, che da 9 pagine si è ridotta a 3. Si deve ri-allineare il rapporto tra Sindaco e maggioranza del Consiglio Comunale, ciò necessita di una revisione e invito il sindaco a occuparsene.
Alla delibera, così ridotta, manca anche la firma dell’assessore Lubatti e vorremmo sapere il motivo. La Città manterrà il valore del 51% delle quote, ma sarà così anche dopo l’approvazione delle modifiche allo Statuto di Gtt?

Roberto Carbonero (Lega Nord): Oggi si aprono i saldi di fine stagione. È la considerazione che si deve fare con la modifica dello Statuto che prevede la svendita di Gtt: vendiamo il 49%, ma di fatto cediamo l’80% dell’azienda. Con 112 milioni i privati si comprano l’azienda. E proprio la delicatezza dell’operazione imponeva di aspettare almeno fino a giovedì per valutare l’andamento delle altre gare (Atm, Trm e Sagat).
Da parte del Comune è stata avviata una gestione sbagliata e sconsiderata su Gtt, ma forse un giorno scopriremo che era tutta una strategia.

Maurizio Marrone (PdL): Sulla delibera degli indirizzi di gara approvata in Consiglio nei mesi scorsi, il nostro Gruppo si era astenuto. Consci del grave stato delle finanze comunali, avevamo lasciato da parte tutti gli strumenti ostruzionistici a nostra disposizione, rinunciando a tutti gli escamotage in nostro possesso.
Ora invece si modifica lo Statuto dell’azienda che consegna la gestione del trasporto pubblico torinese ai privati, svuotando il ruolo del CdA e limitando il ruolo della Città a un mero accesso informativo. Sembra quasi che per una certa Sinistra erede del comunismo le privatizzazioni siano un giocattolo nuovo a cui dedicarsi con disinvolto entusiasmo, ma senza conoscerne le istruzioni, ovvero il codice degli appalti. Ma il giocattolo rischia di rompersi considerato che vendiamo il 49%, cedendo di fatto poteri molto più ampi. Questo non è un buon affare, ma una svendita vera e propria causata dallo spauracchio del Patto di Stabilità, cui opporremo un voto decisamente negativo.

Silvio Viale (PD): C’è un punto che non capisco: molti consiglieri prima di me hanno chiesto di sapere se andiamo incontro al fallimento. Io voglio sapere se chi fa questa domanda lo spera o no? Se no, capisco le richieste di rinvio.
Se invece si parte dal presupposto che vogliamo salvarci, vi chiedo di lasciare lavorare chi sta provando a salvare la città dal fallimento. Infine, vorrei dire che ormai siamo arrivati fino a qui: non facciamo l’inutile giochino del rinvio, ma discutiamo semmai nel merito della delibera.

Andrea Tronzano (PdL): Mi asterrò dalla votazione di questa delibera. L’unica certezza che ho è la coerenza. Mi ero espresso in modo contrario e critico all’ipotesi di uscire dal Patto di Stabilità: voglio oggi che la città rientri in quel patto.
Ritengo poi che la maggioranza abbia sbagliato nel decidere di vendere solo il 49% di Gtt, come dimostra oggi la modifica dello Statuto che stiamo approvando. Era meglio decidere di vendere la maggioranza delle quote dell’azienda, magari subito l’80% come per Trm, perché è impensabile che un privato che investe 120 milioni di euro lo faccia senza avere potere decisionale all’interno dell’azienda. Pur rispettando i paletti posti dal pubblico a favore di occupazione e tariffe, credo sia meglio un privato forte dentro un’azienda partecipata che il commissariamento della città, che andrebbe a danno dei cittadini.

Marco Grimaldi (SEL): Vorrei che tornassimo alla discussione di giugno: nuovo partner industriale, salvaguardia dell’occupazione e clausole sociali. Abbiamo creduto giusto chiedere la rimozione dalla delibera di tutto ciò che non era nelle nostre prerogative. Allo stesso modo sarebbe stato sbagliato omettere il nesso tra la modifica dello Statuto di Gtt e la dismissione delle quote di minoranza.
La Città rischia di essere rottamata se non la rimettiamo in sesto entro dicembre. L’interesse pubblico va preso nel suo insieme e non in parti separate: rimandare la vendita di Gtt significa non rientrare nel Patto di Stabilità, con tutto quel che ne consegue.
Se l’interesse pubblico non fosse collegato al rientro nel Patto non saremo qui a discutere questo atto. Abbiamo proposto ai possibili acquirenti linee forti e un nuovo sistema integrato ferroviario – metropolitano. Per uscire dalla “smog-city” chiediamo che Gtt continui a fornire i suoi servizi.

Angelo D’Amico (Misto di minoranza - Progett’Azione): L’iter di questa delibera ha aspetti simili a quelli della Continassa. Su quel provvedimento chiedevamo trasparenza, qui chiediamo di cercare l’opportunità maggiore per la Città. Accettando le condizioni del compratore, pur mantenendo il 51% delle azioni, la Città si troverebbe comunque in una condizione di minoranza.
È normale che un privato che investa non voglia vincoli.
Allora tanto vale, nell’interesse della Città, vendere l’80% delle quote. La Giunta torni sui suoi passi.

Michele Curto (SEL): Una delibera travagliata che segue un processo travagliato, con le incertezze che la seguono. Oggi non sappiamo se votiamo le modifiche allo Statuto o un altro passo verso il processo di dismissione. Per la strada che abbiamo scelto è utile per l’Eente dal punto di vista patrimoniale ed erariale. Oggi rispondiamo alle condizioni richieste e il prezzo deve essere almeno lo stesso, altrimenti sarebbe preoccupante.
E dovrà esserci la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Qui, ci troviamo di fronte a un voto di fiducia al quale non si deve dare l’idea di navigare a vista. Questa delibera supera il limite del nostro galleggiamento, che è la difesa delle aziende pubbliche. A una richiesta di voto di fiducia sul Sindaco, noi votiamo sì. Ma ci poniamo una domanda: tu Sindaco ti fidi di noi, e della città che rappresentiamo?

Stefano Lo Russo (PD): Più tempo si perde, meno vale Gtt. Da un lato un eventuale rinvio della vendita deprezzerebbe le quote, creando un danno economico per la Città. Dall’altro occorre mantenere il controllo della Città sull’azienda. Bisogna quindi trovare una composizione di questi due interessi. A valle degli emendamenti della delibera, occorre separare le competenze del Consiglio, della Giunta e di chi ha in carico le procedure di alienazione (Fct Holding).
È doveroso il ringraziamento al Sindaco per aver raccolto le perplessità emerse nel dibattito dalla sua Maggioranza, consentendo di arrivare a un testo condiviso. Abbiamo scelto di non entrare nel merito dello Statuto proposto dalla Giunta proprio per consentire che nel pieno delle proprie responsabilità la Giunta potesse procedere alla valorizzazione di Gtt.

Enzo Liardo (PdL): Occorre fare un passo indietro, pensando alla scelte sbagliate delle passate legislature di sinistra. Il Comune di Torino si trascina 5,7 miliardi di debiti e per questo bisogna ‘ringraziare’ i sindaci predecessori (oggi santificati) dell’attuale sindaco. Fassino è infatti costretto a pensare soltanto alla questioni finanziarie dell’amministrazione comunale, rischiando di fare il liquidatore fallimentare.
Su questa delibera, per senso di responsabilità, non presentiamo emendamenti. Ma una volta superato questo momento occorrerà fare un’attenta valutazione di quello che è capitato nella gestione finanziaria del Comune nel recente passato.

Vittorio Bertola (5 Stelle): La situazione che si è creata è un pasticcio. Il mancato rispetto del Patto di Stabilità è stata una scelta, e la responsabilità è della Giunta, che potrà tradursi in un danno erariale per la Città.
Svalutiamo anche il 51% che ci rimane, perchè senza poteri avrà un valore tendente allo zero. L’interesse pubblico è dare i servizi migliori ai cittadini. Il Patto è un artificio che il Consiglio comunale si limita a eseguire.
La Giunta si arrampica sui vetri per interesse politico, per non andare a casa in caso di un eventuale commissariamento.

Al termine della discussione, ha preso la parola il Sindaco Piero Fassino:

“Innanzitutto vorrei sgombrare il campo da un equivoco: il Sindaco non ha “scelto” di uscire dal Patto di Stabilità, ma si è trovato a fare i conti con pesanti tagli di bilancio che non consentivano di stare all’interno del Patto. E all’atto di quella scelta dolorosa, abbiamo dichiarato di puntare al rientro entro il 2012. Abbiamo quindi messo in campo una serie di azioni per avere una solidità e serenità finanziaria maggiore. La strategia c’è: si può non condividerla, ma c’è ed è incardinata su tre scelte.

In primo luogo, abbiamo voluto mettere in sicurezza il Bilancio d’esercizio, fondato su entrate ordinarie, strutturate e ripetibili, senza più il ricorso a entrate una tantum. E prima ancora che lo richiedesse la spending review, abbiamo previsto un fondo per abbattere i crediti esigibili più vecchi di 5 anni, per dare solidità, trasparenza e veridicità al bilancio.

In secondo luogo, con una manovra di finanza straordinaria, fondata sulle dismissioni di quote di società partecipate dal Comune, con il duplice obiettivo di rientrare nel Patto di Stabilità e di ridurre l’indebitamento a breve termine, per ricondurlo a livelli fisiologici e ridurre così l’esposizione a breve nei confronti dei creditori.

In terzo luogo, nonostante la riduzione dei trasferimenti dello Stato, abbiamo mantenuto inalterata l’offerta dei servizi, utilizzando modalità erogative innovative. Così è avvenuto, ad esempio, con l’affidamento in concessione di nove asili nido, che stanno funzionando benissimo e hanno assunto personale a tempo indeterminato.

Le dismissioni rientrano dunque in una precisa strategia. C’è un cronoprogramma che stiamo rispettando, nonostante l’enorme complessità procedurale e regolamentare. Non c’è infatti una normativa specifica (per analogia, si utilizza quella per gli appalti) e ciò può richiedere anche adeguamenti procedurali ‘in corsa’, come è avvenuto per Gtt.
Abbiamo dovuto integrare alcune formulazioni dello Statuto Gtt, come la previsione della maggioranza qualificata all’interno del CdA, la ri-definizione dei poteri di Presidente e Amministratore Delegato e il plafond di spesa dell’a.d.
Non dismettiamo affatto a qualsiasi condizione, ma stiamo cercando di alienare le quote della società alle migliori condizioni possibili, facendo i conti anche con le dinamiche del mercato.
Apprezzo l’atteggiamento di responsabilità della Maggioranza e dell’Opposizione e mi auguro che tutti i Gruppi consiliari si dimostrino ugualmente responsabili, nell’interesse della Città.
Sono richieste decisioni impegnative per uscire dall’emergenza e dispiegare l’azione amministrativa con maggiore prospettiva e serenità e affrontare così in una nuova fase i programmi di crescita e sviluppo della Città”.

Il dibattito prosegue in Sala Rossa, con la discussione sugli emendamenti alla delibera e le dichiarazioni di voto.

(Ufficio stampa Consiglio Comunale)


Pubblicato il 26 Novembre 2012

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